Calano ancora i passeggeri Atm: in un anno sono passati da 191 a 186 milioni Crisi e traffico frenano i tram di Giampiero Paviolo

Calano ancora i passeggeri Atm: in un anno sono passati da 191 a 186 milioni Calano ancora i passeggeri Atm: in un anno sono passati da 191 a 186 milioni Crisi e traffico frenano i tram Trasporti Torinesi in liquidazione L'anno scorso l'Atm ha perso altri 5 milioni di passeggeri. Il dato non è ancora ufficiale: lo sarà tra pochi giorni quando l'azienda presenterà al Comune il bilancio preventivo del 1994. I conti saranno in rosso, come accade per tutte le società che si occupano di trasporto pubblico. A preoccupare di più non sono le cifre economiche, ma la progressiva diminuzione dei clienti: nel 1985 erano 700 mila il giorno, ora superano di poco il mozzo milione. I motivi sono tanti. La città perde 20-25 mila residenti l'anno; la battaglia contro i finti disoccupati, studenti che in pratica viaggiavano a spese del Comune, ha fatto risparmiare quattrini ma ha diminuito le presenze; l'aumento della cassa integrazione ha ridotto il numero di lavoratori trasportati da e verso la fabbrica. «C'è di più», sostiene Lorenzo Simonetti, consigliere di Rifondazione che all'Atm ha lavorato per una vita. Per lui i guai dell'azienda sono altri: «Innanzi tutto il servizio non va: troppo lenti gli autobus, e irregolare la frequenza con cui approdano alle fermate. Lo so, la colpa è del Comune che non interviene sul traffico, non costruisce piste riservate, non fa rispettare quelle esistenti. Ma al cittadino poco importa delle responsabilità, pretende un servizio efficiente. Con ragione». Tutto vero ingegner Fava? Il direttore generale Atm nemmeno tenta di negare l'evidenza: «Io le posso assicurare che autobus e tram partono in perfetto orario dai depositi. Quel che accade dopo non è imputabile a noi, a meno che si tratti di un guasto in linea». Insomma, è il classico gatto che si morde la coda: un tempo gli autobus avevano una velocità commerciale di 20 chilometri l'ora; il boom dell'auto e l'aumento del traffico hanno provocato un progressivo rallentamento, il rallentamento ha contribuito alla fuga di passeggeri, che usano il mezzo privato e intasano le strade. E via dicendo. Non bastasse, ecco le migliaia di lavoratori in cassa integrazione. E' possibile interrompere la spirale negativa e far risalire la velocità dai 13-14 chilometri orari di oggi (media generale, in centro va molto peggio) a limiti accettabili dai torinesi? Progetti se ne sono visti molti, soluzioni credibili poche. L'esperimento di liberare alcune strade invase dalle auto ha dato frutti molto positivi: ma, con l'attua- le organico di vigili urbani, è inapplicabile su vasta scala. C'è un ulteriore elemento che giustifica le defezioni. Nel 1993, pressata da gravi problemi finanziari (da due anni il Comune non ripiana il deficit di bilancio) l'Atm è stata costretta a ridurre le prestazioni: fra tagli, soppressioni e ritocchi un bel 4 per cento del servizio è passato in cavalleria. Con un consistente risparmio: 400 autisti. Del resto l'indicazione di Palazzo civico è chiara: riduciamo i costi. Al punto che va in liquidazione anche il consorzio Trasporti Torinesi, dove erano confluite Atm e Satti. Una strana coppia: l'Atm è una municipalizzata, la Satti una spa con un solo azionista, il Comune. Il consorzio si occupava di pianificazione, infrastrutture, affari generali. Il bilancio (15 miliardi) era sostenuto all'80 per cento dal¬ l'Ami, al 20 per cento dalla Satti. Gli 80 dipendenti saranno assorbiti dalle aziende consorziate e continueranno a svolgere lo stesso lavoro. Per i cittadini una sola novità: la doppia T scomparirà da vetture e fermate. Poco male, erano in pochi a conoscerne il significato. Per le esauste casse di Atm, Satti e Comune due miliardi in meno da scucire ogni anno. Giampiero Paviolo OTTO ANNI IN DISCESA [numero di Il direttore dell'Atm Giovanni Fava: «I nostri mezzi partono dai depositi in perfetto orario»

Persone citate: Giovanni Fava, Lorenzo Simonetti, Satti