Trapattoni ritorna al Delle Alpi e lancia un appello ai tifosi «Capitela questa Juve» di Fabio Vergnano

Trapattoni ritorna al Delle Alpi e lancia un appello ai tifosi Trapattoni ritorna al Delle Alpi e lancia un appello ai tifosi «Capitela, questa Juve» «Mi rivolgo a chi si rende conto che ora non conta essere belli, ma pratici Il Milan domani rischia, abbiamo l'occasione di rosicchiare un punto» TORINO. L'ultima volta al Delle Alpi per Trapattoni non fu proprio un trionfo. La partita contro il Piacenza finì con un 20 a favore dei bianconeri, ma anche con un diluvio di fischi di una parte della tifoseria, che arrivò a invitare l'allenatore juventino a dare le dimissioni. Domani il Trap si ripresenta, forte della vittoria di Udine, del pareggio di Cremona e di una carica interiore incredibile. Il Milan non si è allontanato. Problemi? Se ne avesse non li ammetterebbe mai e comunque non ne avrà. Non bastano mille ultras in subbuglio per farlo vacillare e in ogni caso il suo destino non sarà deciso in base ai decibel del tifo, ma sulla scorta di considerazioni un po' più serie. Per esempio: la Juve che fa storcere il naso a molti, ha il secondo miglior attacco del campionato. Pratica e concreta come la vuole il Trap, uno che al fioretto preferisce sempre la spada e che si dimostra impermeabile di fronte alla critiche più feroci, soprattutto quelle che arrivano da parte della tifoseria più umorale. Il suo appello di giornata è rivolto a «coloro che sanno riflettere», un modo elegante per escludere quelli che con termine molto crudo considera gli imbecilli di turno. Un grido di battaglia che farà sobbalzare Sacchi, annunciato domani ospite allo stadie. Prima le ovvie considerazioni, poi la polpa: «Le critiche sono il nostro pane quotidiano e non intendo farmi condizionare dai fischi di pochi». «Abbiamo un calendario difficile con Roma, Sampdoria e Foggia di seguito, è il momento di tenere duro per conservare il passo del Milan. Mai come in questo frangente conta vincere, non come si vince». Tutto si può dire, fuorché il verbo del Trap lasci spazio a malintesi. Così lo spettacolo diventa quasi un optional di fronte alla necessità di fare punti e, se possibile, rosicchiare anche qualcosa al Milan. E allora sotto con la Roma, squadra che all'andata mise a nudo i problemi della Juve formato esportazione nel corso di una partita maledetta. Successe di tutto: due rigori sbagliati, il primo serio infortunio di Vialli, vittima di una frattura al piede proprio calciando dagli undici metri. Una di quelle partite che Boniperti vorrebbe cancellare e che oggi ricorda con rabbia, anche perché c'è sempre chi gli rinfresca la memoria: «Fu un incontro disgraziato, in cui i nostri campioni fallirono due occasioni incredibili sbagliando dal dischetto. E non dimentichiamo poi ciò che successe a Vialli». Rispetto ad allora la sfortuna non ha smesso di bersagliare la Juve con una interminabile catena di infortuni, ma i bianconeri superstiti hanno cambiato atteggiamento, assorbendo poco alla volta la carica del loro allenatore e imparando soprattutto a ragionare da Trap. Ovvero: non credere ai miracoli, ma capire la realtà del campionato e saperne approfittare. Spiega il Giuan: «Non mi sono rammaricato per l'occasione persa a Cremona, perché il Milan è sempre alla nostra portata. Domani abbiamo un'altra opportunità di ridurre il distacco. La squadra di Capello viene da un mercoledì di coppa particolarmente impegnativo e troverà un Genoa garibaldino. Noi con quei tre davanti possiamo battere la Roma, anche se siamo sempre in emergenza. La speranza deve essere la nostra compagna di viaggio. Ma solo se ci crediamo potremo coronare l'inseguimento». I trapattoniani di più stretta osservanza potranno notare che il ritornello da tempo non cambia. Forse perché il Trap ha capito che la tattica del martellamento è quella più produttiva. Certo non era necessaria con i Boniek e i Platini, ma con i Torricelli, i Di Livio e i Notari diventa indispensabile creare giorno dopo giorno nuovi stimoli e nuovi traguardi. Alla vigilia di quella che fu la sfida regina degli Anni Ottanta, la Juve conta ancora i feriti. A parte gli assenti «storici» Vialli, Carrera e Julio Cesar, resteranno fermi al palo anche Dino Baggio e Marocchi. Soltanto oggi verrà sciolto il dubbio Fortunato, ma le possibilità di vederlo in campo domani nella zona di Haessler sono ridotte al cinque per cento. Ieri non si è neppure allenato. Quindi rilancio di Notari libero e spostamento di Torricelli a sinistra. A centrocampo ci sarà Galia. Fabio Vergnano Trapattoni domani contro la Roma

Luoghi citati: Cremona, Foggia, Roma, Sampdoria, Torino, Udine