Ma Giugni dice: «Non è un fallimento». E auspica «una rapida ripresa del negoziato» Vertenza fiat è la rottura

Ma Giugni dice: «Non è un fallimento». E auspica «una rapida ripresa del negoziato» Ma Giugni dice: «Non è un fallimento». E auspica «una rapida ripresa del negoziato» Vertenza fiat, è la rottura L'azienda da lunedì farà partire le lettere ROMA DAL NOSTRO INVIATO E' rottura, anche se con qualche esile spiraglio, tra Fiat e sindacati dei metalmeccanici sulla trattativa per gli esuberi di personale dichiarati dall'azienda. Il ministro del Lavoro Gino Giugni ha tentato il tutto per tutto, ma non è riuscito a «ricucire» le posizioni tra le parti, nonostante un'altra maratona di negoziati. Alla fine, infatti, la Fiat «ha preso atto con rammarico - recita un comunicato - dell'impossibilità di proseguire la trattativa fino a una sua rapida conclusione». Alle 22,30 di ieri, dopo quasi due mesi di negoziati, le parti tornano così a casa senza un accordo. Facce lunghe alla fine dell'ultimo round, ma nessuna sorpresa. Che le posizioni fossero distanti e per ora ^avvicinabili si era capito con chiarezza sempre maggiore negli ultimi giorni. In pratica il mancato accordo significa che, come da tempo annunciato, la Fiat partirà adottando la cassa integrazione a zero ore in modo unilaterale. «Nei prossimi giorni inizieremo ad applicare il piano industriale - spiega il responsabile del personale di Fiat Auto Maurizio Magnabosco - attrezzando le linee produttive negli stabilimenti come previsto. Lunedì partiranno le lettere che annunciano la cassa integrazione a zero ore per 1800 impiegati e i te- legrammi per 2000 operai dell'Alfa di Arese ed altri 2500 tra Mirafiori e Rivalta». Anche per la Sevel Campania resta confermata la chiusura a fine marzo. Ma la Fiat non dispera di raggiungere un accordo. Se «le posizioni sono al momento risultate inconciliabili», esiste infatti «la convinzione che le condizioni che non hanno consentito in questo momento l'accordo, possano verificarsi nel prossimo futuro». Il responsabile delle relazioni esterne Fiat Cesare Annibaldi e Magnabosco, che hanno guidato la delegazione aziendale ai negoziati, si dicono convinti dell'importanza di trovare una soluzione che coinvolga anche i sindacati. «Non abbiamo perso di vista l'obiettivo di avere soluzioni consensuali - dice Annibaldi -. Riteniamo che l'aspetto dell'accordo sindacale sia essenziale. Lo abbiamo sempre fatto nella storia della Fiat e vogliamo farlo anche adesso». Ma da parte dei sindacati la musica è diversa. Si accusa la Fiat di avere interrotto le trattative. Una rottura che in realtà appariva scontata, anche se ciascuna delle due parti ha preferito aspettare fino all'ultimo che fosse l'altra a fare il passo decisivo. «E' la decisione di un gruppo che intende far da sé, a scapito di migliaia di lavoratori, che mal sopporta l'unità del sindacato e che non tollera nemmeno che il governo possa esprimere preoccupazioni e prendere qualche iniziativa in merito a questioni così importanti», commenta il segretario generale della Fiom Fausto Vigevani. E Gianni Italia, segretario generale della Firn, prevede: «Siamo davanti a un atto che può rendere la tensione sociale molto più elevata di quanto non sia oggi». «E' una scelta estremista che sottovaluta anche le conseguenze che ne deriveranno - rincara la dose Luigi Angeletti, segretario della Uilm -. Non si può gestire un processo di riorganizzazione di queste dimensioni senza il sindacato. La Fiat non può immaginare di gestire le fabbriche nei prossimi mesi da sola». Più possibilista il segretario del Fismic Giuseppe Cavallitto: «Il mancato accordo fa fare un passo indietro alle relazioni sindacali alla Fiat, relazioni che sono necessarie in un'azienda moderna. Faremo il possibile per recuperare». Annibaldi però respinge al mittente le accuse. «Dicono che siamo stati responsabili a interromperre la trattativa? E' il contrario. Sarebbe stato irresponsabile non farlo». E Giugni? Il ministro accetta la sconfitta - nelle ultime ore la mediazione era diventata quasi una sfida personale - senza scomporsi: «Non c'è stato l'esito sperato, ma non si tratta di un fallimento, sono normali episodi di vita sindacale». E se un comunicato ufficiale del ministero riassume i motivi del contendere - «Il futuro assetto industriale del comprensorio di Arese, l'entità del ricorso allo strumento dei contratti di solidarietà e la qualità dell'impegno Fiat nelle attività sostitutive della Sevel Campania» - Giugni non si arrende e spera che il negoziato riprenda presto. «Il governo - dice - rimane a disposizione a patto che le parti compiano qualche passo in avanti». Francesco Manacorda DOVE TAGLIA L'AUTO HJUU GENERAL MOTOR (Use) 44.000 Entro il 1995 (inEuropa) 8.000 Entro il 1996 FORD (Europa) 16.000 Nel 1993 VOLKSWAGEN 38.000 Entro ill 996 MERCEDES 20.500 Entro il 1994 BMW 1.500 Nel 1993 PORSCHE 2.000 Nel 1993 RENAULT 15.000 Entro il 2000 PSA (Citroen e Peugeot) 4.200 Nel 1993 VOLVO 1.600 Nell 993 ROVER 1.300 Nel 1993 NISSAN 5.000 Entro ill 995 MAZDA 1.500 Entro il 1996 Il ministro del Lavoro Gino Giugni

Luoghi citati: Arese, Campania, Europa, Rivalta, Roma