Sui cielo di Fiumicino una nube dei misteri di M. Cor.

Sui cielo di Fiumicino uno nube dei misteri Scatta l'allarme, ma la protezione: solo smog Sui cielo di Fiumicino uno nube dei misteri ROMA. Una nube gialla ha avvolto ieri, per alcune ore, la zona di Fiumicino, a pochi chilometri dalla capitale. Una presenza minacciosa, a mille metri di altezza, che ha provocato allarme. Si è temuto in un primo momento che la nube fosse tossica e la gente del luogo, spaventata, ha sommerso di telefonate i centralini dei vigili del fuoco, del ministero dell'Ambiente e della Protezione Civile. Ma i primi accertamenti hanno escluso il pericolo per persone e animali. L'allarme è stato lanciato da un pilota dell'Alitalia che con il suo aereo era in fase di atterraggio all'aeroporto Leonardo da Vinci. «C'è una nube di colore giallo - ha detto alla torre di controllo - che staziona a mille metri di quota e si estende fino a otto miglia dalla costa». Dall'alba fino alle undici di ieri mattina la situazione è rimasta immutata. Ma il traffico aereo non ha avuto rallentamenti. In aeroporto la visibilità è rimasta buona. Poi pian piano questo ammasso gassoso ha iniziato a dissolversi. Gli esperti del dipartimento del ministero dell'Ambiente assicurano che la nube non era tossica. «Si tratta - afferma il direttore generale Clini - con buona probabilità di un fenomeno determina¬ to dalla contestualità di particolari condizioni atmosferiche e di una importante ma circoscritta emissione di gas inquinanti». «Il fenomeno - spiega ancora è presumibilmente legato all'inversione termica verificatasi in quelle ore nella zona e ha provocato l'impossibilità per le masse d'aria basse e più calde di salire verso gli strati alti dell'atmosfera». La scarsità del vento ha poi peggiorato le cose. E in questa situazione dello smog o un'emissione non controllata di gas inquinanti sarebbero rimasti intrappolati creando l'effetto della nebbia gialla. Per scoprire il colpevole delle emissioni di gas si è subito cercato fra le industrie presenti nella zona. Tra le maggiori indiziate vi erano, secondo il ministero dell'Ambiente, la raffineria di Pantano e la centrale termoelettrica di Civitavecchia. Ma secche e immediate sono arrivate le smentite sia dall'Enel che dallo stabilimento di Pantano di Grano. E cosa sia stato a colorare il cielo di giallo sul litorale romano forse non io sapremo mai. «Oramai il fenomeno è scomparso dicono al ministero - e sarà difficile capire quello che è successo. L'importante è che non ci sono stati e non ci saranno pericoli per gli abitanti». [m. cor.]

Persone citate: Clini, Grano, Leonardo Da Vinci, Pantano

Luoghi citati: Civitavecchia, Roma