«Salvate Mehdi, apostata di Allah»

«Salvate Mehdi, apostata di Allah» IRAN Usa, Francia e le Chiese si mobilitano contro la sentenza di Teheran «Salvate Mehdi, apostata di Allah» Appello dopo la condanna a morte di un cristiano WASHINGTON. Il Dipartimento di Stato americano ha rivolto ieri un appello all'Iran per la liberazione di un religioso cristiano, Mehdi Debaj, condannato a morte per avere rinnegato l'Islam. Debaj, 59 anni, ha trascorso dieci anni in carcere senza processo per essersi convertito alle «Assemblee della chiesa di Dio», una confessione protestante, e rischia ora di essere impiccato sulla base di un verdetto pronunciato dal tribunale di Sari, una cittadina dell'Iran settentrionale. La notizia della condanna ha provocato ieri una dura reazione dell'ambasciata iraniana presso la Santa Sede che, in un primo tempo, ha diffuso una secca nota di smentita: «Suscita meraviglia che proprio coloro che non fanno che diffondere menzogne e incoraggiare l'odio e l'ostilità accusino un popolo noto nella storia per la tolleran¬ za religiosa. In Iran i cristiani, la cui maggioranza è costituita da armeni, sono sempre stati considerati parte del popolo iraniano». Ma la vicenda di Debaj è stata confermata da fonti dell'emittente cattolica «Telepace» e, poco dopo, la stessa ambasciata iraniana ha ammesso che c'era stata una sentenza, smentendo comunque che si trattasse di una condanna a morte. La notizia era stata diffusa l'altro ieri dall'associazione umanitaria «Christian Solidarity International», che aveva lanciato un appello in extremis perché i governi e i media si adoperassero per bloccare l'esecuzione, fissata per ieri. Un analogo appello era giunto dalla resistenza iraniana, in una dichiarazione in cui si condannava il regime di Teheran per questo «orribile delitto». Dibaj era stato arrestato il 20 luglio 1985 per «apostasia, be¬ stemmie contro il profeta e tutti i santi e insulti all'ayatollah Khomeini». Secondo l'accusa, l'uomo, nato da padre e madre musulmani, si è convertito al cristianesimo a 19 anni, diventando quindi apostata. La sentenza di morte è stata emessa il 21 dicembre 1993, dopo una lunga carcerazione durante la quale «l'imputato non ha mostrato segni di pentimento». L'incidente causato dalla notizia e dalla sua smentita è avvenuto proprio alla vigilia di un incontro, sia pure alla presenza dell'intero corpo diplomatico, tra l'ambasciatore iraniano e Giovanni Paolo II. L'incontro è quello in occasione della formulazione degli auguri di buon anno. Dopo l'appello americano, a favore della liberazione di Dibaj è intervenuto anche il governo francese, per bocca del ministro per le Azioni umanitarie. lAdnKronos]

Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Khomeini, Mehdi Debaj, Sari

Luoghi citati: Francia, Iran, Teheran, Washington