Clinton il grande show di Mosca

Incontra i giovani, risponde in tv, suona il sax. Trionfo personale anche per Hillary e Chelsea Incontra i giovani, risponde in tv, suona il sax. Trionfo personale anche per Hillary e Chelsea Clinton, il grande show di Mosco / teen-ager. facci sognare MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Meglio le facce brufolose degli adolescenti russi che quelle di pietra dei deputati della nuova Duma. Meglio il palcoscenico della tivù che quello del nuovo Parlamento che ribolle come un calderone di umori antiamericani e dove Bill Clinton s'è guardato bene dal presentarsi. Meglio davvero un talk-show e l'inglese scolastico di questi ragazzini che scrutano il Presidente Usa e gli chiedono: ((Mister President, ci suona il sassofono?». Ma no, niente sassofono, Bill si esibisce solo la sera. L'aveva fatto a Praga davanti a Vaclav Havel, l'ha rifatto giovedì notte, dopo il caviale e un po' di vodka [only symbolic, in quantità simbolica) nella vecchia palazzina di Novo Ogariovo, fuori Mosca. Il repertorio è stato il solito: Summertime e Myfunny Valentine. C'era Eltsin, il padrone di casa, che gli ha regalato una statuetta di porcellana bianca e blu raffigurante Clinton con una mano alzata a mo' di saluto e l'altra che teneva stretta il suo strumento preferito. Questa del sassofono sta diventando un tormentone. Quando ha visto la statuetta, Clinton ha chiesto: «Per caso c'è un sassofono?». E per caso c'era. Come per caso, mentre il Presidente soffiava i suoi blues, dall'altra stanza s'è sentito l'accompagnamento di un pianoforte. Altra musica nel talk-show negli studi di Ostankino, la televisione di Stato, dove ci fu il sanguinoso assalto degli insorti del Parlamento, il giorno prima che la Casa Bianca venisse bombardata. Sessanta morti e un sinistro ricordo che non s'è affacciato nemmeno per un attimo nel grande studio televisivo allestito per il Presidente Usa. Come per una catarsi della storia, lì dove volavano i proiettili della vecchia Russia, si sono affacciate le facce della nuova Russia. Facce di ragazzi, composte, ma anche irridenti, quando nel collegamento in diretta con Stavropol (la città di Gorfaaciov) il commentatore ha ricordato che quella fu la patria della perestrojka e dell'ultimo Presidente dcll'Urss. 1 ragazzi hanno riso e sembrava che dicessero: «Ma chi se: ne frega dell'Urss?». Davanti a loro, in carne ed ossa, c'era il Presidente degli Stati Uniti. Clinton ha fatto il sermoncino dal trespolo presidenziale e poi è sceso in mezzo a loro. Sembrava un presentatore della tivù, li guardava in faccia da vicino, li toccava, dava parola e microfono all'uno e all'altro. Mister President, qual è la differenza principale tra la Russia e gli Usa? Scambierebbe il suo posto con quello di Eltsin? Qual è il futuro della Russia? Perché gli studenti americani non vengono qui? Aiuterà i businessmen americani che vogliono investire qui? Tutti bravissimi in inglese. Come le ragazze della scuola numero 45 che alle 3 meno un quarto, sotto la neve ghiacciata, aspettavano Hillary sulla piazza Rossa, davanti alla cattedrale di San Basilio. La signora Clinton è scesa dalla Lincoln blindata uscendo dal pranzo al Cremlino con Naina Eltsina nella Sala della Zarina e s'è tuffata in mezzo alle ragazze, scelte ci ha spiegato la Tass - tra le più brave della scuola in in¬ glese. Quattro chiacchiere e quattro foto. Poi Hillary ha raggiunto Bill a Ostankino, mentre Chelsea, la figlia, se ne andava a spasso sul vecchio Arbat con sette-otto ragazzi americani. Per la cronaca aveva un cappotto turchese, non portava cappello e s'è infilata al bar Bistrò a bere qualcosa. E intanto Bill rispondeva alle domande dei ragazzi. «Non sono venuto qui a darvi lezioni... il futuro è di chi crede nel futuro, non nel passato... l'America ha una vecchia democrazia, voi la più giovane...». Fino a quando un ragazzo gli ha chiesto: «Quanti anni aveva quando ha stretto la mano al presidente Kennedy? Pensava che sarebbe diventato presidente?». Bill lo ha fatto venire vicino, gli ha stretto la mano e ha detto: «Avevo 16 anni e forse un giorno anche tu diventerai presidente...». Fiori e applausi. Cesare Martinetti Clinton con Eltsin e l'ucraino Kravchuk Qui accanto Hillary e la signora Eltsin (FOTO REUTER] «Bill, quando hai dato la mano a Kennedy quanti anni avevi?» «Sedici, stringi la mia, forse anche tu diverrai presidente» Hillary Clinton sulla Piazza Rossa con un piccolo russo fra le braccia