Al supermarket dei candidati di Massimo Gramellini

Professionisti, intellettuali, notabili, artisti: tutti benvenuti purché «nuovi» Professionisti, intellettuali, notabili, artisti: tutti benvenuti purché «nuovi» Al supermarket dei candidati Caccia ai nomi illustri per prendere voti ROMA. Benvenuti, purché nuovi. Cioè inediti. O anche soltanto non ancora spremuti. Finita l'era dell'usato sicuro, la politica cerca facce da spendere sul mercato delle elezioni. Siamo alle prime mosse, accompagnate da solenni rifiuti (Santaniello) o timide conferme. Ma già si comincia a capire da che parte tira il vento. In disgrazia il politico-politico e tutti i suoi derivati: il sindacalista, il coldiretto, il confcommerciante, il quadro di partito. Ricercatissimi i piccoli notabili di quartiere: con collegi di centomila anime, alla fiera del maggioritario per vincere bastano ventimila voti. E il nome illustre. Funziona ancora. Purché della categoria giusta. LA DONNA. Tangentopoli, una roba da maschi, regala al «gentil» sesso un aggettivo molto più di moda: onesto. Il fisico resta un requisito interessante, purché abbinato con grinta e un minimo di eloquenza. L'elenco dei desideri si apre con Alba Parietti (pds) ed Elisabetta Gardini (ppi), simboli ad altissimo gradimento del nuovo bipolarismo televisivo. Berlusconi risponde con le scrittrici Barbara Alberti e Lara Cardella, che ha già superato la prova-tv attaccando Occhetto da Santoro. IL GIORNALISTA. Richiestissime anche qui le donne bipolari: Barbara Palombelli (progressisti), scuderia Repubblica, moglie del sindaco di Roma Francesco Rutelli, e Angela Buttigliene (popolari-patto Segni), scuderia Tgl, sorella di Rocco, ideologo martinazzoliano. In questo settore la sinistra ha come sempre più frecce al suo arco. Sul taccuino dei sogni ci sono due nomi illustri: Giampaolo Pansa e Michele Serra, candidati a prova di leghista, nel senso che andrebbero fortissimo anche al Nord. LA VÌTTIMA DI MAFIA. Apre la schiera un parente «ad honorem»: il giudice e futuro senatore Antonino Caponnetto (Rete). Corteggiata l'intera famiglia Borsellino (il msi punta al figlio Manfredi), mentre Maria Falcone si presenterà con i moderati per strappare almeno un collegio di Palermo all'imbattibile Rete di Orlando. L'ARTISTA. La categoria è in ribasso dopo le pessime prove offerte nelle passate legislature dai vari Gerry Scotti e Cicciolina. Stavolta si bada alla sostanza: la sinistra vuole Francesca Archibugi, Leila Costa e Francesco De Gregori, lo Sting dei progressisti ita¬ liani, e sogna un colpaccio con il fotografo benettoniano Oliviero Toscani. Berlusconi risponde con Bruno Lauzi, già compositore dell'inno del pli, e Ombretta Colli. E il centro cattolico? Un nome su tutti: l'annunciatrice Nicoletta Orsomando, ovvero la faccia migliore della Prima Repubblica democristiana. LO SPORTIVO. Fra gli uomini di spettacolo è l'unico a conservare credibilità fra le masse, specie quelle moderate. Berlusconi è pronto ad attingervi a piene mani: Baresi, Tacconi, Carmine Abbagnale. Il partito popolare pensa a due vecchie glorie: Moser e Mennea, Fini a una terza: l'ex centravanti Giorgio Chinaglia. della Lazio, IL MAGISTRATO. Di Pietro è un sogno impossibile. Non così Tiziana Parenti, la «Titti terror dei comunisti», che Berlusconi strapperebbe volentieri al pool antimafia. Nella categoria «toghe», il Dottore ha già comunque piazza¬ to un colpo: l'avvocato del casoTortora, Raffaele Della Valle: «Accetto perché Berlusconi è uno dei pochi imprenditori ad essere uscito da Tangentopoli a testa alta». L'IMPRENDITORE. In effetti non va fortissimo. Ma regge, purché «nuovo». I progressisti schierano il profilo nevrotico di Marina Salomon? Berlusconi risponde con un mito: il signor Rovagnati, quello dei prosciutti. IL TECNICO. Diviso in due sottocategorie: ministro e ministeriabile. Alla prima appartengono tutti i professori del governo Ciampi, in testa Spaventa e Cassese, assi nella manica della Sinistra che cerca il voto moderato. Nella seconda rientrano tutti i professori universitari che sono rimasti fuori da questo governo e puntano ad entrare nel prossimo: da destra a sinistra Domenico Fisichella, Franco Cardini, Antonio Martino, Giulio Tremonti, addirittura Franco Modigliani, che al¬ cuni progressisti hanno candidato alla presidenza del Consiglio. IL BASTI AW CONTRARIO. Ovvero: il gioco del «chi l'avrebbe mai detto che...». Categoria emergente, perché fa stupore e quindi audience. Ad esempio, chi l'avrebbe mai detto che il tandem rifondazionista Tiziana Maiolo-Gianni Sarritzu potesse trasferirsi da Berlusconi? Che il liberale Paolo Battistuzzi si candidasse con l'alleanza del pds? E che Dacia Valent, l'onorevole-poliziotta di colore, abbandonasse la «sinistra razzista» magari per indossare la casacca azzurra dei berlusconiani? Massimo Gramellini Il pds tenta la Parietti Berlusconi risponde con Lara Cardella PROGRESSISTI Richiestissime anche le firme del giornalismo da Angela Buttiglione a Michele Serra Corte agli sportivi: Fini prova con Chinaglia Sopra, Marina Salomon. Sotto, Antonino Caponnetto e Maria Falcone

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