Murate il pozzo ha l'Aids di Enrico Benedetto

Medioevo in Normandia per il cadavere di un sieropositivo Medioevo in Normandia per il cadavere di un sieropositivo Murate il pozzo: ha l'Aids Sequestri, 155 mafiosi in manette Dopo 20 anni la verità sulla morte di Cristina Mazzotti PARIGI pozzo: è pozzo: è ATTENTI a quel sieropositivo. Parola di sindaco. Sembra una facezia. Invece no: in un Comune normanno il primo cittadino crede nella via idraulica all'Aids. Così, non potendo applicargli un preservativo, ha chiuso manu militari il pozzo che rischiava di propagare l'epidemia. Almeno secondo lui. E' una storia di ordinaria ignoranza, ma assai significativa. Perché nasconde fantasmi ben radicati nell'immaginario europeo. Dagli untori al Doktor Mabuse, temi quali il «contagio invisibile» e la «morte silenziosa in cammino» attraversano la nostra civiltà. Avvelenare i pozzi era inoltre una pratica militare ben 4011 5 9771122176003 Il clan realizzò otto rapim diffusa prima che arrivassero le convenzioni internazionali a separare guerra barbara e per gentlemen. Comunque sia, il tempo sembrerebbe davvero essersi fermato nel villaggio di Le Bény-Bocage, 850 anime in pieno Calvados. Se la Bretagna - rivelano i sondaggi - ha la maggior fobia verso le migrazioni nordafricane che pure la sfiorano appena, non stupisce che la Normandia rurale ingigantisca lo spettro Aids. Ma per scatenare il panico occorreva un pretesto. Nessun problema. Dal pozzo di monsieur Clair Ponge ecco spuntare un cadavere. Breve indagine. E' il figlio quarantaseienne di una contadina che risiede nel villaggio. Aveva cercato fortuna a Parigi, trovando - invece - l'Aids. I medici legali concludono: suicidio. Ma chiuso il dossier medico, si apre quello della psicosi collettiva. Il virus Hiv potrebbe diffondersi attraverso le falde acquifere, raggiungendo la popolazione inerme. Non siamo ancore alle acque mutate in sangue di biblica me¬ moria, ma quasi. Sindaco è Jean-Claude Duellane. Come nei romanzi di Balzac fa il notaio, categoria spesso insensibile - letterariamente almeno - al ridicolo. Decreta quindi che occorre sprangare il pozzo. Ponge trasale. Consulta i servizi di prevenzione anti-Aids nella capitale (che ancora si racconteranno l'aneddoto) e riferisce: pericolo nullo. Ma il notaio non si demoralizza. Convocata un'impresa, le ordina di intervenire spaccando la recinzione e neutralizzare il «pozzo all'Aids». Che il proprietario lo denunci non l'interessa, suo dovere era proteggere la salute pubblica. Incorreggibile, spiega: «Lo rifarei eccome. Era nell'interesse dei miei concittadini. Se arrivava un nuovo decesso per Aids, in paese avrebbero mugugnato "il sindaco non fa nulla"». Adesso ha la coscienza tranquilla. E a Le Bény-Bocage nessuno berrà mai un bicchiere di Aids. MILANO. Altro che Puerto Escondido. L'«Isola felice», almeno per la 'ndrangheta calabrese specializzata in sequestri, è stata per decenni la dolce terra di Lombardia. E così i carabinieri hanno voluto definire proprio «Isola felice» l'operazione che ha portato all'emissione di 155 ordini di custodia cautelare: 87 già eseguiti tra Lombardia, Piemonte e Calabria; 54 notificati in carcere a già detenuti; altri 14 da eseguire nei prossimi giorni. Ci sono anche nomi eccellenti delle cosche, oltre a manovali ed incensurati. Come Domenico Lojacono, 69 anni, il professore della 'ndrangheta arrestato ieri mattina a Torino. Fu lui, secondo gli inquirenti, la mente del sequestro di Cristina Mazzotti, a metà Anni Settanta. Ad avvalorare il lavoro degli inquirenti, ci sono le rivelazioni di un pentito fondamentale: Antonio Zagari. Paolo Potetti A PAGINA 13 Enrico Benedetto

Persone citate: Antonio Zagari, Balzac, Clair Ponge, Cristina Mazzotti, Domenico Lojacono, Paolo Potetti, Ponge, Puerto Escondido

Luoghi citati: Calabria, Calvados, Lombardia, Milano, Normandia, Parigi, Piemonte, Torino