GOVEANI E' GIUNTO AL BIVIO di Gianni Romeo

GOVEANI E' GIUNTO AL BIVIO GOVEANI E' GIUNTO AL BIVIO IL Torino sembra un naufrago ricacciato dall'onda tutte le volte che la riva è vicina. Quando tramontò fra molte apprensioni la felice èra Pianelli, si credette che Sergio Rossi avrebbe rappresentato a lungo un bel salvagente. Ma troppi tifosi miopi e impazienti non seppero meritarsi uno degli ultimi presidenti che al calcio hanno dato, anziché chiedere. Mario Gerbi, uomo equilibrato e tifoso appassionato, avrebbe potuto garantire una serena continuità in attesa che si coagulassero nuove forze attorno alla società. Ma una campagna acquisti sbagliata, come può succedere nelle migliori famiglie, fece prendere al Torino la strada della B, a Gerbi e De Finis quella della cessione. Aveva fatto degli errori, la strana coppia, ma consegnò a Borsano, un giovane imprenditore che sembrava avere le idee chia/e, una società sana nello spirito e nei conti in banca. La riva sembrò di nuovo vicina con quest'uomo che arrivò a portare la squadra granata in alto come mai era successo negli ultimi anni; ma i profondi buchi aperti con una spregiudicata gestione societaria fecero naufragare ogni entusiasmo, Poi il notaio Goveani: abile o sprovveduto? Vittima o complice? Il futuro metterà a fuoco i chiaroscuri di una presidenza improntata all'austerità di gestione ma segnata da spese che è difficile approvare, come l'acquisto di giocatori dei quali si poteva fare a meno; come la vicenda dell'Azione Granata, trasformatasi in un passivo in più. Ed è sbagliata l'impressione che Goveani fosse (sia) di passaggio, se ha comperato il Torino senza avere i soldi necessari per portare a termine l'operazione? E quella scrittura privata con Borsano? Goveani adesso ha due strade, davanti a sé. Decidere di difendere la sua presidenza, oppure tirarsi in disparte e favorire l'ingresso di persone che lasciano intravedere un nuovo approdo in acque più calme (oltre al Giribaldi di cui si dice in questa stessa pagina, sembra pronto Gerbi Junior). Se il Notaio ha buone carte in mano, se ha trovato i partner giusti e non soltanto qualche occasionale compagno di viaggio, vada avanti. Ma deve essere certo di quello che potrà offrire, in denaro ai creditori e in certezze alla gente. Altrimenti i tifosi e la città non gli potranno mai perdonare di ostacolare trattative serie, se invece delle buone carte nasconde un bluff. Gianni Romeo