Ora avremo'«appalto pulito»

Tra gli ultimissimi atti il Parlamento ha varato la legge antitangenti sui lavori pubblici i Tra gli ultimissimi atti il Parlamento ha varato la legge antitangenti sui lavori pubblici i Ora avremo ('«appalto pulito» Ma non saranno escluse le aziende inquisite ROMA. Sarà vero? Tra gli ultimissimi suoi atti, il Parlamento di Tangentopoli approva una ampia, complessa legge per evitare che Tangentopoli si ripeta. Nel Paese dove la parola appalto è diventata, nel linguaggio comune, quasi un sinonimo di guadagno illecito, è arrivata all'approvazione definitiva la riforma degli appalti, o «legge quadro sui lavori pubblici». C'è arrivata, ieri mattina in Senato, con una maggioranza larghissima: solo il msi ha votato contro, Rifondazione comunista si è astenuta. Sarà vero? Sostiene di sì il ministro dei Lavori pubblici Francesco Merloni, che aveva proposto questa riforma addirittura un anno e mezzo fa, quando faceva parte del governo Amato e sugli scandali si sapeva molto meno di oggi. «Si tratta di una risposta adeguata a Tangentopoli» dice, benché di diverse modifiche parlamentari dell'ultimo momento non sia entusiasta. Una delle novità principali, spiega, è la creazione di una «Autorità di vigilanza», organo «non condizionato dalla politica», simile alla Consob o all'Antitrust, che «controllerà caso per caso». I lavori di importo superiore a 150 milioni dovranno essere registrati presso un «osservatorio». «Trasparenza nei rapporti, responsabilità chiara dei progettisti e dei costruttori, concorrenza per scegliere i migliori» sono, secondo il ministro, la caratteristiche delle nuove norme. In concreto, sparisce una delle occasioni di imbroglio più facili da utilizzare: l'assegnazione dell'appalto in base a un «progetto di massima» (che poi si cambia, può crescere molto di costi, eccetera). Gli appalti si decideranno in base alla «progettazione esecutiva». Si restringe moltissimo la facoltà di assegnare i lavori, invece che con una gara, con il metodo della «trattativa privata» caro all'ex ministro ora pluriinquisito Gianni Prandini. Quanto a realizzare ima concorrenza vera tra le imprese, evitando gli accordi sottobanco scoperti più o meno in tutti gli scandali recenti, Merloni avrebbe voluto abolire subito l'Albo dei costruttori, in omaggio tra l'altro alle direttive europee; al termine del faticoso viaggio parlamentare, è riuscito ad ottenere che scom¬ paia dal 1° gennaio '97. Nella versione finale del complesso testo non c'è però - sparita all'ultimo momento - l'esclusione dalle gare delle imprese inquisite. E sta di fatto che al risultato il Parlamento è giunto in modo poco trasparente. Insabbiamenti, maggioranze occasionali in commissione, rivalità tra Camera e Senato (due letture a testa), pressioni di contrastanti interessi di categoria hanno disegnato un iter sussultorio; l'accelerazione degli ultimi giorni, a Montecitorio prima e a palazzo Madama poi, deve molto alla minaccia di Merloni e di Ciampi di fare, altrimenti, un decretolegge. Non si trattava solo di innovare più o meno. Le grandi imprese tiravano da una parte, le piccole da un'altra e le medie da un'altra ancora, l'Ordine degli ingegneri si scontrava con le società di progettazione, la burocrazia centrale con le amministrazioni locali; intanto la vecchia normativa, per paura delle indagini dei magistrati, diventava inapplicabile: molte autorità hanno preferito non decidere alcun appalto, mettendo in pericolo l'occupazione. La soluzione non sarà rapida: molto è stato delegato alle norme attuative, che ci vorranno mesi per mettere a punto. Secondo alcuni esperti, potrebbero restare spazi all'arbitrio degli amministratori pubblici; la garanzia di Merloni è che a presiedere la commissione per il nuovo regolamento sarà chiamato un giurista come Massimo Severo Giannini. L'Ance, associazione dei costruttori, non dà il giudizio negativo che taluni si attendevano, ma uno articolato: «La nuova legge contiene gran parte degli elementi necessari a restituire trasparenza e normalità al mercato» pur se «macchinosa» in alcuni punti. Per le grandi imprese dell'Igi la nuova legge è importante e buona in molti aspetti ma non è «né snella né lineare». Per le Coop rosse dell'Ancpl, «riesce nel suo scopo». Diverse piccole imprese ritengono troppo severe le garanzie finanziarie per partecipare alle gare. I sindacati edili sono abbastanza soddisfatti, perché «tolgono l'alibi della paralisi del settore». Tra le novità la garanzia del rispetto dei diritti di assunzione degli handicappati, [s. 1.] A vigilare sarà un'Authority che controllerà caso per caso Nasce anche un osservatorio A destra, Ciampi Accanto da sinistra Gino Giugni e Mario Colombo

Persone citate: Ciampi, Francesco Merloni, Gianni Prandini, Gino Giugni, Mario Colombo, Massimo Severo Giannini, Merloni

Luoghi citati: Roma