La favola di «Mr. Jones la psichiatra e il suo paziente un amore nato con la pioggia di Alessandra Levantesi
La favola di «Mr. Jones La favola di «Mr. Jones » La psichiatra e il suo paziente un amore nato con la pioggia Araccontarlo sotto brevità, «Mr. Jones» è la storia di una psichiatra che, violando il codice professionale, si innamora di un suo paziente. Niente di nuovo sotto il sole, si dirà. L'idillio fra medico della psiche e malato ha ispirato un'infinità di film americani a partire dall'hitchcockiano «Io ti salverò»; e lo stesso Richard Gere, che qui impersona il bel maniaco depressivo affidato alle cure della sensibile dottoressa Lena Olin, aveva interpretato in ((Analisi finale» la parte di un terapeuta un po' troppo coinvolto con le clienti Kim Basinger e Urna Tourman. In «Mr. Jones» però c'è una piccola variazione. Il medico Olin, dopo essersi tormentata e colpevolizzata del suo «errore» di aver fatto l'amore con Gere, si risolve a seguire il richiamo del cuore abbandonando una professione per la quale si accorge del resto di nutrire una sostanziale sfiducia. All'inizio troviamo Gere operaio in un cantiere edile, intenzionato a spiccare il volo dal tetto come se fosse Icaro. Salvato da un buon collega nero, il survoltato carpentiere, che in realtà è un eccellente musicista, viene spedito dritto nell'ospedale dove la Olin vorrebbe trattenerlo qualche tem- po per impedirgli di continuare a farsi del male. Sa infatti che la debordante vitalità di Mr. Jones rischia di trasformarsi in depressione profonda, cosa che puntualmente avverrà. Dal canto suo, Gere ha intuito la malinconia che si cela dietro lo sguardo della dottoressa, vulnerata da un matrimonio finito malamente. E una spensierata giornata trascorsa insieme sulle rive dell'oceano californiano getta le basi di un amore che, covato durante le sedute terapeutiche, sboccerà romanticamente sotto la pioggia in una notte di tempesta. La struttura drammaturgica di «Mr. Jones» ò assai debole: convenzionale nello sfiorare il tema dell'indefinibile rapporto che lega psicoanalista e paziente, il film è troppo confezionato per essere il dramma intimista che forse aveva in mente il regista inglese Mike Figgis (sostituito d'ufficio nelle fasi conclusive della lavorazione). E paradossalmente non riesce a essere abbastanza hollywoodiano nel romanzare storie e personaggi come piace al grande pubblico. Alle prese con il personaggio più fantomatico che mai venne affidato a un divo, Gere è molto bravo e dà vita a un nevrotico seduttivo, dolorosamente periclitante fra euforia e disperazione. Ma non sono bastati la sua presenza, la vibrante interpretazione della svedese Lena Olin e alcune finezze di regia a salvare dal flop il film al botteghino Usa. Alessandra Levantesi MR. JONES di Mike Figgis con Richard Gere, Lena Olin, Anne Bancroft, Tom Irwin Usa 1993. Drammatico Arlecchino, Tonno; Mignon, Milano; Rivoli e Cola di Rienzo, Roma
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