Perse le chiavi del supercarcere

Perse le chiavi del supercarcere Il sindaco: mancano i soldi per cambiare serrature. Interviene Conso Perse le chiavi del supercarcere Nuoro, resta chiuso il nuovo penitenziario NUORO. Un carcere, di solito, è sprangato a tripla mandata per impedire che esca chi non deve. A Macomer, grosso centro della provincia di Nuoro, accade il contrario. Nella prigione ermeticamente sbarrata non può entrare nessuno, neanche il direttore e gli agenti di custodia, oltre ai detenuti. Il fatto è che si sono perse le chiavi: dei cancelli, delle porte delle celle, dei depositi, persino degli uffici. Dove siano finite nessuno lo sa. Pare le abbia trattenute l'impresa che ha realizzato lo stabile con un appalto (ironia della definizione) «chiavi in mano». In ogni caso le chiavi non le ha mai ricevute il sindaco, né l'amministrazione carceraria, che pure vorrebbe entrare subito in possesso dell'edificio per allentare la tensione creata dal sovraffollamento negli altri penitenziari della zona. A Sassari, nelle ultime settimane, tre funerali sono partiti dalla fatiscente galera dalla quale, in altri tempi, riuscì a evadere Graziano Mesina, il re del banditismo isolano. C'è stato allarme per le condizioni di vita dietro le sbarre. Richiamato dalle luttuose notizie, a Sassari è giunto in visita, lunedì scorso, il ministro della Giustizia Conso: «Troppi detenuti», ha commentato al termine di un sopralluogo. E subito si è iniziata la ricerca di sistemazioni alternative. Ovvio pensare a Macomer, che da Sassari è lontana una sessantina di chilometri. Tanto più che, a dieci anni di distanza dalla posa della prima pietra, alla periferia del centro nuorese è stato ultimato un carcere modello: tre bracci, 45 celle a due posti, una spesa di 5 miliardi. Così s'è ipotizzato di inaugurarlo in pochi giorni, a marce forzate. Ma, sorpresa, nessuno è riuscito a trovare le chiavi delle celle. Sembrava un problema di poco conto. Poi si è scoperto che le serrature di una prigione non sono come quelle di una casa. Costano di più, molto di più. Per sostituirle tutte, a Macomer occorrono 40 milioni. Una somma di cui l'amministrazione della cittadina non può disporre da un momento all'altro. Il sindaco pidiessino Giuseppe Loddo si è impegnato a racimolarla, ma ha messo le mani avanti, sottolienando che il Comune non è responsabile dell'incredibile pasticcio. Ma, si sa, i tempi della bu¬ rocrazia, in un'Italia che sigilla le prigioni dall'esterno, sono quelli che sono. Tra varie amministrazioni ci sono stati ieri ripetuti contatti. Alla fine il nodo è stato sciolto dal guardasigilli Giovanni Conso. «Appena informato dell'inopinata scomparsa delle chiavi - si legge in una nota - il ministro ha dato immediate disposizioni per la pronta sostituzione di tutte le corrispondenti serrature, ferme restando le indagini per il ritrovamento delle chiavi smarrite e delle relative responsabilità». Il comunicato del ministero ha fatto tirare un sospiro di sollievo al direttore del carcere di Oristano, Pier Luigi Farci, che è anche reggente della prigione di Macomer. «Tra qualche giorno - assicura contiamo di aprire, di accogliere i primi detenuti». Scatta, insomma, l'operazione porte aperte. E chissà, forse tra i futuri ospiti del modernissimo carcere potrebbe esserci anche il ladro delle chiavi. Sempre che di furto si tratti, e non di un episodio legato solo a una dimenticanza. Corrado Grandesso

Persone citate: Conso, Corrado Grandesso, Giovanni Conso, Giuseppe Loddo, Graziano Mesina, Pier Luigi Farci