Voto di scambio a Westminster, nuovo fango su Major di Fabio Galvano
Voto di scambio a Westminster, nuovo fango su Major GRAN BRETAGNA SHNNM Il Municipio (roccaforte tory) ha venduto sottocosto 500 case pubbliche per comprare voti al partito del premier Voto di scambio a Westminster, nuovo fango su Major Dopo i sexy-scandali i conservatori coinvolti in maneggi elettorali a Londra LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo i peccati d'alcova, uno scandalo politico d'imprevedi bili conseguenze si è abbattuto ieri sul governo conservatore di John Major. L'accusa è grave: broglio elettorale; e per i tories, che l'ultimo sondaggio dava mercoledì in svantaggio di 26 punti a 50 rispetto ai laboristi, sono brutte notizie. Al centro della vicenda, che ha indotto Major a convocare ieri sera una riunione «ristretta» di gabinetto, è il consiglio municipale della Città di Westminster, roccaforte conservatrice nel cuore di Londra. L'accusa, secondo il revisore dei conti che per quattro anni ha indagato compilando un dossier di IL) mila pagine, è di avere venduto a prezzi irrisori, nella speranza di vantaggi elettorali in alcune circoscrizioni, numerosi appartamenti di proprietà del Comune. Si calcola che il danno sia stato di oltre 21 milioni di sterline (53 miliardi di lire); e il rapporto punta il dito contro dieci consiglieri comunali, fra i quali la presidentessa Dame Shirley Porter - ereditiera della catena di supermercati Teseo - e colui che ò oggi un deputato ai Comuni, Barry Legg. John Magill, il revisore dei conti che sta facendo tremare il governo Major, intende rivolgersi al tribunale affinché i responsabili siano condannati a rifondere - di tasca propria - il danno subito dalla citta di Westminster. Ma ò ben poco rispetto al danno politico subito dal governo, che ha sempre additato Westminster come; uno dei più validi campioni nell'attuazione delle politiche tory. «Se le accuse si riveleranno corrette - è stato costretto a dichiarare Major durante il dibattito ai Comuni - non avrò alternativa a quella di condannare tali attività». E sebbene Dame Shirley Porter - ora in vacanza all'estero - abbia fatto sapere attraverso i suoi avvocati che le accuse «non sono vere né in fatto, né in diritto», all'opposizione non è parso vero di poter sfruttare uno scandalo vero dopo quelli costruiti nei giorni scorsi sulle vicende private di deputati e sottosegretari conservatori. «Un esempio devastante di corruzione finanziaria e di abuso del potere», ha denunciato il leader laborista John Smith. Ieri, davanti al municipio di Westminster, ci sono state anche manifestazioni di protesta. La decisione di accelerare la vendita degli appartamenti del Comune, mettendone sul mercato 500 più di quanto fosse staj to programmato, era stata presa in vista delle elezioni comunali I del 1990. «Il vantaggio elettore j le del partito di maggioranza | dice l'accusa - era l'obiettivo principale». Westminster ci l aveva rimesso non solo sui prezzi di vendita, ma anche sulle spese per trovare sistemazione alternativa ai senzatetto della zona, a cui in origine quegli appartamenti erano destinati. Una Tangentopoli all'inglese? Sicuramente - come afferma l'accusa - «un caso di corruzione politica su una scala mai vista in questo dopoguerra». Per il governo Major, impegolato in una crisi per molti versi paragonabile all'«effetto Profumo» che trent'anni fa aveva piegato il governo Macmillan, il basso espediente dei consiglieri di Westminster potrebbe segnare l'inizio di un declino inarrestabile. Alle elezioni mancano ancora tre anni; ma i segni di stanchezza dei conservatori, dopo quindici anni al potere, sono evidenti; e i laboristi - come suggeriscono i sondaggi - potrebbero approfittarne. Fabio Galvano Un'altra tegola sul governo conservatore di John Major [FOTO ANSA-EPA]
Persone citate: Barry Legg, Dame Shirley Porter, John Magill, John Major, John Smith, Macmillan
Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra
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