I soldati serbi arrestano due caschi blu americani

I soldati serbi arrestano due caschi blu americani I soldati serbi arrestano due caschi blu americani ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Gli aerei della Nato hanno sorvolato ieri a bassissima quota Sarajevo. Radendo le colline sulle quali sono appostati i miliziani serbi che assediano la città, hanno voluto inscenare gli annunciati attacchi dall'aria. Ma il minaccioso avvertimento non ha impedito ai serbi di continuare a bombardare la capitale bosniaca, mentre è stato segnalato un nuovo grave episodio: alcuni militari serbi, al con.'me con la Macedonia, hanno arrestato cinque caschi blu, di cui due americani. Nelle ultime 24 ore l'artiglieria pesante serba ha sparato più di 350 granate contro Sarajevo, uccidendo quattro persone e ferendone una trentina. Una bomba e esplosa nei pressi dell'ospedale, dove altre cinque persone sono rimaste gravemente ferite. «Le minacce di un intervento militare contro i serbi sono usate troppo spesso dall'Occidente. Lo fanno tutte le volte che vogliono far passare un piano di pace che secondo loro i serbi non accetteranno» ha dichiarato il generale Milovanovic, numero due delle forze serbo-bosniache. «Non daremo mai l'aeroporto di Tuzla, perché non vogliamo che diventi un deposito di anni per i musulmani» ha detto Milovanovic. «Che bombardino pure, ma in questo modo minacciano direttamente le unità delle forze di pace dell'Orni», ha aggiunto il generale annunciando senza mezzi termini rappresaglie contro i caschi blu. Intanto il generale John Shalikashvili, comandante in capo delle forze armate americane, ha dichiarato che le sole forze aeree non sarebbero sufficienti per riaprire gli aeroporti in Bosnia e che soltanto l'impiego delle truppe terrestri ne garantirebbe la riapertura, ma che gli Stati Uniti i non sono disposti a mandare i lo¬ ro soldati in Bosnia finché non verrà raggiunto un accordo di pace tra le due parti in guerra. A sua volta il segretario generale dell'Orni Boutros Ghali ha ancora una volta criticato il comandante in capo dei caschi blu stazionati in ex Jugoslavia generale Cot per la sua aperta sfida alle autorità civili dell'Onu. Chiedendo che siano i militari a decidere l'intervento armato in Bosnia, il generale Cot avrebbe denigrato i massimi organi delle Nazioni Unite. Ghali rimane fermo sulle sue posizioni perché «un intervento militare in Bosnia metterebbe in pericolo la sicurezza dei caschi blu». Ma le forze di pace dell'Onu sembrano decise a portare avanti le azioni in Bosnia. I caschi blu vogliono far passare la colonna di autoblindo e di carri armati diretti a Tuzla attraverso Trieste e Spalato, per poi risalire verso la Bosnia del Nord. I croati bosniaci hanno garantito libero passaggio al convoglio. Bisogna però vedere come reagirà il generale Mladic, capo delle forze serbo-bosniache, che finora ha impedito l'entrata in Bosnia di ogni arma con calibro superiore a quelle di cui dispongono i suoi uomini. Intanto il presidente bosniaco Izetbegovic ha definitivamente respinto le proposte di pace del presidente croato Tudjman, che tra l'altro ha offerto ai musulmani una confederazione con la Croazia. Ingrid Badurina Il leader serbo Milosevic

Persone citate: Boutros Ghali, Ghali, Izetbegovic, John Shalikashvili, Milosevic, Milovanovic, Mladic, Tudjman

Luoghi citati: Bosnia, Croazia, Jugoslavia Generale Cot, Macedonia, Sarajevo, Spalato, Stati Uniti, Trieste, Zagabria