Sorrisi con riserva all'amico cowboy

Sorrisi con riserva all'amico cowboy DIARIO DI MOSCA Sorrisi con riserva all'amico cowboy MOSCA I sono «giornate sì» e «giornate no». Ieri, per Eltsin, è stata «giornata sì». Veniva da una giornata nera, dove il suo candidato alla presidenza del Consiglio della Federazione, Vladimir Shumeiko, era stato bocciato dai «senatori». Il rublo cadeva di una quarantina di punti sul dollaro. Il premier Chernomyrdin s'inalberava minacciando di silurare i ministri della terapiachoc. Poi è arrivato Clinton: buone notizie da Kiev. Kravciuk di Ucraina rinuncia alle sue testate nucleari. E sotto le auguste volte della sala di San Giorgio è risuonato il fresco appoggio di Washington, di nuovo quasi incondizionato. Puntano ancora su di lui, nonostante il campanello d'allarme Zhirinovskij. E il Presidente russo, raggiante, annuncia che la sua riforma andrà avanti, come prima, più di prima. Non solo. Dal suo gabinetto al Cremlino parte, come un proiettile, un decreto: il ministro delle Privatizzazioni, Ciubais, pupillo dei radical-democratici, bandiera di Strobe Talbott, vicesegretario di Stato Usa, rimane al suo posto come vice-premier. Chernomyrdin è sistemato a dovere, mentre il segretario al Tesoro Usa, Lloyd Bentsen, commenta con i giornalisti il genuino entusiasmo del Presidente russo: «Una delle cose più piacevoli è stata vedere l'impegno di Eltsin alla continuazione delle riforme». E poiché le buone notizie arrivano insieme, come le ciliegie, ecco giungere la vittoria di Shumeiko, finalmente eletto presidente della Camera alta. Si temeva che, almeno su un punto, la liscia piega degli eventi si sarebbe increspata in angoli acuti e spigolosi. Clinton arrivava a Mosca dopo aver navigato a Bruxelles e a Praga tra le paure degli esteuropei e le preoccupazioni di non urtare troppo gli umori dei russi. Quella «partnership for peace», infine ottenuta nonostante i malumori di Walesa e di Havel, non pareva, vista da lontano, digeribile nemmeno per Eltsin. Ma il sorriso del Presidente americano avrebbe sgelato anche un iceberg. E il ministro degli Esteri Kozyrev ha trovato la soluzione: basta fingere che le decisioni di Bruxelles non esistono. La sua interpretazione della «partnerI shìp for peace» è che non è I successo niente. Clinton assi- cura che «non ci devono essere nuove linee di demarcazione in Europa», dunque se ne deduce che la Nato resta nei suoi confini. Così il segretario di Stato Warren Christopher si affaccia in sala stampa e comunica ai giornalisti che Eltsin ha reagito in modo «molto positivo» al piano americano. Non c'è alcuna ragione di dubitare delle parole di Christopher, che è uomo d'onore. Ma non tutto ciò che ci si dice nelle sale «verde» e «gialla» del Cremlino deve necessariamente correre per il mondo. Anzi per la Russia. Così è toccato a Viaceslav Kostikov (che ogni giorno che passa trascolora sempre di più dalla funzione di portavoce a quella di correttore di bozze del Presidente) moderare gli entusiasmi. Si presume allo scopo di non provocare troppo i nazionalisti russi. La doccia è gelata. Che ne pensa della «partnership for peace»? Kostikov getta un'occhiata furtiva agli appunti e, davanti alle telecamere russe, recita: «Per ora in Russia si conosce poco di questa iniziativa». Attimo di silenzio, pausa sapiente, sorrisetto ammiccante: «Bella confezione, ma senza contenuto reale». La «giornata sì» volge al termine con rumori di tuono, anche se a Mosca non ci sono temporali d'inverno. Alla Duma il candidato dei comunisti e quello dei nazionalisti sgominano tutti gli avversari. L'ambasciatore Pickering ha organizzato un «party conoscitivo» del Presidente con le forze politiche e sociali. La lista è lunga, più di 150 persone. Ci sono tutti: dal comunista Ziuganov al signor Mitrofanov, deputato di Zhirinovskij (ma Vladimir Zhirinovskij non c'è). Anche Gorbaciov ha ricevuto, per posta, il cartoncino d'invito, ma non ci andrà. Nessuno gli ha telefonato. Forse ha pensato che avrebbe dovuto mettersi in fila per stringere la mano di Clinton, magari subito dopo l'onorevole Mitrofanov. Giuliette- Chiesa