Bisignani girava «come padrone»
Bisignani girava «come padrone» Monsignor Paul Marcinkus con Giulio Andreotti Bisignani girava «come padrone» vane fu liberato. Ma chi pagò? Sentite cos'ha raccontato a un giudice Licio Gelli nel 1988: «Ricordo che una sera io e Umberto Ortolani incontrammo Calvi all'Hotel Excelsior. Lui arrivò in ritardo e quando arrivò disse che il ritardo era dovuto al fatto che aveva compiuto un'opera buona. Ci spiegò che aveva dovuto consegnare un miliardo di Vire in contanti necessario per pagare il riscatto del figlio dell'onorevole De Martino. Aggiunse che all'ultimo momento si era accorto che il denaro era contenuto in sacchetti di tela con la scritta Ior e aveva quindi dovuto eliminarli...Cinque o sei giorni dopo il figlio dell'onorevole De Martino venne rilasciato». Guardate un po' che sante opere di religione la banca vaticana portava a compimento con l'ausilio di Calvi, Gelli, Ortolani... Povero Di Pietro, gli garantiamo noi stessi che dietro gli sportelli dello Ior non ci sono giovani seminaristi o suorine inesperte, e che il Bisignani, quando ne era incalzato, non poteva che rispondere così: degli ufficetti... Ma, silurato Marcinkus e assunto il bravo e timorato professor Calcia, tutto doveva cambiare nel Torrione di Niccolò precipitante verso l'inferno. E invece... Invece, Bisignani ci ha raccontato un suk mediorientale. Se poco più di due anni fa la banca vaticana accettava di sposare nella Santa Sede i peccatori Carlo Sama e Alessandra Ferruzzi, in attesa di un erede, in cambio degli utili della «Fondazione San Serafino» destinata alle mazzette, cos'è che non si può chiedere a quello «sportello», come dice Di Pietro? State tranquilli, se avete le necessarie disponibilità, a quello sportello potete ancora chiedere quasi tutto. E sapete perché? Il famoso otto per mille che paghiamo alla Chiesa cattolica se vogliamo risparmiare qualcosa sul '740, porta senza fatica qualche centinaio di miliardi nelle mani del cardinal Ruini. Ma come può bastare alle incombenze della Chiesa universale qualche centinaio di miliardi, quando le ambizioni sono così grandi? L'ultima iniziativa che il cardinale sponsorizza all'interno - è un nuovo giornale della capitale, sensibile alle opere di religione, anche se condotto da esponenti di altre massonerie amiche. Non vale forse qualche decina di miliardi l'unità politica dei cattolici? Certo, il professor Caloia non potrebbe far fronte da solo dal Torrione di Niccolò V. Ma in Italia ci sono ancora tanti timorati fedeli, almeno finche, oberati dai debiti, non daranno anche loro fallimento. Insomma - diciamolo - il teorema giudiziario del procuratore Di Pietro, con i pretini dietro gli sportelli, piuttosto cne con i terminali di un centro di potere che condiziona mezzo mondo, è un po' molisano. Ma non si scoraggi il procuratore. André Malraux diceva: «11 commercio degli angeli non è facile». Alberto Staterà
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