Morì dopo il parto medici assolti di B. Gio.

UN LIBRO DA GUSTARE OGNI GIORNO Il pretore: il decesso della donna fu causato da un'emorragia cerebrale Morì dopo il parto, medici assolti Nessuna colpa dei 4 sanitari del Sant'Anna Assolti perché il fatto non sussiste. Si è concluso così il processo a carico di tre medici e di un primario dell'ospedale ginecologico Sant'Anna, accusati di omicidio colposo per la morte di una giovane donna. Una morte che secondo le prime indagini sembrava avvenuta per le conseguenze di un parto. Ieri mattina la sentenza del pretore. I quattro imputati erano la dottoressa Elsa Margaria, primario anestesista al Sant'Anna, il professor Claudio Morra, già primario di Ostetricia e Ginecologia presso lo stesso ospedale, e i medici Corrado Di Natale (assistente di anestesia e rianimazione) e Nedo Ciucci, aiuto di anestesia. I fatti: Barbara Benintendi, 30 anni, era stata ricoverata al Sant'Anna ai primi di luglio del '91. La sua gravidanza era stata tranquilla: la donna stava bene, mai avuto problemi di sorta, e si preparava al parto. Ma poi le cose erano cambiate, e il travaglio si era rivelato più difficile del previsto. Dopo la nascita di una bambina, avvenuta il 5 luglio, le condizioni di Barbara Benintendi si erano improvvisamente aggravate. La paziente era stata perciò trasferita d'urgenza al Cto, nel tentativo di salvarle la vita. Ma tutto si era rivelato inutile: la donna era scivolata nel coma, e undici giorni più tardi morì senza riprendere conoscenza. Secondo i primi risultati, la causa del decesso era da ricondurre ad un'emorragia cerebrale. Ma la famiglia, il marito, volevano capire fino in fondo i motivi di quel decesso, e si erano costituiti parte civile con l'avvocato Lageard: «Non accusiamo nessuno - aveva dichiarato il marito - ma vorremmo capire che cosa è suc¬ cesso». I quattro imputati (che erano difesi dagli avvocati Obert, Gianaria, Piacentino, Vigliani e Mirmi) hanno sempre respinto le accuse. «Nessuna relazione tra il parto e il decesso della paziente». Il processo si era iniziato nel marzo dello scorso anno. Il pubblico ministero Cesare Parodi aveva chiesto l'assoluzione («per non aver commesso il fatto»). Ieri la sentenza, firmata dal pretore Ivana Pane. Barbara Benintendi è morta a causa di un'emorragia cerebrale, un fatto assolutamente imprevedibile, contro il quale a nulla sono serviti gli sforzi dei medici del Cto. Lo ha stabilito una perizia che era stata affidata dal pretore a quattro medici di Milano. Questa perizia ha stabilito che non vi è relazione tra il parto e le cause della morte della donna. [b. gio.]

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