Moser non è un'impresa folle ma la strada per battere l'età

Continuano i test del trentino per il tentativo di record dell'ora SCOMMESSA CON SE STESSO Continuano i test del trentino per il tentativo di record dell'ora Moser: non è un'impresa folle ma la strada per battere l'età CITTA' PEL MESSICO DAL NOSTRO INVIATO «Obree ha reinventato la bicicletta, Boardman s'è infilato nell'idea e lo ha fatto secco. La storiella di Obree che smontava le lavatrici è buona per chi crede che i bambini li porta la cicogna. C'era del lavoro dietro al quel record. Io non ho reinventato la bicicletta e non voglio nemmeno reinventare me stesso. Ho soltanto uno scopo, dimostrare che alla mia età se ci si allena, se si seguono certe regole, se non ci si butta via dicendo ma chi me lo fa fare, sono vecchio, si possono raggiungere risultati notevoli. Siccome non sono un extraterrestre, se ottengo ciò che desidero, altri potranno seguire la mia strada, sarà stata per il ciclismo un'esperienza importante. Questi capelli grigi che ho sulle tempie che cosa rappresentano? Nulla, soltanto un segno esteriore, è quello che hai dentro che conta». Moser si infervora: «A parole, sembra che il record dell'ora possa batterlo anche Adriano De Zan. Su, cari, andate in pista e poi ridiamo». Le prove per sabato continuano. Moser è impegnato in una serie di test che servono a stabilire quale sia il rapporto ideale per coprire ad ogni pedalata i metri che, sommati allo scoccare dell'ora, gli consentano di scavalcare il confine dei km 52,270 segnato da Boardman. Ammettiamo che Francesco sfoderi 102 pedalate al minuto e che ogni pedalata sviluppi m 8,6. Moltiplicando 102 per 60 (i minuti) e moltiplicando il risultato per 8,6 si ha un bel 52,632, cioè 362 metri oltre Boardman. Ma si accontenterebbe, Moser? Il sospetto è che intenda sfondare addirittura il muro dei 53. Perché è importante la scelta del rapporto? E' importante perché possedendo Moser più forza che agilità, il rapporto dovrà metterlo nelle condizioni di sfruttare al meglio il calibro delle proprie cartucce. «Il mio», dice Moser, «è un tentativo, e quando uno tenta un'impresa, la verità, la consapevolezza di venirne fuori con successo l'apprende soltanto mentre la vive. Speranza non è certezza, spesso le due cose si separano, ognuna dalla sua parte. Io ho una buona, robusta speranza, non ho la certezza. Mi voglio bene, voglio bene al corridore stradista che non si arrende davanti a una sfida che ormai è soltanto da specialisti della pi- sta e l'unico che dalla strada potrà ancora prendersi questo record è Indurain. Mi voglio bene abbastanza per tenermi al riparo dal ridicolo. Non mi sento per nulla un vecchio ridicolo che si picca di passare per ragazzino. I test hanno un valore indicativo, rispondono a certe domande, non ti assicurano che ce la farai. Durante la gara, la bicicletta non soffre, non corre il pericolo di essere diversa da come era il giorno precedente, ma un uomo non è una bicicletta». La tesi secondo la quale un uomo, per quanto preparato e allenato, per quanto si chiami Moser, non è una bicicletta non viene sottoposta al professor Conconi nel timore che ne controbatta la validità. Non si sa mai, con la scienza. Ma a Conconi chiediamo se davvero Moser può davvero bucare il muro dei 53. Il professore sbalordisce: «Qui si sta esagerando, si viaggia tra le favole. Francesco ave¬ va martedì scorso una soglia di 52 chilometri e 800 metri. Ieri è salito a 53,531, con un giro a 59,435 di media. Questo non significa che possa battere Boardman. Ci sono molte difficoltà, molte incertezze e le difficoltà maggiori ce le procura il vento. Non bisogna confondere un tentativo con un miracolo. Moser tenta di superare Boardman, non tenta un miracolo». Semplifichiamo le parole di Conconi. Innanzi tutto, la soglia. E' un valore di frequenza cardiaca o di velocità. Oltrepassata la linea di soglia (nel nostro caso i 52,800) e cioè un certo sforzo, i muscoli si inquinano di acido lattico, la loro produttività diminuisce. Ai test bisogna togliere di solito un chilometro. Siamo a 51,800. Conconi dice che Moser può migliorare di 500 metri. Siamo a 52,300, ovvero al record. Ma resta il problema della tenuta. I test danno un riferimento, non dicono che Moser passati quaranta minuti di corsa riesca a mantenere il ritmo. Gianni Ranieri Moser in pista a Mexico City: da notare la particolare posizione aerodinamica «a uovo», che ha deciso di adottare sabato prossimo durante il tentativo sull'ora

Luoghi citati: Messico, Mexico City