Inps quasi un terremoto di Gian Carlo Fossi

L'ente di previdenza scopre errori su errori. Molti rischiano di restituire somme ingenti L'ente di previdenza scopre errori su errori. Molti rischiano di restituire somme ingenti Inps, quasi un terremoto «Ridotte» oltre un milione di pensioni ROMA. Più di un milione di pensioni Inps (esattamente 1 milione 127 mila 187) saranno ridotte d'ufficio e i titolari costretti a restituire somme indebitamente percepite in relazione ai vincoli imposti dalla legge. Al contrario 252 mila 789 pensionati avranno la gradita sorpresa di vedere aumentati i loro trattamenti, talvolta anche in misura consistente. C'è, dunque, chi potrà piangere o essere felice (cinque contro uno) in seguito ad una rigorosa opera di controllo e di pulizia svolta negli ultimi mesi dall'istituto per «disboscare» abusi, ma anche per individuare situazioni in difetto rispetto a quanto dovuto dall'ente. «Però è possibile avverte il presidente Mario Colombo - che nelle richieste di rimborso si verifichino degli errori che dovranno essere chiariti. Al riguardo invieremo una ulteriore direttiva ai nostri ufficia». Ma, subito, la Lega di Bossi insorge, annunciando una denuncia alla Corte dei conti contro il consiglio di amministrazioine dell'Inps e i ministeri competenti perché sia fatta luce sulle responsabilità. E i sindacati chiedono che si eviti il rischio di una caccia alle streghe. Si vedrà. Per il momento, si tratta di una piccola rivoluzione che solo per il '93 farebbe risparmiare all'Inps 250 miliardi, ai quali andranno ad aggiungersi importi non indifferenti a mano a mano che arriveranno i rimborsi per gli anni precedenti. Quali e quanti nel dettaglio gli illeciti riscontrati? L'Inps ha inviato 480 mila notifiche per la restituzione degli assegni familiari, cioè quasi il 40% del totale delle rendite contestate (come si è detto, poco più di 1 milione 127 mila), percepiti in violazione delle disposizioni riguardanti il tetto dei redditi familiari; 284 mila tagli si riferiscono alle pensioni minime, 43 mila alle pensioni sociali, 246 mila alle maggiorazioni sociali, 25 mila le pensioni sociali percepite indebitamente. Per gli assegni familiari il recupero oscillerà nel periodo luglio '91-dicembre '92, tra le 150 mila e le 600 mila lire, mentre la riduzione più elevata per le pensioni minime sarà di 100 mila lire al mese. Qualche esempio può rendere più comprensibile i motivi e le conseguenze dell'operazione. Primo esempio (assegni familiari): supponiamo che in una famiglia di 2 persone il reddito dichiarato nel '91 sia stato di 27 milioni 973 mila lire (il limite di reddito per avere diritto agli assegni familiari era di 26 milioni 536 mila lire) e che nel '90 il reddito dichiarato sia stato di 25 milioni 222 mila lire (con un limite di reddito di 24 milioni 940 mila lire) il pensionato perde il diritto all'assegno familiare percepito nella misura di 20 mila lire dal 1° luglio '90 al 30 giugno '92 e la somma dovrà essere integralmente recuperata. Secondo esempio (integrazione al minimo): se nel '90 il reddito dichiarato è stato di 15 milioni 861 mila lire (il limite era fissato in 12 milioni 597 mila lire), nel '91 il reddito dichiarato è stato di 18 milioni 711 mila lire (limite di 13 milioni 508 mila lire) e nel '92 sono stati denunciati 18 milioni 796 mila lire (limite a 14 milioni 640 mila lire) il pensionato perde il diritto a percepire gli aumenti intervenuti per i trattamenti minimi dal '90 e il suo trattamento resterà cristallizzato in 484 mila e 500 mila lire mensili, cioè quello in vigore al 1° gennaio '90. Terzo esempio (riduzione degli aumenti della pensione sociale): se nel '91 un pensionato solo ha dichiarato un reddito di 5 milioni 636 mila lire, rispetto al limite fissato in 4 milioni 986 mila lire, perde il diritto a percepire per intero l'aumento della pensione sociale: avrà 75 mila lire in più al mese, anziché 125 mila lire. Peraltro, il comportamento del pensionato avrà una notevole importanza nella determinazione del provvedimento finale. Dopo la verifica delle singole posizioni, dovranno essere abbandonate le richieste di recupero relative a periodi fino al 31 dicembre '91 «nel caso in cui il pensionato abbia correttamente dichiarato all'ente i redditi propri e, ove richiesti, quelli del coniuge». Cioè se non vi sia stata mala fede, al contrario, dovranno essere proseguite le azioni di recupero nei casi in cui «emerga dalla verifica degli uffici che il pensionato possessore di redditi non conosciuti dall'Inps abbia indicato cifre non rispondenti al vero». Ed ancora resteranno valide le azioni di recupero, anche per gli anni precedenti il '92 riguardanti i trattamenti di famiglia erogati sulle pensioni e gli indebiti su pensioni liquidate, in base a convenzione internazionale, con il cumulo di periodi contributivi esteri. Gian Carlo Fossi Altre 252 mila invece avranno un aumento Nel mirino dei tagli gli assegni familiari La Lega insorge i sindacati protestano Il ministro Giugni (a fianco) e (sopra) Mario Colombo il commissario dell'Inps Al centro un gruppo di pensionati

Persone citate: Giugni, Mario Colombo

Luoghi citati: Roma