Celenfano all'arrembaggio di Simonetta Robiony
E' piombato alla presentazione del «Rosso e il nero» e ha interrotto Guglielmi che si interrogava sulla trasmissione E' piombato alla presentazione del «Rosso e il nero» e ha interrotto Guglielmi che si interrogava sulla trasmissione Celenfano all'arrembaggio La prima «pirateria» è per Raitre ROMA. E così, tanto per far capire chiaramente cosa sarà la sua «Tv pirata» Adriano Celentano, ex Molleggiato, ex Ragazzo della via Gluk, ex Telepredicatore d'oro, ex sempre qualcosa, è piombato dentro la conferenza stampa di Michele Santoro, dedicata a sottili interpretazioni e faticosi distinguo sulla legge elettorale che governa la tv pubblica, praticando la sua Prima Vera Interruzione. Già, perché Celentano s'è conquistato il diritto di interrompere come e quando più gli aggrada tutti i programmi di Raiuno, a eccezione dei telegiornali, senza che alcuno dei conduttori abbia il diritto di protestare. A regalargli questo meraviglioso privilegio, un lusso che neanche Bernabei quando governava da solo tutta l'azienda Rai ha mai posseduto, è stato il capo della rete in persona, il Nadio Delai sociologo, convinto che il pubblico è cambiato, la gente non sopporta più la sacralità del media, e che se le ideologie sono tramontate è finito pure il rispetto della tv come depositaria della Verità. «La tv che si fa oggi è stanca - ha dichiarato Celentano nella veste di risuscitatore di morti -, e questo mio programma potrebbe essere il modo per fare un salto nel futuro». Chiuso dentro uno studio esterno alla Rai, probabilmente il maxi studio della sua grande villa di Galbiate in Brianza, ma collegato alla regia centrale attraverso un ponte radio, Celentano dovrebbe potersi inserire in tutte le trasmissioni che più lo incuriosiscono, interloquendo, facendo domande, esprimendo pareri, chiedendo spiegazioni, vivacizzandone i momenti morti. Quanto durerà ogni interruzione? «Dipende: da tre secondi a trenta minuti. Naturalmente secondo una logica». C'è qualcuno contrario al suo progetto? «I dirigenti della Rai sembrano davvero interessati. L'unico che mi dicono ha già espresso le sue perplessità sarebbe Pippo Baudo. Ma chissà se è vero». E chi avrebbe interrotto in questi giorni se ne avesse avuto il potere? «Uno dei primi che interromperei subito, se non lavorasse per Berlusconi, sarebbe Funari. Quando parla lo ascolto volentieri, ma quando si mette a far da mangiare agli ospiti per pubblicizzare un prodotto o loda fuori misura uno dei suoi sponsor non lo sopporto proprio». Dunque sono assolutamente sparite quelle polemiche sull'opportunità di usare la tv per fare prediche personali che tanto spazio occuparono allora sulla stampa. La paura di finire tutti indottrinati da un unico Grande parlatore a mezzo video è una paura scomparsa? Certo è che il vezzo di fare sermoni che aveva colto Celentano in quel famoso «Fantastico» col mattone della Procter, a lui ha portato fortuna. Quattro anni di silenzio e oplà, quella che era parsa una scandalosa trasgressione, da settembre con contratto diventerà regola fissa. Lo strappo operato allo¬ ra nella Rai di Agnes da Adriano Celentano è oggi la trovata più brillante della nuova Rai del duo DemattèLocatelli a dimostrazione che, come ci spiegano gli antropologi, usi e costumi sono figli del tempo e ciò che oggi può far scandalo perché abitudine di pochi, domani diventa regola perché adottato da molti. Celentano adesso ha in mano le chiavi di una serratura che tanti avrebbero voluto avere. E anche se lui giura che non ha intenzione di abusarne, che rispetterà al massimo i conduttori che s'affaticano dietro i loro programmi, il Divino Giovanotto è imprevedibile: potrebbe accadere di tutto. E' per questo che i dirigenti della Rai insistono perché l'esperimento della «interruzione continua» cominci ad andare in onda solo a settembre, una volta che l'Italia ha votato il suo nuovo Parlamento, ha avuto il suo nuovo governo, e i giochi politici possono esser considerati conclusi. Anche all'ardita dirigenza di Raiuno concedere prima a Celentano la corona di Re delle Interruzioni appare troppo rischioso. Ma Celentano preme. Per lui anche maggio, un attimo dopo le votazioni poli¬ tiche e un attimo avanti a quelle europee, sarebbe il momento più adatto. Le persone, assicura il Telemediatore più popolare del nostro Paese, cambiano assai più rapidamente di quanto perfino i sondaggi dei rotocalchi non siano disposti a registrare, bisogna agire in fretta, bisogna cominciare. Proprio quando Adriano Celentano ha fatto irruzione, stava parlando Angelo Guglielmi. Il «padre padrone» del «Il rosso e il nero» stava discutendo sull'opportunità di mandare in onda il programma anche l'anno prossimo, in contrapposizione a Santoro, l'artefice della trasmissione, che ormai da mesi non perde occasione per proporne la chiusura e chiedere invece di fare una striscia serale o, alla peggio, una inchiesta di approfondimento. All'arrivo di Adriano, Guglielmi sembrava divertirsi come un ragazzino. A lui Celentano e tutti gli stravaganti piacciono da morire. Tant'è che mentre Celentano parla, lui gli fa l'occhiolino e gli lancia ammiccamenti di complicità. Che il debutto del Grande Interruttore avvenga subito, in fase sperimentale, proprio su Raitre, la più ardita delle tre reti della Rai? E' una ipotesi. Simonetta Robiony «A Baudo non piace l'idea. Ma sarà vero? Se potessi darei l'assalto a Funari» L'irruzione di Celentano alla conferenza stampa. Nella foto piccola: Santoro
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