Delitto Salvo il killer era in famiglia

I Palermo, la condanna a morte decisa dalla Cupola perché non aiutava ad aggiustare i processi I Palermo, la condanna a morte decisa dalla Cupola perché non aiutava ad aggiustare i processi Delitto Salvo, il killer era in famiglia In cella il nipote dell'esattore mafioso PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I poliziotti sono piombati dall'alto, in elicottero a Biot, località di soggiorno montano a 2000 metri di quota, a 30 chilometri da Nizza. E hanno arrestato l'insospettabile medico radiologo palermitano Gaetano Sangiorgi, di 44 anni. E' stato incriminato per aver partecipato all'omicidio dell'esattore condannato per mafia, Ignazio Salvo, la sera del 17 settembre del 1992 a Santa Flavia, presso Palermo, cugino e per decenni socio inseparabile di suo suocero, Nino Salvo. La fine dell'esattore sarebbe stata decisa dalla cupola mafiosa, perché non si era tirato indietro quando i boss gli chiesero di far «agiustare» alcuni processi. Il medico, in più avrebbe avuto motivi familiari, legati alla spartizione di un'eredità. La sua posizione è gravissima, anche perché due anni fa avrebbe addirittura progettato un attentato all'allora ministro della Giustizia, Claudio Martelli. La sera del 4 dicembre 1992, Sangiorgi fu fermato in via Appia a Roma da carabinieri insospettiti perché era in automo- bile vicino alla villa di Martelli. Con lui era il notissimo cardiochirurgo prof. Gaetano Azzolina. Un episodio che sa tanto di mistero, ancora in larga parte da chiarire. Gaetano Sangiorgi, quindici anni fa, sposò la bella Angela, allora diciannovenne, figlia prediletta di Nino Salvo. Furono nozze regali all'Hotel Zagarella. Fra i regali - si di¬ ce - anche un piatto d'argento di Andreotti. La svolta che ha condotto all'arresto del medico è stata resa possibile dalle rivelazioni di due pentiti che hanno ammesso di avere partecipato alla strage di Capaci, il 23 maggio del 1992, con vittime Giovanni Falcone, la moglie Francesca e tre degli agenti di scorta: Gioac¬ chino La Barbera e Santino Di Matteo. Nell'alloggio di questi, ad Altofonte, il commando qualche giorno prima avrebbe messo a punto l'agguato a Ignazio Salvo nella sua villa di Santa Flavia a 15 chilometri dalla città. Del commando non avrebbe fatto parte Di Matteo, ma La Barbera, il dott. Sangiorgi e tre grossi nomi della cosca dei Corleo¬ nesi: Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina, Giovanni Brusca e Giovanni Scaduto. Bagarella e Brusca sono latitanti. Scaduto è in isolamento nel carcere dell'Ucciardone dove l'ordine di custodia cautelare emesso dalla procura della Repubblica di Palermo gli è stato notificato in giornata stessa. Gaetano Sangiorgi è stato bloccato nel residence «Isola 2000», a duemila metri di altitudine. In Costa Azzurra, la coppia Sangiorgi, con i figli, era giunta sul finire dell'estate, quando il radiologo aveva fiutato a Palermo un'aria che non gli faceva presagire nulla di buono. E sul loro panfilo avevano fatto rotta verso Cap d'Antibes dove l'avevano affidato in rimessaggio a un cantiere nautico. Quindi lo «splendido isolamento» nel residence per ricchi a Biot. Qui Gaetano Sangiorgi non è stato ancora affidato alla polizia italiana, ma trattenuto a disposizione delle autorità francesi mentre la procura di Palermo, attraverso i ministri di Grazia e Giustizia e degli Esteri, ha già avviato le procedure per l'estradizione. Antonio Ravidà Ignazio Salvo, condannato per i rapporti coi boss, fu ucciso nel settembre '92 I

Luoghi citati: Altofonte, Capaci, Nizza, Palermo, Roma, Santa Flavia