Caso Montanelli, esplodono scontri e polemiche nel gruppo Fininvest Berlusconi licenzierò chi litiga di Raffaella SilipoEnrico Mentana
Caso Montanelli, esplodono scontri e polemiche nel gruppo Fininvest Caso Montanelli, esplodono scontri e polemiche nel gruppo Fininvest Berlusconi: licenzierò chi litiga // comitato di redazione del Tg4 si ribella a Fede Il conduttore denuncia i giornalisti per falso e calunnia FEDE contro Montanelli, Ferrara contro Mentana, Sgarbi contro Costanzo e Mentana, il cdr del Tg4 contro Fede, la Mondadori contro Ferrara... Silvio Berlusconi è stremato. «Credo sia giunto il momento di dire basta alle polemiche tra opinionisti e giornalisti del gruppo Fininvest». Non sa più come arginare dichiarazioni e querele dei suoi fedelissimi, dimostratisi assai più «cavalieristi» del Cavaliere nell'andare a caccia di traditori dello spirito d'Arcore. Si trova costretto, Berlusconi, a un ultimatum. «Se si ripeteranno episodi del genere, dovremo, sia pure con rammarico, rinunciare al rapporto di collaborazione con chi si sarà reso protagonista di attacchi personali in spregio alle più elementari norme di correttezza e collaborazione». SGAMBI, MENTANA E COSTANZO. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l'ultima sortita di Vittorio Sgarbi: «Mentana è un servo senza idee. E' buono solo a servire il padrone di turno, come ha fatto per anni con Craxi. Costanzo, che vedo atteggiarsi a vittima quando invece è il carnefice, può stare tranquillo: le sue dimissioni, cosi come quelle di Mentana, non mi interessano». La dichiarazione al Cavaliere non è piaciuta punto: «Stigmatizzo le affermazioni di Sgarbi nei confronti di Mentana e di Costanzo, cui confermo la mia fiducia». A sera, arriva la smentita di Sgarbi, anzi del suo addetto stampa. «Ho purtroppo letteralmente stravolto il senso di una te- lefonata dell'onorevole, nel nostro' lavoro frenetico possono succedere anche di questi incidenti. Ne sono profondamente dispiaciuto». FERRARA, MENTANA E MONDADORI. Ma Sgarbi è solo l'ultimo «killer» della scuderia Fininvest. Martedì le medesime dimissioni di Mentana erano state chieste da Giuliano Ferrara. «Mi parrebbe giusto e decoroso che lasciasse la direzione del Tg5: non ha le stesse idee dell'editore, dunque fra i due vi è incompatibilità». Dopo di che Berlusconi si è visto costretto a telefo¬ nare a Mentana, per «un caldo, perentorio invito ad andare avanti». «Non dispiace tanto la richiesta di dimissioni - dice Mentana ma la gravità di questo invito alle armi per tutti, quasi vi fosse un obbligo di coscrizione. Non ci può e non ci deve essere una mobilitazione a favore dell'editore. Altrimenti mi dichiaro obiettore di coscienza...». Mentana non si inquieta con Ferrara: «Le sue dimissioni? Non saprei da cosa...», e non fa dietrologie: «E' meglio limitarsi a guardare avanti. Se pensassi che dietro le parole di Ferrara non c'è solo lui, mi sarei già dimesso». Suggerisce, Mentana, «un codice delle esternazioni degli opinionisti, una ratio d'impresa». Proprio nella direzione di un «codice» si muovono i 220 redattori della Mondadori. Stigmatizzano il comportamento di Fede e Ferrara, capostipiti della «specie del giornalista killer di colleghi. Bisogna riflettere sulla correttezza deontologica di questa nuova classe». Immediata la replica di Ferrara, in forma di querela per diffamazione, «uno per uno, con ampia facoltà di prova. Quando un'opinione deve sottomettersi alla violenta censura e agli insulti di un'assemblea, si è già in un clima di regime». Precisa inoltre, Ferrara, stamane sul Messaggero, che «il problema non era quello delle dimissioni di Mentana, bensì del suo licenziamento politico. Se la polemica era con qualcuno, questi era il mio editore». T64 E FEDE. Intanto, indomito, il più «cavalierista» di tutti, Emilio Fede, ha chiesto ieri all'ufficio del personale provvedimenti disciplinari nei confronti dei suoi redattori ospiti a «Milano Italia». Il Comitato di Redazione del Tg4 ha denunciato «il comportamento intimidatorio di Fede» e la sua se¬ guente sortita: «Attaccherò in bacheca il mio piano editoriale: a chi piace, bene, dagli altri accetto solo le dimissioni dal gruppo». Questa posizione - sostiene il CdR - «viola le norme che regolano la professione ed è in contrasto con il ruolo di garante dell'indipendenza proprio del direttore». Fede denuncia «per falso e calunnia, con ampia facoltà di prova, i componenti del Cdr nelle persone di Paola Usai ed Enzo Bianchi». Ma arrivano i nostri. La Fnsi ritiene il comportamento di Fede «ridicolo» se non «sfiorasse il maccartismo». E i Cdr di Tg5 e Giornale «esprimono solidarietà nei confronti dei colleghi del Tg4». La guerra civile, ad Arcore, è appena cominciata. Raffaella Silipo Sgarbi attacca Costanzo e Mentana poi smentisce: un errore La Mondadori critica il «killer» Ferrara che querela tutti i redattori Indro Montanelli e la terza pagina del «Giornale» di ieri ti presidente Fininvest Silvio Berlusconi e (sopra) il direttore del Tg5 Enrico Mentana
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