L'arroganza di Maccari in difesa delle tangenti di Beppe Minello

L'arroganza di Maccari in difesa delle tangenti L'arroganza di Maccari in difesa delle tangenti UNO SCANDALO ANNUNCIATO GARA d'appalto subito sospetta, attrezzature pagate il doppio del loro valore e d'incerto o nullo funzionamento: se c'è uno scandalo, dei tanti sollevati da Tangentopoli, che meglio illustra la sfacciataggine con la quale si è saccheggiato il denaro pubblico, questo è la vicenda dei lettori ottici. Un affaire che ha infuocato più sedute del Consiglio regionale. Oggi che la magistratura ha scoperto l'ennesimo balletto di mazzette dietro quelle 24 apparecchiature che mai - come ha stabilito una perizia del Politecnico - saranno in grado di leggere i 36 milioni di ricette emesse ogni anno dai medici piemontesi, lascia stupefatti l'atteggiamento dell'allora assessore alla Sanità, il psi Maccari, nel difendere il contestatissimo appalto con relativa «stecca» personale di oltre 300 milioni. Messo alle strette, Maccari era arrivato a tacciare pubblicamente come «stalinista» il pidiessino Calligaro e «ricattatore» il missino Zacchera perché si ostinavano a denunciare lo scandalo. E convinto che la mi- glior difesa è sempre l'attacco, aveva tuonato neÙ'aula di Palazzo Lascaris contro la magistratura la quale, invece di indagare sull'appalto, meglio avrebbe speso il suo tempo nell'individuare chi aveva rivelato che le ditte escluse dalla gara, la Siemens e la Elsag-Bailey, avevano fatto offerte pari alla metà della vincitrice Centro Matic. «Com'è possibile?» aveva detto. «Le buste sono chiuse in assessorato!». Erano ancora chiuse, perché se la commissione aggiudicatrice dell'appalto (quella finita per quattro settimi in galera) le avesse aperte, avrebbe scoperto che la Centro Matic vendeva a 7 miliardi e mezzo macchinari per buona parte costruiti dalla concorrente Siemens che però li proponeva a 3 miliardi e mezzo. E la giustificazione adottata dalla commissione per escludere Siemens e Elsag e far vincere la Centro Matic fu che le due ditte avevano sbagliato «l'ordine di presentazione» della documentazione richiesta dall'appalto. Da quel momento il ruolo di Maccari per «proteggere» la Centro Matic fu determinante. Non si spiega altrimenti perché, ad esempio, la Regione, nonostante le polemiche, abbia deciso ugualmente di dare corso alla contestata fornitura nonostante il Tar avesse sospeso la gara poi dichiarata valida dal Consiglio di Stato. «Il comportamento della giun¬ ta è stato gravissimo - dice Calligaro - perché solo dopo l'avviso di garanzia a Maccari e quando era ormai troppo tardi per tutelare pienamente gli interessi della Regione, ha cercato di rendersi conto del valore effettivo e dell'efficacia del sistema di lettura ottica». Gli sforzi del nuovo assessore alla Sanità, Bianca Vetrino, e del presidente della giunta, Brizio, culminati il 30 dicembre scorso con l'approvazione di una delibera che annulla l'appalto («Una mossa disperata» secondo Calligaro), si sarebbero rivelati molto probabilmente mutili senza l'intervento di ieri della magistratura. «Sotto il profilo legale - spiega Bianca Vetrino - la situazione non era facile ed abbiamo dovuto muoverci con prudenza, salvaguardare la delicata parte civilistica che ci vedeva esposti in prima persona. Ora valuteremo se costituirci anche parte civile: i danni economici subiti dalla Regione sono rilevanti». Solo l'affitto del capannone per custodire i contestati macchinari è già lievitato a 250 milioni. Beppe Minello In Regione molte le polemiche sugli apparecchi inutili e costosi: l'ex assessore rispondeva con attacchi personali Paolo Benelli (sopì a) ex presidente del Consiglio regionale toscano e l'imprenditore Romano Conti, titolare della Centro Matic