Il giallo di Silvana va in archivio
La richiesta del pm per l'impiegata trovata morta in un burrone della Val Pellice La richiesta del pm per l'impiegata trovata morta in un burrone della Val Pellice Il giallo di Silvana va in archivio L'inchiesta sulla morte di Silvana Biagetti dura da oltre un anno La morte di Silvana Biagetti, la giovane impiegata torinese trovata nel giugno del '92 in un burrone della Val Pellice, resterà un mistero. Il procuratore della Repubblica di Pinerolo, Giuseppe Marabotto, ha inviato gli atti al gip Vincenzo Papillo con la richiesta di archiviazione. La decisione è così motivata: «Mancanza di una serie di elementi a sostegno di tesi diverse dal fatto accidentale». La formula non esclude categoricamente che la Biagetti sia stata assassinata: «Con questo - spiega Marabotto non scarto l'ipotesi che ci troviamo davanti a un delitto, ma sostengo che mancano dati a conforto di tale tesi. I processi si fanno sulla base dei fatti e non sulle supposizioni». Le perizie medico-legali e tecniche per stabilire la traiettoria seguita dall'auto nella caduta non hanno permesso di imboccare una strada utile a risolvere il caso. «Nel fascicolo voluminoso aggiunge il gip Papillo - sono finiti tutti gli interrogatori di amici della giovane, pagine e pagine di verbali a riprova di un meticoloso lavoro svolto dagli uomini della squadra mobile, che hanno raccolto tantissimi dati utili per ricostruire la personalità della giovane. Purtroppo mancano elementi indispensabili per una svolta decisiva nelle indagini». La famiglia di Silvana Biagetti, che si è costituita parte civile, ha chiesto di essere informata su tutte le fasi dell'inchiesta, compresa quella di un'eventuale archiviazione. Potrebbe opporsi all'archiviazione, ma soltanto se in grado di portare nuovi elementi agli investigatori. Riuscirà a trovarli? Le amicizie di Silvana Biagetti, la relazione sentimentale con Marco Vai e la più vecchia con Bruno Miotti (un tipografo con precedenti per traffico di droga, morto per un aneurisma nel '90), l'ambiente di lavoro, l'Orna di Rivalta, il carattere spigliato e ancora altri indizi sono stati presi in esame durante i trenta mesi di indagini. Ogni minima traccia è stata seguita. Anche quella di un mitomane che si era accusato dell'omicidio. E' bastato un interrogatorio per capire che era un malato di mente. Neanche il programma televisivo «Chi l'ha visto?», che con una fantasiosa ricostruzione dei fatti ha cercato di far luce sul giallo della Val Pellice, ha portato un aiuto alle indagini. Silvana Biagetti è stata uccisa perché conosceva dei segreti o è vittima di un incidente stradale? Resta una terza ipotesi del suicidio. Ma viene indebolita dalla perizia medico-legale che ha riscontrato una frattura della clavicola, tipica negli incidenti stradali dove gli occupanti dell'auto hanno indossato le cinture. E' inverosimile infatti che un'aspirante suicida metta le cinture per andare ad uccidersi. La soluzione del suicidio da sempre è stata scartata dai genitori che ricordano la loro Silvana come una ragazza felice. Aiuonio Giaimo Ma la famiglia può come parte civile opporsi alla richiesta e portare nuovi dati Il giudice: «Senza prove l'ipotesi del delitto Più verosimile quella della morte accidentale»
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