la rivolta dei commercianti di Diego Andrà
Da Chivasso si estende la protesta, serrata generale, vetrine spente e cortei Da Chivasso si estende la protesta, serrata generale, vetrine spente e cortei la rivolta dei commercianti Protezione contro i banditi Chivasso ore 17,20. Le vetrine di via Torino si spengono. Il fragore delle serrande che si abbassano rompe il silenzio del centro storico. La città si ferma. Due ore di black-out commerciale per dire «no» alla delinquenza crescente. Il tam-tam della rivolta alla violenza parte da questa cittadina, ma coinvolge i commercianti di Torino e della provincia. Lo conferma Giuseppe De Maria, in prima fila alla manifestazione chivassese. Il vice-presidente dell'Ascom di Torino s'incontrerà venerdì con il questore Carlo Ferrigno per stabilire un nuovo «piano sicurezza». E per la prossima settimana ha organizzato una seconda riunione fra i rappresentanti delle associazioni provinciali e i carabinieri. «Il ferimento del negoziante di Chivasso - spiega De Maria - ha diffuso il panico fra i nostri associati: in questi giorni hanno mandato in tilt i nostri centralini. Chiedono maggior controllo: vigili di quartiere, più pattuglie di polizia». La serrata chivassese è stata soprattutto un atto di solidarietà verso Roberto Grassone, il negoziante di elettrodomestici che sabato scorso è stato colpito con un proiettile a pochi centimetri dal cuore per un bottino di 300 mila lire. Il corteo, partito da piazza Noè alle 18, mezz'ora dopo era davanti al sindaco Francesco Lacelli. Il primo cittadino ha discusso con i manifestanti quali provvedimenti adottare per limitare i rischi di chi opera nel commercio. In piazza, vicino ai negozianti muniti di striscioni, c'era Marinella, 28 anni, figlia di Roberto Grassone. Caschetto biondo e sciarpa blu intorno al volto esausto dalle notti insonni: «Non potevo restare a casa, lo devo a mio padre» diceva con gli occhi stravolti di chi rivive da troppi giorni la stessa tragedia. In mano aveva il volantino stampato dall'Ascom, che occhieggia dalle vetrine per annunciare la mobilitazione: «Io non l'ho potuto esporre: il nostro negozio è chiuso da sabato sera, non so se domani avrò la forza di riaprire». La madre non è venuta: «E' molto provata, passa le sue ore al capezzale di papà». Maria Luisa Coppa, presidente dell'Ascom di Chivasso, organizzatrice della serrata, è ottimista sugli esiti della manifestazione: «Credo che il sindaco darà risposte concrete su problemi come l'isola pedonale o la necessità di ottenere un commissariato di polizia». Tutti i commercianti considerano «assurda» la chiusura di via Torino al traffico dopo le 19: «E' l'ora in cui comincia il pericolo-rapina. Che senso ha isolarci in un deserto violabile dai motorini degli scippatori?». Ore 18: le insegne sono quasi tutte spente, il 90 per cento dei negozi ha aderito all'iniziativa. Stridente eccezione, i supermercati: «Purtroppo la direzione di Galliate non ha autorizzato la chiusura» spiega il responsabile della filiale Coop. Lo striscione bianco con la scritta «Commercianti chivassesi» si muove lento verso la sala di Palazzo Santa Chiara. Ore 20,30: la sala consiliare è ancora affollatissima. Prende la parola Pierfranco Iulio, 30 anni dedicati al commercio, un record di undici rapine subite. Il suo racconto sortisce qualche effetto: i carabinieri promettono di continuare il servizio straordinario deciso tre giorni fa. Il sindaco s'impegna ad abolire l'isola pedonale. Diego Andrà Emanuela Minucci Vogliono risposte concrete sull'isola pedonale e sul commissariato di polizia Serrande abbassate e neon spenti. Sfilano i commercianti di Chivasso per protestare contro gli episodi di delinquenza che da tempo si ripetono in città: «Vogliamo protezione dalle forze dell'ordine»
Persone citate: Carlo Ferrigno, Caschetto, De Maria, Emanuela Minucci, Francesco Lacelli, Giuseppe De Maria, Maria Luisa Coppa, Roberto Grassone
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