Perché Trapattoni va ancora di moda di Angelo Caroli

Perché Trapattoni va ancora di moda INCHIÈSTA Mentre i tifosi juventini lo discutono, tante squadre sono pronte ad accoglierlo Perché Trapattoni va ancora di moda Scoglio, Fascetti, Radice e Campana spiegano ilfenomeno TORINO. Fischi al Trap. Succede. Di rado, ma succede. Però, quella volta di Juve-Piacenza, al Delle Alpi, un gruppo di tifosi lo insultò in modo pesante. A ciò si aggiungono i mugugni di chi pretende una squadra spettacolare, votata alla zona pura (ma chi la applica in Italia, oltre a Zeman?) e che pratichi il fuori gioco perfino a metà campo. Dunque, ecco le critiche al tecnico bianconero. In altre piazze, e pure importanti, la pensano diversamente. Si sussurra che Roma, Lazio, Inter e Parma vorrebbero Trapattoni seduto sulle loro panchine. A Parma hanno già reagito e i commenti sono espliciti. Stefano Tanzi, vicepresidente, ha dichiarato: «Non dico che Scala abbia sposato il Parma, ma quasi. E' ancora giovane, perciò vorremmo aspettare a cambiarlo». Nevio ha aggiunto: «Non penso che il Trap voglia fare il mio secondo...». Automatiche e legittime le smentite. Rimangono le voci. E l'anno da contrappunto alle ipotesi che, in questa stagione di prime grandi manovre di mercato, lasciano affluire in piazza Crimea un fiume di tecnici: da Eriksson a Lippi, da Ranieri a Bianchi, da Zeman a Sacchi, da Brandelli a 'fardelli. Di tutte le età e i gusti. Per spiegare perché Trapattoni viva di tanto in tanto sull'asse odio-amore, abbiamo interpellato personaggi del calcio italiano (tre tecnici, Pascetti, Scoglio e Radice, e il gran capo dei giocatori, avvocato Sergio Campana). Il presidente dell'Aie basa il parere non solo sulle letture e sui risultati, ma «so- prattutto sui giudizi che ho sentito formulare dai miei tesserati. Sono un'infinità mi creda, lo hanno avuto come tecnico e perciò lo stimano». «Chi ha maturato esperienze dirette con Giovanni - prosegue Campana - sa apprezzarlo per una serie di qualità. La più importante è quella che gli permette di tenere unito lo spogliatoio, anche attraverso discussioni. In quale famiglia, infatti, non si mettono a tavola le opinioni? E poi c'è la carica che trasmette al gruppo! Ogni altra riflessione tecnica, compresa quella sul suo presunto difensivismo, lascia il tempo che trova. Ciò che vale lo ha dimostrato. E' un allenatore che non molla mai, credo sia la chiave dei suoi successi, una forma mentale che prima o poi contagia i suoi ragazzi. Ed è valido anche nella parte di uomo che rappresenta, e bene, la società in certi frangenti». Scendono in campo due allenatori in auge: Fascetti che tiene su molto bene la Lucchese, e Scoglio che ha ridato fiducia al clan genoano. Con loro si tocca anche il tasto dell'età. Trapattoni ho quasi 55 anni: viaggia verso il tramonto, dunque gli mancano gli stimoli e la duttilità per capirsi con giovani che hanno bisogno di un altro linguaggio? Sentite Scoglio: «E' paradossale e ridicolo discutere Trapattoni. Nel calcio gli anni non pesano, visto che lui è un professionista che ama più di tutti il lavoro e stare sul campo. Per lui parlano le vittorie, i titoli. E se lui devi; stare zitto, è meglio che facciano black out tutti gli altri tecnici, il sottoscritto compreso». L'analisi di Fascetti è un colI po di machete. Da buon tosca¬ no, si esprime senza peli sulla lingua: «Con tutto il rispetto che ho per la rosa juventina, dico che Trapattoni ha fatto anche troppo con la disponibilità che ha attualmente. Roby Baggio è grande ma da solo non può bastare, mentre Vialli non ha reso secondo le aspettative, ed è in infermeria come Carrera e Julio Cesar, il cui valore è scoperto quando manca. E infine, chi ha lanciato Torriceli e Notari? In quanto agli anni dell'allenatore juventino, mi pare che proprio alla sua età un tecnico raggiunga la piena maturazione. Ma allora che cosa avrebbero dovuto dire, solo qualche stagione fa, Boskov e Liedholm che pure andavano per la maggiore? Cerchiamo di essere seri. Infine, due cose sulla serietà del Trap: non smette mai di aggiornarsi e di imparare, e questa si chiama umiltà». La chiosa è di Gigi Radice, un veterano della panchina che in dodici mesi ha vissuto esperienze turbolente a Firenze e Cagliari: «Giovanni non deve essere valutato per i fischi o gli applausi che riceve. E poi è una minoranza a contestarlo. Ha tracciato una strada con il successo. E' appena logico che lo cerchino in tanti, e guarda caso sono club che non sono riusciti a compiere il famoso salto di qualità. Un conto è infatti lottare per un posto Uefa e altro è puntare al vertice per starci in pianta stabile. Se ne sono accorti già in tanti». Angelo Caroli Trapattoni ha 55 anni e ha allenato il Milan l'Inter e la Juventus

Luoghi citati: Cagliari, Firenze, Italia, Lazio, Parma, Piacenza, Roma, Torino