Lingue s'annuncia la strage

il caso. Il nuovo Atlante ne censisce 6000, soprawiveranno solo 600 il caso. Il nuovo Atlante ne censisce 6000, soprawiveranno solo 600 Lingue, s'annuncia la strage E una su tre è parlata solo da mille persone ILONDRA L 90 per cento delle lingue che si parlano oggi in tutto il mondo hanno la I sorte segnata: secondo i calcoli dei più autorevoli linguisti sono destinate a scomparire o quasi nel prossimo secolo. Sarà la peggiore catastrofe culturale che il genere umano abbia mai conosciuto. Gli studiosi predicono che delle 6 mila lingue oggi esistenti, circa 3 mila saranno estinte nei prossimi cent'anni, e altre 2 mila e più saranno seriamente compromesse e minacciate di estinzione nel secolo seguente. E' quanto si apprende dall'Atlante delle lingue di tutto il mondo, appena pubblicato a Londra e a New York dall'editore Routledge. Si tratta del primo repertorio completo di questo genere, compilato in otto anni di lavoro da un gruppo di 27 studiosi europei, statunitensi, australiani e africani coordinati da C. Moseley e R. E. Asher. Quasi un terzo delle lingue sono parlate da meno di mille persone ognuna. In Papua Nuova Guinea ce ne sono 155, parlate da meno di 300 persone ognuna. In Europa, a esclusione dell'ex Unione Sovietica, il nuovo atlante rivela che vi sono dozzine di lingue parlate da meno di 15 mila persone. Nell'Europa occidentale la maggiore varietà linguistica è presentata dall'Italia: oltre l'italiano (parlato da 52 milioni e mezzo di persone), ci sono il sardo (1 milione e mezzo), l'occitano (300 mila), il friulano (meno di 600 mila), il ladino (35 mila scarsi), il catalano (15 mila), il tedesco (225 mila), lo sloveno (100 mila), il croato (3500), il greco (20 mila) e l'albanese (100 mila). La massima diversificazione linguistica è stata raggiunta all'incirca 15 mila anni fa, quando esistevano verosimilmente fra le 10 e le 15 mila lingue, ognuna parlata in media da circa 600 persone, in un mondo la cui popolazione complessiva era più o meno lo 0,002% di quella attuale. Il declino della varietà linguistica cominciò probabilmente intorno a 10 mila anni fa con l'inizio della vita stanziale. Cinquecento anni fa c'erano ancora almeno 7 mila lingue in tutto il mondo. Ma la pressione esercitata dall'espansione imperialistica dell'Europa, specialmente in Australia e nelle Americhe, durante gli ultimi secoli, ha ridotto il totale a circa 6 mila. Un massiccio taglio del 50 per cento è atteso nei prossimi cento anni, mentre la maggior parte delle rimanenti sono destinate a scomparire nel secolo successivo, lasciando così il mondo con appena 600 lingue, circa il 10 per cento di quelle oggi correnti. Un'autorità riconosciuta in tema di lingue in pericolo, il prof. Michael Krauss dell'Università dell'Alaska a Fairbanks ha suddiviso le lingue di tutto il mondo in quelle che non vengono più imparate dai bambini e che quindi sono sull'orlo dell'estinzione; quelle che sono parlate da un numero molto ristretto di persone ma vengono insegnate ai bambini, e quindi sono soltanto in pericolo; e quelle che sono relativamente al sicuro. Krauss ha calcolato che un terzo di tutte le lingue originarie delle Americhe ormai non sono più apprese dai bambini e saranno estinte quando moriranno gli ultimi adulti che le parlano. Per l'insieme del Nord America si tratta di 38 su 187, mentre nell'America del Sud il 27% delle 400 lingue native sono destinate a non passare alle nuove generazioni. In Australia il 90% delle parlate aborigene sono condannate a una rapida estinzione perché la maggior parte dei bambini non le impara più. In tutto il mondo, ha calcolato Krauss, si possono classificare come «al sicuro» non più di 300-600 lingue. Naturalmente, a scomparire non sono soltanto le lingue. Intere tradizioni letterarie sia orali sia scritte, sistemi grammaticali e lessicali davvero unici, che riflettono altrettanto unici sistemi di pensiero e di vita, tutto ciò è destinato a sparire, lasciando il mondo incommensurabilmente più povero. La costruzione degli imperi e il genocidio sono le principali cause di estinzione linguistica negli ultimi cinque secoli. Ma è l'inarrestabile marcia della televisione, il sorgere di immense città nel Terzo Mondo, la deliberata distruzione degli habitat naturali e l'intolleranza del nazionalismo che minacciano di annientare il 90% delle lingue sopravvissute. Il nuovo atlante cataloga tutto ciò che è andato perduto in questi cinquecento anni, con 135 cartine di cui 29, relative alle Americhe e all'Australia, registrano quali lingue erano parlate in quei luoghi quando gli europei vi misero piede la prima volta, e quali sono parlate adesso. Scopriamo che centinaia di lingue amerindie e 300 australiane sono state cancellate. «E' una tragedia immensa - commenta Christopher Mosely, il curatore dell'atlante -. Lo scenario è davvero lugubre per la maggior parte delle lingue che si parlano nel mondo». David Keys Pubblicato da un'equipe anglo-americana, è il repertorio più autorevole: ma non infallibile tura olo 600 age sone IN ITALIA nostro Paoso c in Europa quollo dove in baso all'Atlante anglo-americano, viono correntcmonlo usato il maggior numero di lingue. Sono cosi suddivise WS»» IN ITALIA nostro Paoso c in Europa quollo dove in baso all'Atlante anglo-americano, viono correntcmonlo usato il maggior numero di lingue. Sono cosi suddivise

Persone citate: Asher, Christopher Mosely, David Keys, Fairbanks, Krauss, Michael Krauss, Moseley