«Handicappati usati come cavie»

«Handicappati usati come cavie» «Handicappati usati come cavie» Dossier di denuncia contro il Bambin Gesù di Roma ROMA DALLA REDAZIONE L'accusa è di quelle che fanno impallidire: ragazzi affetti da handicap per complicate scoliosi o perché nani, sarebbero stati utilizzali per sperimentare nuove tecniche chirurgiche. La cosa fa pensare ai lager ma in realtà si riferisce a fatti che sarebbero avvenuti presso l'ospedale romano del «Bambin Gesù», di proprietà della Santa Sede. L'imputazione, che viene dalla «Associazione per la tutela degli handicappati Volare», riguarderebbe almeno una trentina di casi (ma il numero potrebbe lievitare fino a circa un centinaio) di cui sarebbe responsabile il prof. Elio Ascani, primario del reparto ortopedico dell'ospedale, situato nella sede distaccata di Palidoro. Dell'attività del primario la magistratura si è interessata fin dall'88, ma solo ora il sostituto procuratore della Repubblica di Roma, Vittorio Pareggio, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Stefania De Tommasi, il rinvio a giudizio del chirurgo e di altri medici della sua equipe. Dalle perizie della magistratura, racconta il presidente di «Volare» Bruno Pantano «emergono i nomi di ragazzi utilizzati come vere e proprie cavie umane. Cristiano Carichino, per esempio, è entrato in ospedale a 12 anni, con uno spasmo al piede, ora ne ha 19 ed è inchiodato ad una sedia a rotelle. Andrea Zuttas era cerebropatico, non aveva una parte del cervelletto e quindi non avrebbe mai potuto camminare, nonostante ciò è stato operato di scoliosi». Di casi come questi «Volare» ne ha documentati per ora una trentina. Gli interventi in cui il prof. Ascani è specialista, secondo «Volare», sarebbero di due tipi: intervento di allungamento degli arti inferiori per affetti da nanismo, e intervento chirurgico per la cura della scoliosi tramite l'inserimento di barre metalliche nella colonna vertebrale. Inter¬ venti di questo genere, secondo gli accusatori, non avrebbero alcuna valenza terapeutica, anzi sarebbero addirittura dannosi e il professor Ascani li avrebbe fatti a scopo sperimentale solo per ottenere i fondi pubblici per la ricerca: al suo ospedale sarebbero arrivati circa 50 miliardi in otto anni. Fin qui la versione dell'accusa. Ieri Ascani è sceso in campo per difendersi. «Nella mia divisione non sono state fatte sperimentazioni - ha detto - né interventi inutili su bambini scoliotici o affetti da nanismo. Sono storie vecchie su cui si sono espresse le perizie di cinque collegi medici diversi dandomi sempre ragione». Il medico è pareo molto sicuro di sé, e ha voluto precisare che la sua divisione «non ha mai eseguito nessuna ricerca finalizzata, né si sono sperimentate metodiche chirurgiche. La tecnica di inserire barre metalliche negli interventi contro la scoliosi non è una mia invenzione, è un metodo adoperato in tutto il mondo dal '49». Poiché la polemica ha coinvolto l'intera attività dell'ospedale, il prof. Elio Guzzanti, direttore scientifico del «Bambin Gesù», ha voluto precisare che «le cifre diffuse sui finanziamenti avuti per la ricerca sono assolutamente fantasiose, in realtà noi abbiamo avuto non più di 25 miliardi dall'85 a oggi. Di questi poi, credo che ad Ascani non ne siano andati più di cento milioni, in quanto l'attività di ricerca viene svolta presso il nostro istituto prevalentemente dai circa 400 nostri ricercatori specializzati. Io ovviamente non posso entrare nel merito delle accuse rivolte al prof. Ascani - ha commentato Guzzanti - questa è materia che potranno dirimere i giudici, se riterranno di doverlo fare. In linea di principio posso dire che non esistono regole certe e riconosciute che stabiliscano un lìmite tra innovazione scientifica e sperimentazione». «Volevano ottenere fondi pubblici per la ricerca» Una persona affetta da handicap (a sinistra) e una sala operatoria: il mondo ospedaliero romano è in fermento per le accuse al nosocomio del «Bambin Gesù»

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