Ombre sulla Lega Tumori «Fa affari non prevenzione»
L'ASSOCIAZIONE SOTFACCUSA Ombre sulla Lega Tumori «Fa affari, non prevenzione» L'ASSOCIAZIONE SOTFACCUSA AROMA LTRO che campagne di prevenzione dei tumori! Per il ministero della Sanità la Lega italiana per la Lotta ai Tumori si occupa ormai molto più di case, partecipazioni azionarie e titoli pubblici. Così, il sottosegretario de, Publio Fiori, ha bocciato e restituito alla organizzazione il bilancio di previsione del 1993 adducendo come motivazione una grave accusa nei confronti dell'ente: «L'ottanta per cento delle spese, invece di essere riservate all'attività istituzionale, sono state destinate ad investimenti immobiliari e mobiliari». Fiori, che ha la delega su questo organismo, ha scritto una lettera al presidente della Lega, Giovanni D'Errico, avvisando della sua decisione anche il capo di gabinetto del ministro, Francesco Guicciardi e il presidente della commissione oncologica, Giovanni Zotla, rilevando che la sede centrale «ha destinato una minima parte dei mezzi finanziari di cui dispone al raggiungi- mento degli obiettivi istituzionali» con «un divario fra le spese per prestazioni istituzionali, che ammontano ad 810 milioni, e le spese per investimenti patrimoniali, che ammontano a ben 9360 milioni». Fiori ha sottolineato che «la Lega tiene in piedi una struttura ed un'organizzazione che assorbe costi amministrativi ammontanti a circa 2 mila milioni, dedita per la maggior parte ad investire in ope¬ razioni finanziarie consistenti in prevalenza in acquisto o rinnovo di titoli di Stato». Non solo, ma il sottosegretario alla Sanità ha rilevato che dagli affitti la Lega contro i Tumori incassa appena 3 milioni l'anno, mentre gli interessi attivi sui depositi nel 1992 sono ammontati a 745 milioni. Gli altri dati presenti nella lettera riguardano le spese per immobilizzazioni tecniche, pari a 2,3 miliardi, quelle per acquisti di partecipazioni e di valori mobiliari si attestano a 10,1 miliardi. Per questo Fiori non solo non ha vistato il bilancio respingendolo al mittente, ma ha anche chiesto l'inventario e il programma dell'attività della Lega per quest'anno. Immediata la risposta della Lega italiana contro i tumori che esprime la sua «meraviglia» per la bocciatura del bilancio di previsione '93 e ritiene che le osservazioni del sottosegretario Fiori non siano «pertinenti», in quanto frutto di «una procedura investigativa anomala che non ha tenuto conto del parere della direzione competente del ministero della Sanità». «Tutto nasce da un equivoco - afferma Silvio Arcidiacono, segretario nazionale dell'ente - la somma in questione, circa 10 miliardi di lire, è frutto di una vendita di un'azienda agricola in provincia di Macerata avuta in eredità. Con parte di questa cifra la lega intende acquistare a Roma una sede. In attesa di portare a termine l'acquisto, abbiamo investito la somma alle migliori condizioni del mercato. Si tratta quindi di un investimento provvisorio di cui erano già a conoscenza i funzionari del ministero». Inoltre, aggiunge, «anche il ministero del Tesoro, al quale, per legge, il ministero della Sanità chiede un parere, aveva dato un giudizio positivo sul bilancio». Arcidiacono, oltre a sottolineare che Fiori «nello stesso giorno in cui ha bocciato il bilancio di previsione '93 ha approvato il bilancio consuntivo '92 che conteneva le stesse cifre», rileva che nei giorni scorsi la Lega aveva già risposto all'on. Fiori in merito alle osservazioni rilevate. [r. r.) I de Publio Fiori
Persone citate: Arcidiacono, Fiori, Francesco Guicciardi, Giovanni D'errico, Giovanni Zotla, Publio Fiori, Silvio Arcidiacono
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