« Non bruceremo Lenin » di Pierluigi Battista
«Non butteremo le reliquie chiuse nel museo» «Non butteremo le reliquie chiuse nel museo» « Non bruceremo Lenin » Eltsin scrive all'editore Napoleone ROMA. Scambio di lettere tra Boris Eltsin e Napoleone. Nel senso di Roberto Napoleone, editore comunista e intransigente, custode della memoria storica della Rivoluzione d'Ottobre, presidente tuttofare del «Comitato internazionale per la difesa di Lenin». Scrive a Napoleone, il Corvo Bianco, per comunicargli che il governo russo non butterà nella discarica le reliquie del «Museo Lenin». E questo anche agli sforzi profusi dall'editore di Rifondazione comunista per salvare il salvabile del mito leninista nella Russia post-sovietica. Dialogo inusuale. Dialogo innaturale tra l'editore comunista e l'uomo che ha adoperato il pugno d'acciato nella rivolta di Mosca di Rutskqj e Khasbulatov. Eltsin assicura di aver incaricato il ministro per la Cultura russo Sidorov di trasformare il Museo Lenin nella «filiale del Museo Storico Statale, considerato come una delle più prestigiose collezioni del patrimonio culturale della Russia. In questo modo sono state prese in considerazione tutte le modalità ed esigenze per la salvaguardia e per l'esposizione delle sue collezioni, così come per la sua futura attività». Tutto bene? Nemmeno un po'. Perché in questo dialogo inconsueto tra il comunista dell'Occidente e il nemico numero uno dei comunisti orfani dell'Urss deve esserci pure il dettaglio destinato a tenere acceso il conflitto. «Secondo quanto mi risulta e mi è stato riferito», commenta il presidente del comitato preposto alla «difesa di Lenin», «il Museo per la Cultura russa, a 70 chilometri da Mosca, ò un mucchio di macerie». Insomma, par di capire che la disponibilità di Eltsin nasconda una piccola trappola. Tutta la magnificenza dei cimeli leniniani, finora custodita nella cornice sacrale della Piazza Rossa, in un luogo lontano e per di più «in macerie»? Dove andrà a finire il primo numero deH'«Iskra», il giornale fondato da Lenin, o il vestito indossato dal leader della Rivoluzione d'Ottobre nel giorno in cui è stato vittima di un attentato, oppure i modellini della corazzata Potémkin e dell'incrociatore Aurora, le statue, l'enorme affresco dedicato alla prima riunione della Terza Internazionale, le lettere vergate dall'uomo la cui salma Eltsin vorrebbe sfrattare dal Mausoleo? Oggi tutto questo è raccolto nell'edifi¬ cio che ospitava la Duma e che oggi Eltsin vorrebbe trasformare nella sede del Municipio moscovita. E poi cosa accadrà? L'incertezza sul destino di tutte queste preziose reliquie preoccupa Roberto Napoleone (che già in passato aveva proposto di acquistare una statua di Lenin prima che venga abbattuta dall'iconoclastia eltsiniana). E preoccupa anche la sorte della mummia di Lenin, che Eltsin vorrebbe riportare a Pietroburgo, vicino ai resti della madre. Tanto che a Napoleone, assieme alla lettera di Eltsin, è arrivato anche un appello della nipote di Lenin, Olga Ulianova, che implora il presidente del comitato internazionale di adoperarsi in tutti i modi perché, nel settantesimo anniversario della morte di Lenin, il sarcofago che conserva la salma «venga rivestito con un blocco di granito e lasciato dove si trova». Le speranze per Napoleone sono sempre più esili. Eltsin sembra deciso ad andare fino in fondo. E poi un leninista come lui può fidarsi di un uomo che vuole trasportare le carte di Lenin in un edificio che cade a pezzi? Pierluigi Battista Ma la nipote «Io non ci credo» Accanto la salma di Lenin, custodita nel mausoleo in piazza Rossa, a Mosca: il governo vorrebbe trasferirla La nipote di Lenin, Olga Ulianova, anche lei ha scritto a Napoleone
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