Il messaggio ai cattolici italiani e i commenti all'estero «Anche il Papa nella rissa»

Il messaggio ai cattolici italiani e i commenti all'estero Il messaggio ai cattolici italiani e i commenti all'estero «Anche il Papa nella rissa» Le Monde e il NY Times: «Per aiutare la de che agonizza» Ma la Cei: non banalizzate tutto in chiave elettorale CITTA' DEL VATICANO. Il giorno dopo, mentre i cattolici in politica polemizzano gli uni contro gli altri utilizzando la lettera del Papa ai vescovi italiani, la Conferenza episcopale italiana (Cei) cerca di negare il significato politico del documento. Parla monsignor Salvatore De Giorgi, presidente della commissione Cei per il laicato e assistente generale di Azione Cattolica. Il messaggio, secondo il presule, «non può essere banalmente interpretato in chiave preelettorale». E' invece «una riflessione articolata di ampio respiro storico e di altissimo profilo religioso, morale, culturale e sociale». Mons. De Giorgi interpreta il messaggio papale come un «richiamo ad un esame di coscienza rivolto a tutti per il rinnovamento sociale e politico», e soprattutto «un invito rivolto ai laici cristiani a non sottrarsi alle loro responsabilità». Quali esse siano, lo chiarisce il Servizio informazioni religiose (Siri, l'agenzia di informazioni collegata alla Conferenza episcopale. «E' l'ora - afferma una nota - dell'unità, del Paese e dei cattolici. Nella difficile transizione in corso vediamo con più chiarezza il cammino, gli obicttivi, le grandi responsabilità, ma anche il cammino storico». Di sicuro la lettera del Papa era inattesa. Il Los Angeles Times ha scritto che il Pontefice «ha compiuto un'intromissione senza precedenti nelle acque agitate della politica italiana», e ha definito «controverso» il documento. Certo, anche l'uso di alcuni termini ha colpito, come raro o nuovo; e in particolare, fa notare qualcuno in Vaticano, il Pontefice ha parlato di una «forza di ispirazione cristiana». Fi- nora i termini usati di preferenza erano quelli di «presenza», «impegno» dei fedeli in politica. Ma forse erano sembrati troppo ambigui, e avevano lasciato aperta la porta della diaspora per molti. «Forza» è molto più preciso, e limitato. Un intervento straordinario; tanto straordinario che non ci sono precedenti storici. Forse si può affiancare alla «scomunica» del comunismo, espressa da Papa Pacelli nel 1949. Oppure al discorso che Pio XI avrebbe dovuto tenere, l'il febbraio del 1939, di fronte ai vescovi italiani convocati per l'occasione. Il testo rimase segreto (forse una condanna del fascismo?) perché il Pontefice morì nella notte del 10 febbraio. Ma c'è da dire anche che niente faceva prevedere che Giovanni Paolo II si sarebbe schierato con tanto vigore. Il suo ultimo intervento, a brac¬ cio, alla fine dei lavori dell'Assemblea dei vescovi, nel maggio scorso, a Roma, era stato molto più sfumato. Un'assemblea storica: per la prima volta alcune voci vescovili avevano avanzato perplessità sull'unità politica dei cattolici, e - cosa ancora più straordinaria - ne era stata data comunicazione ufficiale. «Ci sono due strade, due cammini che si devono sempre rispettare disse Giovanni Paolo II -. Come arrivare all'unità da un certo pluralismo. Non perdere l'unità nel pluralismo, ma d'altra parte come non perdere il pluralismo nell'unità». Qualcosa è successo, da allora; e probabilmente i consiglieri papali per le vicende italiane hanno contribuito a sollecitare un intervento. «Si è lanciato con tutta la sua combattività nel pantano politico italiano», ha scritto il New York Times. Lo scopo, per il Times, è chiaro: «Ha cercato evidentemente di creare sostegno attorno a quello che rimane dei democristiani italiani, ricordando che sono stati loro a salvare il Paese dal comunismo». «Il Papa nella rissa italiana», titola in prima pagina Le Monde. Il quotidiano francese sostiene che al significato spirituale ed etico del messaggio non può non affiancarsi una «lettura politica»: «E' difficile, nel momento in cui la democrazia cristiana, già agonizzante, rischia di disintegrarsi, non fare una lettura politica di questo testo reso noto a due giorni dal dibattito e dal voto sulla fiducia in Parlamento». E tuttavia questo «avvenimento», non servirà certo «a rendere le cose più facili in Italia». Marco Tosarti Mons. De Giorgi «E' un richiamo alla responsabilità» Accanto Papa Giovanni Paolo II, nella foto sopra il cardinale Ruini

Persone citate: De Giorgi, Giovanni Paolo Ii, Papa Pacelli, Pio Xi, Ruini, Salvatore De Giorgi

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Italia, Los Angeles, Roma