il caso. La figlia di Mussolini replica per la prima volta ai biografi Edda Ciano: la mia verità di Alain Elkann

il caso. La figlia di Mussolini replica per la prima volta ai biografi il caso. La figlia di Mussolini replica per la prima volta ai biografi Edda Ciano: la mia verità «Io ho visto fare e disfare la Storia» E ROMA DDA Ciano è nel suo appartamento di Roma. Ha voce gentile, accento né romano né romagnolo. In questi mesi, mentre l'Italia rievocava la caduta del fascismo, l'avventura tragica di Salò, D processo di Verona che condannò a morte suo marito, la figlia del duce ha sempre taciuto. Anche adesso vuole continuare nel silenzio. Ma l'ultima accusa, quella di essere stata una spia dei russi in collegamento con il Kgb, le è intollerabile: «Quando ho letto sui giornali che mi sospettano di essere stata una spia russa ho riso di cuore. Come si può pensare che sia possibile? Mi dica la verità: io una spia russa! Ma è ridicolo, nient'altro che ridicolo. Io non voglio dire più nulla. Non credo che un'accusa simile meriti altre parole. Leggo i giornali, certo, ma con distacco, a volte ne sorrido, ma non voglio arrabbiarmi più, mai più. E poi non voglio dire nulla perché non me ne importa niente. Ma questo è veramente incredibile». Ma lei si riconosce nei ritratti pubblicati? Ha letto il libro che Antonio Spinosa ha appena scritto sulla sua vita? «No, non m'interessa affatto. Gliel'ho già detto, non mi interessa quello che scrivono su di me... Non ho bisogno di queste cose. Non possono né aggiungere né togliere nulla ai miei ricorda, alla mia memoria. Va bene, sì, ho scorso poche pagine, qua e là; gli amici che hanno letto questa biografia dicono che sono invenzioni, stupidaggini». Spinosa la descrive come grande personaggio tragico, degno della Dietrich. Dice che lei era anche profondamente nazista. La contessa Ciano tace per un momento. Poi riprende con la voce ferma e mite: «Ma io sono ancora qui, non lo vede? Sono viva, forse si dimenticano proprio questo. Un personaggio tragico? Le ripeto: non voglio essere amareggiata. Non so se la gente si ricorda ancora di Edda. Ma in ogni caso pensi di me ne] bene e nel male quello che vuole». Ma se non concorda con quello che di lei scrivono, perché non dice come sono andate vera- mente le cose? E' quasi un obbligo: lei, figlia del duce e moglie di Ciano... «Non ho obblighi con nessuno, proprio con nessuno. E poi, le dico la verità: io taccio perché della storia non m'importa nulla. Dicano e pensino di me quello che vogliono. Io non protesto». Ma, se gli altri mentono, è possibile che lei non cerchi di ristabilire la sua verità storica? Perché non lo fa? «Mi stia bene a sentire. Finché io non dico niente, la verità non si conosce. Ha capito, adesso, perché il silenzio può essere importante? E d'altra parte, se parlassi, direi la verità perché non so mentire». E' l'anniversario del processo di Verona, una data per lei drammatica. Anche il silenzio diventa una grande responsabilità, non crede? «Lei deve considerare una cosa per me fondamentale: io ho visto fare la storia e ho visto come si cambia e come si disfa. A piacimento, come fa comodo, a seconda dei momenti. Ecco perché non sento alcuna responsabilità. Ha capito? Per quanto riguarda il processo di Verona, il ricordo è ancora troppo doloroso, tropo triste. Non posso parlarne, non voglio tornare indietro con la memoria. Me lo sono imposto. E adesso, per favore, mi lasci tranquilla». Alain Elkann

Persone citate: Antonio Spinosa, Ciano, Edda Ciano, Mussolini, Spinosa

Luoghi citati: Italia, Roma, Salò, Verona