Monito del Presidente americano per la Bosnia: «Non lasceremo strangolare Sarajevo» Clinton compra l'arsenale della paura di Paolo Passarini

Monito del Presidente americano per la Bosnia: «Non lasceremo strangolare Sarajevo» Monito del Presidente americano per la Bosnia: «Non lasceremo strangolare Sarajevo» Clinton compra l'arsenale della paura A Kiev 20 mila miliardi per 1500 atomiche BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO L'accordo sull'eliminazione delle testate nucleari rimaste in Ucraina dopo il dissolvimento dell'Urss è stato annunciato ufficialmente ieri da Bill Clinton al termine di una giornata piena di eventi e per lui piuttosto positiva. Al di là della scontata approvazione da parte del vertice Nato del programma chiamato «Partnership for peace», cioè la per ora limitata apertura dell'Alleanza a alcuni Paesi dell'ex Patto di Varsavia, il documento finale rinnova la minaccia di bombardamenti aerei contro i serbi se continueranno a «strangolare» Sarajevo. Il linguaggio è ancora una volta più duro della convinzione a agire. Clinton ha però colto l'occasione per rimbeccare il presidente francese Frangois Mitterrand, che si oppose mesi fa al piano di bombardamenti americano e ieri ha chiesto un'azione aerea decisa. Clinton ha definito l'accordo sulle testate nucleari ucraine «una svolta storica che riempie di speranza», un «passo da gigante verso una più grossa sicurezza per gli Stati Uniti». L'apparato nucleare sovietico rimasto in Ucraina era un incubo per la comunità mondiale da più di due anni. Si tratta di 176 missili balistici S-24 e S-19 e di 1500 testate, come ha sottolineato Clinton, «puntate verso gli Stati Uniti». Ma c'è di più: la ragione per cui il governo della Repubblica di Ucraina non voleva restituire alla Russia i missili e le testate era la mancanza di un rassicurante accordo sui confini. Ora la restituzione diventa possibile perché c'è finalmente un accordo politico tra Russia e Ucraina, mediato dagli americani. E l'aspetto politico è nell'immediato più importante di quello militare, dal momento che, per quanto «storico», il secondo sarà completamente perfezionato in un arco di tempo piuttosto lungo, sette anni. Alla fine, dopo complicati passaggi tra le tre parti, l'Ucraina riceverà dalla Russia circa 12 miliardi di dollari versati dagli americani, i quali ne avranno in cambio circa 500 tonnellate di plutonio rigenerato per scopi civili. Il Segretario di Stato Warren Christopher ha informato che l'accordo, per la sua natura, non deve essere ratificato dal Parlamento ucraino (il che avrebbe suscitato parecchie preoccupazioni), ma è sufficiente una decisione dell'esecutivo. Clinton, in viaggio da Praga a Mosca, farà una breve sosta all'aeroporto di Kiev mercoledì sera per salutare il presidente ucraino Kravchuk. La parte del documento finale del vertice Nato riguardante la Bosnia dice, tra l'altro: «Noi riaffermiamo la nostra disponibilità, sotto l'autorità del Consiglio di sicurezza dell'Onu e secondo le decisioni assunte dall'Alleanza il 2 e il 9 agosto del '93, di condurre attacchi aerei per prevenire lo strangolamento di Sarajevo, le aree protette e altre zone minacciate in Bosnia Erzegovina». Su questo punto Clinton aveva affermato nel suo intervento: «Accolgo con un benvenuto la riaffermazione dell'Alleanza del nostro ammonimento contro lo strangolamento di Sarajevo e le zone protette. Ma se decidiamo di riaffermare questo ammonimento, non può essere pura retorica. Quelli che attaccano Sarajevo devono capire che siamo seri. Se lasciamo questa frase nella dichiarazione finale, noi dobbiamo esserne convinti». Clinton ha invitato chiunque avesse perplessità su questa dichiarazione a dirlo apertamente e a non votarlo, perché occorrerà agire «quando necessario». Il senso della frase di Clinton è apparso piuttosto chiaro, come del resto la punta polemica verso i francesi. Prima del vertice, la Francia aveva esercitato forti pressioni per mettere la questione Bosnia all'ordine del giorno, sostenendo che occorre prendere decisioni. E infatti ieri Mitterrand ha premuto per l'attuazione del piano di attacchi aerei. Clinton gli ha voluto ricordare che, quando lui l'aveva proposto, furono proprio i francesi, assieme agli inglesi, prima a bocciarlo poi a accettarlo con tante riserve da renderlo Il re del Belgio al centro dà II benvenuto a Francois Mitterrand e Bill Clinton A fianco il leader ucraino Kravchuk |fOTO REUTER] inattuabile. L'appello alla responsabilità di Clinton è apparso serio e la conversione francese è apparsa un'operazione di palcoscenico. Ma questo, almeno per ora, non cambia la sostanza delle cose. Il ministro degli Esteri canadese ha espresso publicamente il dissenso del suo Paese sugli attacchi aerei subito dopo il vertice. Il Segretario generale dell'Onu, Ghali, da Parigi, ha detto che «l'unica via per il momento è il negoziato». Nonostante il richiamo di Clinton, sulla Bosnia la comunità internazionale continua a lanciare minacce in cui continua a non credere. Paolo Passarini