Devastata una sede dell'Alleanza all'Eur di Roma, nessuna vittima Bomba anti-Nato firmata Br di Maria Corbi

Devastata una sede dell'Alleanza all'Eur di Roma, nessuna vittima Devastata una sede dell'Alleanza all'Eur di Roma, nessuna vittima Bomba anti-Nato firmata Br Volantino con il simbolo brigatista «La lotta armata è ricominciata» ROMA. Un forte boato, del fumo e poi una pioggia di vetri. Era l'una di notte quando all'Eur, quartiere Sud della capitale, il silenzio è stato squarciato dall'esplosione di una bomba. Quattro chili di esplosivo da cava, probabilmente tritolo, collocati sotto il portico del palazzo che ospita il comando «Defence College» della Nato, una sorla di scuola per la formazione di militari e civili. L'attentato e stato rivendicato dai «Nuclei comunisti combattenti» con un lungo volantino di otto pagine, che reca la stella a cinque punte delle Brigate Rosse e parla di «ripresa dell'iniziativa rivoluzionaria», proponendo il gruppo come le nuove Br. Adesso gli uffici sono inagibili, ma non distrutti. Sono saltati tutti i vetri e i controsoffitti delle stanze. E anche i muri esterni sono in parte danneggiati. Il tritolo ha fatto saltare pezzi della facciata lasciando a nudo la fibra isolante di vetro. Solo un caso ha voluto che a quell'ora nessuno passasse sul marciapiede di fronte all'edificio. Diversamente l'atto terroristico oltre ai danni materiali avrebbe potuto procurare anche delle vittime. E ha subito danni anche il palazzo che fronteggia il college Nato dove al piano terra si trova la filiale Eur della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Poco si sa della cronaca della notte della bomba. Dei netturbini avrebbero riferito però che poco dopo la deflagrazione una Alfa 33 beige sarebbe partita a grande velocità, con la solita sgommata sospetta. Gli attentatori sarebbero entrati dal cancelletto che porta al palazzo senza trovare ostacoli. Un particolare, questo, inspiegabilc visto che al cortile ò consentito accedere, ma una ronda di guardia dovrebbe assicura- re la vigilanza. All'interno del Defence College poi c'è un controllo continuo dei carabinieri e tutt'attorno c'è un sistema di telecamere e riflettori. Ma sembra che nessuno si sia accorto di nulla. Indisturbati, dunque, gli attentatori avrebbero collocato il rudimentale ordigno a ridosso della recinzione sotto la quale vi sono i garage. In quel punto adesso vi è un cratere largo circa un metro. Le indagini, che sono state affidate al procuratore Silverio Pira, della procura distrettuale antimafia, puntano alla pista dell'estrema sinistra. Una matrice confermata dal volantino di rivendicazione fatto trovare ai cronisti del Messaggero di Roma in un cassonetto di via Settembrini al quartiere Prati: un messaggio di ben otto pagine che sotto il simbolo delle Brigate rosse, la stella a cinque punte, annuncia la «ripresa dell'iniziativa rivoluzionaria» che fu delle Br. Un'ulteriore conferma è arrivata anche da una telefonata a Radio Popolare, a Milano. Una voce maschile ha detto: «Rivendichiamo l'attentato alla base Nato di Roma e annunciamo la ripresa della lotta armata e la ricostruzione del Partito armato con uomini ben addestrati militarmente. Riprendiamo la lotta contro l'imperialismo americano». E poi un annuncio sui prossimi centri di attentati: «Colpiremo i principali responsabili in Italia della disoccupazione. I nostri obiettivi saranno anche le sedi della Lega». Gli investigatori non tralasciano altre piste. Come quella del terrorismo internazionale, con moventi legati all'ex Jugoslavia o alla Russia. Ma la pista che trova più credibilità tra gli investigatori è quella delle nuove Br. Il fatto che sia stata scelta come obiettivo una struttura della Nato rimanda all'attentato compiuto il 3 settembre scorso contro gli alloggi della base Usaf di Aviano, in provincia di Pordenone. Quella notte quattro individui a bordo di una macchina spa¬ rarono alcuni colpi contro le finestre della casa-alloggio della base. Fu lanciata anche una bomba «ananas» oltre il muro di cinta che scoppiò provocando danni ma nessun ferito. L'attentato venne rivendicato dalle Br e circa due mesi dopo, il 23 ottobre, furono arrestati otto neobrigatisti che avevano nascosto sottoterra un piccolo arsenale. Fra i precedenti, ricordiamo anche i cinque chili di polvere da mina che solo per un caso non esplosero il 17 ottobre del 1992 davanti alla sede della confindustria all'Eur. Anche allora una telefonata attribuì l'azione ai «Nuclei combattenti comunisti». E ieri qualcuno sul luogo dell'attentato ricordava quando nell'84, a poche strade di distanza, il direttore della forza multinazionale nel Sinai Lcamon Hunt fu ucciso a colpi di mitra. La firma lasciata anche in quel caso a Radio Popolare era quella delle nuove Brigate rosse. Maria Corbi I Nuclei comunisti combattenti annunciano: «Colpiremo anche la Lega» wmmm Gli effetti della bomba sul centro di formazione della Nato all'Eur di Roma. Sopra, la stella a cinque punte del volantino di rivendicazione (FOTO REUTf

Persone citate: Silverio Pira