«Sì, farò un altro giornale» «L'annuncio in diretta al Tg5 ma resto amico del Cavaliere» di Enrico Mentana

«Sì, farò un altro giornale» «Sì, farò un altro giornale» L'annuncio in diretta al Tg5 «Ma resto amico del Cavaliere» Enrico MentROMA. «Si chiamerà la Voce, nel ricordo del mio vecchio grande Prezzolini. Certo è una sfida. Quando vent'anni fa, e ne avevo già 65, fondai il Giornale qualcuno disse che era un'impresa da pazzi, che bisognava rinchiudermi in manicomio. E avevano ragione. Farlo ora che ne ho 85 è da camicia di forza. Lo so». Indro Montanelli ha scelto il Tg5 di Enrico Mentana per dare la sua conferma ufficiale a quello che ormai sapevano tutti. Il suo rapporto con il Giornale è finito. Poche settimane e nascerà un nuovo quotidiano. «Questa rottura - dice - non l'ho certamente provocata io. I telespettatori sono testimoni delle provocazioni che ho ricevuto, di fronte alle quali io non potevo non reagire». I «provocatori» sono naturalmente Emilio Fede e Vittorio Sgarbi. «Personaggi che interpretano o credono di interpretare la volontà del padrone continua Montanelli -, il qoalo non li ha mai smentiti. E poi c'è stato un fatto grave: l'altro ieri Berlusconi è venuto a parlare all'assemblea dei giornalisti e, rispondendo ai colleghi che si lamentavano dei mancati investimenti, ha detto: "Beh, queste cose le avrete se cambiate linea e linguaggio". Tutto questo è stato fatto in mia assenza, lui parlava alla mia redazione. E' stato quasi un invito al pronunciamento. Io sono un direttore che queste cose non le accetta da nessuno, nemmeno dal suo editore. Mi dispiace molto rompere con Berlusconi: fino all'anno scorso il mio rapporto con lui è stato esemplare. Io non posso che essere grato a Berlusconi di quello che ha fatto. Nei momenti difficili fu il mio unico amico, io gli debbo gratitudine e tengo a di- na re che non sarò mai un nemico di Berlusconi. Mai». A questo punto, Mentana ha mandato in onda un'intervista registrata poco prima con Berlusconi: «Avevo detto che Montanelli poteva scrivere i suoi articoli di qui all'eternità - dice il presidente della Fininvest -. Io ho anche aggiunto che avrebbe potuto mandarmi gli articoli con un fax speciale che stavo facendo costruire dal Paradiso. Da ieri è successo penso che se avrà l'occasione di mandarmeli ancora, il fax dovrà essere resistente alle fiamme, perché me li dovrà mandare per lo meno dal Purgatorio. Cos'è successo? Non lo so, non lo deve chiedere a me. Deve chiederlo al direttore. Forse oggi ci divide la previsione sul futuro. Indro è rassegnato, pensa che le sinistre in questo Paese abbiano vinto e che saranno loro a governare questo Paese in futuro. Io sono d'avviso opposto». Berlusconi ha poi negato di aver condizionato i finanziamenti a un cambiamento della linea politica del Giornale: «E' totalmente falso - ha detto -. Ho solo ricordato che tutti i più importanti quotidiani stanno a sinistra. C'è quindi un grandissimo spazio tra elettori moderati che il Giornale a mio parere dovrebbe occupare con maggiore decisione, cosa che sta facendo benissimo l'Indipendente. Se questo dovesse avvenire, ho aggiunto, da un giornale che perde colpi, lettori, e soldi, potrebbe trasformarsi in un giornale che guadagna lettori e che quindi può attirare investimenti». Montanelli ha risposto con una stoccata: «Berlusconi ha tante virtù, ma un brutto difetto: quello di credere più ai servi sciocchi che agli amici critici». [r. i.] Enrico Mentana

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