«Direttore, per leggerla mi venderei la casa» di Guido Tiberga

«Direttore, per leggerla mi venderei la casa» «Direttore, per leggerla mi venderei la casa» LO ZOCCOLO DURO CARO e grande direttore, sono un modesto commerciante che vive di utensili, pane e Montanelli. Desidero informarla che, se ci fosse bisogno di vendere la casa per acquistare il suo giornale, io sono uno dei suoi lettori disposto a farlo. Auguri di lunga vita. Firmato: Sirio, Sara e Franca Roccabruna. Saranno». // Giornale, ancora per poco di Indro Montanelli, non ha dato grande spazio allo scontro tra il suo direttore e Silvio Berlusconi. Soltanto qualche lancio d'agenzia pubblicato nelle pagine interne, con la formula un po' civettuola del «Dicono di noi». Da un paio di giorni, però, la penultima pagina del quotidiano - da sempre dedicata alla posta dei lettori - è occupata quasi interamente dal caso editoriale dell'anno. Decine di lettere di solidarietà, firmate da personaggi illustri - politici, docenti universitari, giornalisti -, ma anche da persone semplici e appassionate. Tutti si schierano con il Direttore. Pronti a lasciare quello che resterà del Giornale per tra- sferirsi in massa alla Voce: «Caro direttore, la seguo con avidità ormai da tredici anni sul Giornale e ovunque ponga la sua penna o faccia ticchettare la vecchia Olivetti». «Sono un suo affezionato lettore da appena due mesi. Adesso che l'ho trovata, la seguirei qualunque decisione prendesse e ovunque decidesse di donarci le sue perle di saggezza». Altri minacciano di disdire l'abbonamento, altri organizzano raccolte di fondi per un'iniziativa di azionariato popolare volta ad estromettere il Cavaliere e la sua famiglia dalla proprietà del «loro» quotidiano: «Non sono ricco, tutt'altro. Lavoro 14 ore al giorno per cercare di costruirmi qualcosa di mio: però sono pronto a mettere a disposizione un milione di lire (e per me sono tante) a favore di un'iniziativa che tolga il Giornale dai condizionamenti». Silvio Berlusconi, nella villa di Arcore, non è rimasto con le mani in mano. La Diacron, l'azienda del gruppo che si occupa delle rilevazioni statistiche, ha organizzato un sondaggio. Le cifre parlerebbero chiaro: secondo gli uomini del¬ la Finivest, «l'82 per cento dei lettori del Giornale» pensa che abbia ragione Berlusconi. Montanelli, insomma, avrebbe barato. Pubblicando soltanto le lettere a suo favore. Magari scegliendo con cura quelle più cattive nei confronti di chi ha lanciato il sasso nello stagno. «Se Fede esistesse, le esprimerei la mia solidarietà», scrive un lettore. Gli altri usano toni meno ironici. «Volevo dirvi che considero il "signor" Fede un povero diavolo, leccapiedi la cui professionalità non arriva nemmeno alle suole delle scarpe del direttore del Giornale». E via su questa linea: chiavica, ometto, asino megalomane, Montanelli ha risposto ieri, con un «Grazie a tutti». «L'affetto da cui mi sento circondato in questi giorni mi ripaga come giornalista e come uomo di ogni amarezza e delusione - scrive -. Non è la prima volta che il legame tra il Giornale e i suoi lettori, ossia tra me e i lettori, perché finché ci resto mi identifico con il Giornale, trova manifestazioni così toccanti... Questa volta l'occasione che ha mosso la valanga dei messaggi di solidarietà è stata di piccolo conto, addirittura meschina. Forse non era il caso che ne derivasse tanto scalpore. Ma ho constatato di poter contare su tanti amici ignoti, che mi vogliono bene senza avermi conosciuto. Come quella famiglia Roccabruna di Saranno che sarebbe disposta a vendere la casa pur di continuare a comprare il Giornale. Non la dovranno vendere, su questo sono tranquillo». Guido Tiberga Ma secondo un sondaggio organizzato dalla Fininvest oltre l'80 per cento di chi compra il «Giornale» dà ragione a Berlusconi

Persone citate: Berlusconi, Franca Roccabruna, Indro Montanelli, Montanelli, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Arcore, Roccabruna