Esposti a Torre del Greco Ori di Pompei salvati dalla lava di Sabatino Moscati

Esposti a Torre del Greco Esposti a Torre del Greco Ori di Pompei salvati dalla lava S TORRE DEL GRECO AREBBE felice oggi il Gemmario, abilissimo e raffinatissimo artigiano di Pompei, a cui è stato dato questo «nome d'arte» perché quello vero non lo conosciamo, e verosimilmente non lo conosceremo mai. Sarebbe felice perché è aperta una mostra nella quale l'opera sua è presentata con grande rilievo: sia nelle realizzazioni, e cioè nelle gemme preziose mirabilmente incise, sia negli strumenti con cui lavorò, che pure sono stati ritrovati nella città sepolta. Le scoperte della Casa del Gemmario vengono esposte nella prima sezione della mostra Mulierum ornamenta, cioè «Ornamenti delle signore», che è in corso a Palazzo Vallelonga, sede centrale della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, la quale ha promosso e sostenuto l'iniziativa. Diciamo subito che i gioielli non hanno dovuto affrontare viaggi lunghi e pericolosi: essi erano già custoditi, infatti, nei depositi blindati del Palazzo, con tutti i sistemi di sicurezza che la tecnica moderna consente. Quattro sono le sezioni della mostra. Dopo la prima dedicata a Pompei, ora ricordata, la seconda concerne Ercolano, e principalmente i gioielli scoperti durante lo scavo dei fòrnici lungo l'antica marina. Qui è commovente pensare che essi furono perduti durante la corsa disperata verso il mare, quando ebbe inizio l'eruzione del Vesuvio. Le ceneri e i lapilli furono più rapidi delle signore, che avevano raccolto in fretta e furia i loro beni più preziosi. La terza sezione concerne un altro grande centro scoperto recentemente nell'area: Oplontis, nell'area dell'attuale Torre Annunziata. Qui è tornata alla luce una lussuosa villa romana, con una piscina di grandi dimensioni che ha meritato, da parte degli archeologi, il titolo di «olimpionica». Anche questa villa fu sepolta dall'eruzione del Vesuvio; e anch'essa ha svelato splendidi gioielli. La quarta sezione si riferisce alla già celebre villa di Boscoreale, insieme con quella meno vasta di Terzigno, presentando nuove scoperte. Esse si caratterizzano per una particolare originalità: i gioielli non erano destinati a ornare ricche e belle signore, bensì a venerare una divinità, forse Giunone, di cui è stata rinvenuta la statua nel larario di Boscoreale. Affreschi staccati da ricche dimore pompeiane completano la mostra, raffigurando immagini femminili ingioiellate: essi mostrano dal vero, dunque, come venivano portati i gioielli. Nell'insieme, notevolissime sono la ricchezza e la novità della documentazione, segni evidenti di un lusso quale raramente si trova anche nell'età moderna. Sabatino Moscati «Vittoria» l'intonaco dipinto staccato a Pompei. Alcuni di questi capolavori sono esposti nella mostra dedicata ai gioielli ritrovati a Pompei (foto in alto), Ercolano e in altri due luoghi