L' America corre l'Europa arranca il Giappone piange di Valeria Sacchi

I CONTI IN TASCA ALLO STATO NOMI e gli affari L'America corre, l'Europa arranca, il Giappone piange L'America corre a cento all'ora, come si diceva ai tempi di Tazio Nuvolari per indicare folli velocità, l'Europa arranca sfiatata. A Detroit, Jack Smith, presidente di General Motors, Alex Trotman, presidente di Ford, e Bob Eaton, presidente di Chrysler, brindano alla ripresa e al ritorno agli utili nel 1994. E Smith, addirittura, ha il problema di dover costruire un nuovo stabilmento, per via di un carnet di ordini che sale vertiginosamente. A New York, Wall Street saluta il nuovo anno con scambi record, mentre gli indicatori Usa puntano concordi al bello, togliendo mordente perfino alle frecce avvelenate che, dal suo passato remoto finanziario, arrivano planando sul presidente Bill Clinton. Clinton brinda Piange, al a Wall Street contrario, la Baratta brinda all'export Vecchia Europa sui posti di lavoro perduti, che segnano giorno dopo giorno nuovi record, calcolati in milioni di unità in Italia, Spagna, Germania. Perfino nel mitico Giappone, il primo ministro Morihiro Hosokawa richia di trovarsi afflitto da tre milioni di disoccupati con gli occhi a mandorla. Quanto ai Paesi dell'Est, il mistero è grande. Dai video, le immagini trasmettono code di moscoviti al gelo, in attesa. Le cronache narrano di pensionati alla fame, di prezzi che si impennano, di un'economia a rotoli. Ma intanto, a St. Mortiz, per le feste di Natale e Capodanno, due alberghi vip, il Kulm e il Palace, hanno fatto il tutto esaurito con clienti russi. Che mangiano, bevono e ballano. E pagano in dol¬ lari. Certo, qualcuno sospetta che si tratti di valuta non proprio adamantina. Ma valuta è, e di quella buona. Ben venga a frenare la crisi del turismo. Del resto, non è proprio dai Paesi che fino a ieri venivano definiti «terzi» che stanno arrivando nuvole portatrici di manna? Con legittima soddisfazione del ministro del Commercio Estero Paolo Baratta, l'Italia è oggi puntellata dalle esportazioni: 16.000 miliardi di saldo attivo al novembre 1993, un terzo dei quali verso le Piccole Tigri asiatiche. E qual è il Paese con il massimo record? La Cina, dove la vendita di made in Italy è salita del 125%. Gira la ruota della Fortuna. Gira, ma non per tutti. Basti pensare agli operai del Nuovo Pignone che lottano per non passare ad un pa- Bernabè conta fatture false Andreatta ex del Tesoro drone straniero, la General Electric, che li ha vinti in gara regolare. Preferiscono il padrone italiano. E mentre lottano scoprono, dai dati forniti al giudice Antonio Di Pietro dall'amministratore delegato dell'Eni Franco Bernabè, che quel padrone che ora idealizzano li depredava, regolarmente, di decine e decine dì miliardi l'anno. A vantaggio delle tasche dei politici. Sempre a proposito di Fortuna, ci si chiede come facciano ora queste tasche politiche a mantenersi in vita. Stanno dilapidando gli ultimi spiccioli, o i risparmi (le Repubbliche Marinare insegnano) sono tali da garantire tranquillità a figli e nipoti? Animi malvagi sostengono la tesi che qualche rubinetto resta aperto. E fanno l'esempio dei 900 mi- liardi di rimborsi che l'Imi dovrà pagare agli eredi di Nino Rovelli. Un precedente che potrebbe, in epoche venture, condurre davanti ai giudici gli eventuali eredi di Nino Andreatta, per risarcire gli eredi di Roberto Calvi o di Orazio Bagnasco. Dal momento che l'attuale ministro degli Esteri reggeva, all'epoca del crack del Banco Ambrosiano, lo scettro del ministero del Tesoro. E in pericolo potrebbero forse trovarsi anche i discendenti di Carlo Azeglio Ciampi, allora Governatore della Banca d'Italia. Per consolarsi il presidente dell'Imi, Luigi Arcuti, pensa alla privatizzazione alle porte. Dove conta di ripetere il successo del Credito Italiano. Intanto, in piazza Scala, gli uomini della Banca Commerciale non conoscono più Arcuti sereno nonostante Sir neppure la festa della Befana, indaffarati a perfezionare prospetti. Ma la febbre da privatizzazione è un male (o un bene) comune. Anche a Parigi Edmond Alphandery, ministro dell'Economia, ha messo il piede sull'acceleratore: subito dopo il collocamento di Elf Aquitaine, toccherà al megagruppo assicurativo Uap. Intanto, una lezione di precisione e di realismo arriva dalla Germania. Dove la signora Birgit Breuel, presidente di Treuhand, l'ente incaricato tre anni or sono di mettere in vendita le 13.000 aziende pubbliche dell'ex Germania Est, ha annunciato che per fine anno il lavoro sarà finito, e l'organizzazione scomparirà, come promesso. Certo, nella sua breve vita, anche la Treuhand ha passato momenti brutti: 200 casi di corruzione venuti alla luce durante le trattative di cessione, e addirittura l'assassinio politico di un presidente, Detlev Rohwedder. Senza contare le accuse di spietatezza e consimili. Ma una cosa ha funzionato, e non è poco: la tabella di marcia. Dopo mesi di silenzio, Luigi Spaventa ha parlato. A provocare questo passo estremo, le proposte fiscali di Silvio Berlusconi. Davanti alle quali, nemmeno il più riservato dei nostri ministri economici è riuscito a restare zitto, ed è passato al contrattacco. Ma Berlusconi non se ne preoccupa. Figurarsi! Nel suo staff di consiglieri esteri, sta per intruppare Margaret Thatcher. Un dubbio però è legittimo: la Lady di Ferro lo sa? Valeria Sacchi La Thatcher lo consiglia Cl bid L Thh Clinton brinda a Wall Street Baratta brinda all'export Bernabè conta fatture false Andreatta ex del Tesoro Arcuti sereno nonostante Sir Nino Rovelli e i suoi eredi Berlusconi fa il politico La Thatcher lo consiglia