« Israele ricatta i collaborazionisti » di Aldo Baquis

« MEDIO ORIENTE Accuse anche all'Olp: esecuzioni sommarie dei palestinesi sospettati di tradimento « Israele ricatta i collaborazionisti » Un gruppo pacifista ebraico: metodi brutali TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il gruppo israeliano per i diritti civili «Betzèlem» («A sua immagine») ha ieri duramente accusato per la prima volta l'Olp e altri movimenti politici palestinesi per aver ucciso nei Territori negli anni 1987-93 tra 750 e 950 palestinesi presunti «collaborazionisti», la maggior parte dei quali non avevano commesso i crimini politici imputati loro. Come nei rapporti pubblicati in passato sullo stato dei diritti civili nei Territori, Betzèlem ha rivolto ancora una volta dure critiche alle autorità israeliane per i sistemi usati nell'arruolare i collaborazionisti, alcuni dei quali contrastano - secondo l'organizzazione - con il diritto internazionale. Secondo le stime di Betzèlem, nei Territori agiscono oggi almeno 5000 collaborazionisti di Israele, la cui identità è nota alla popolazione locale e la cui incolumità è in grave pericolo con l'approssimarsi dell'autogoverno palestinese. «Il governo israeliano - ha detto Yuval Ginbar, un portavoce di Betzèlem - ha adesso l'obbligo morale di proteggere queste persone e i loro familiari», in tutto alcune decine di migliaia. La lettura delle deposizioni raccolte dagli attivisti del gruppo è raccapricciante. Vi si narrano, ad esempio, le torture patite da un palestinese di Nablus reo soltanto di aver impedito alla sorella di sposarsi con un attivista locale dell'Intifada. L'uomo - che oggi è mutilato e vive in Giordania grazie all'intervento di un alto funzionario di «Al Fatah» - fu rinchiuso in una grotta e seviziato per 22 ore, affinchè confessasse di aver tradito la causa palestinese. I suoi aguzzini gli scavarono nel petto con scatolette di latta e gli trapanarono un ginocchio, versandogli dentro plastica bollente. Altrettanto agghiaccianti sono le pagine dedicate ai sistemi con cui lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno israeliano) induce i palestinesi a «varcare le linee» e fornire informazioni al nemico. I soggetti preferiti dagli agenti sono i piccoli delinquenti, ma spesso gli israeliani si sono serviti anche dei mukhtar, i capi-villaggio. Dal 1967 a oggi, Israele ha così ingaggiato - secondo Betzèlem decine di migliaia di collaborazionisti. Rimasti fino al 1987 quasi indisturbati, anch'essi (come Israele) furono sorpresi dall'Intifada. Le statistiche delle uccisioni di presunti collaborazionisti salirono così a ritmo vertiginoso dal 1987(1), al 1988(21), al 1989(143) fino a toccare l'apice nel 1992: 240, secondo fonti militari israeliane. Secondo queste fonti, in sei anni di Intifada 964 palestinesi sono stati uccisi da loro connazionali. Negli ultimi anni, la maggior parte delle esecuzioni è opera degli islamici di Hamas. Aldo Baquis

Persone citate: Fatah, Shin Bet, Yuval Ginbar

Luoghi citati: Giordania, Israele, Medio, Tel Aviv