In trappola i killer del bagagliaio

In trappola i killer del bagagliaio In trappola i killer del bagagliaio Brescia, tre giovani operai i rapinatori delle coppie MILANO. Uno compirà 20 anni oggi, gli altri due ne hanno 22. Sarebbero loro gli assassini di Giuseppe Facchetti. Gli spararono un colpo di lupara in faccia. Sono accusati di rapina aggravata, sequestro di persona e di omicidio volontario. La notte del 18 dicembre del '93 spararono a Facchetti che cercava di scappare durante una rapina e 10 chiusero, ferito e morente, nel bagagliaio della sua auto, assieme alla sua amica, Carla Chiaf. Lei riuscì a liberarsi solo la mattina dopo. Due hanno confessato, l'altro si dichiara innocente. Ammettono la colpevolezza Hans Peli (nato a Brescia il 20 novembre 1972) e Gianluca Vaglia (nato a Gardone Val Trompia, Brescia 11 12 maggio 1972). Si protesta invece estraneo Andrea Cipani, nato a Leno (Brescia) il 10 gennaio 1974. Gli indizi contro di lui sembrano però molto concreti: sarebbe stato proprio lui a sparare contro Facchetti, accusano i due complici. Lo aveva già fatto, ricordano, in una precedente rapina (compiuta insieme ad altre persone), finita per fortuna senza spargimento di sangue: quella volta Cipani aveva mirato alle gomme, così come, per impedire la fuga di Facchetti, avrebbe fatto anche quella notte. Tre ragazzi all'apparenza co¬ me tanti. Cipani è un allevatore di suini, gli altri sono operai. Incensurato Vaglia, piccoli precedenti per reati comuni, furto, rissa, uso di hashish per Peli e Cipani. Al magistrato hanno confessato anche altre due rapine, compiute in passato; il ricavato fu di 70mila lire dall'una e di 120mila dalla seconda. Balordi di periferia, li definiscono in città. Eppure, com¬ mentano, andavano al lavoro, frequentavano ragazze, tornavano a casa, in famiglia con i genitori. Normali che si atteggiavano a «duri», questo sì, aggiungono adesso a Brescia, «a persone con cui è meglio non scherzare». Quella notte, Carla e Giuseppe, cognati ma sentimentalmente legati, si erano appartati in una zona di campagna, a po- chi passi da Cignano, piccolo Comune della bassa bresciana. Dal buio all'improvviso erano emersi i tre ragazzi, e Giuseppe Facchetti aveva cercato di fuggire, avviando il motore. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Gianluca Vaglia sarebbe rimasto a fare da palo vicino a una Renault 5 Turbo dalle cui tracce sul terreno si è potuto risalire alla banda. Quella notte, Hans Peli avrebbe tagliato le gomme della Mercedes di Facchetti, ma l'uomo avrebbe tentato la fuga, finita dopo pochi metri. A quel punto, un altro malvivente aveva sparato con un fucile calibro 20 a canne mozzate; secondo Vaglia e Peli sarebbe stato Cipani, la stessa persona che aveva acquistato presso un'armeria della città cartucce identiche a quelle ri- trovate dai carabinieri sul luogo del delitto. Da questo punto in avanti la ricostruzione è ancora coperta dal segreto istruttorio, tuttavia non è improbabile che i tre, di fronte all'uomo che perdeva fiotti di sangue e alla donna che urlava terrorizzata, abbiano perso la testa. Trascinarono Facchetti ferito nel bagagliaio, afferrarono la sua compagna e gliela deposero di fianco, quindi chiusero e se ne andarono con un orologio Rolex da 20 milioni, alcune centinaia di migliaia di lire, un telefono cellulare. Carla continuò a urlare. All'alba, dopo 11 ore di tentativi, riuscì, con il cric, ad aprire il bagagliaio e a uscire. Nel frattempo Giuseppe era morto dissanguato. Con ogni probabilità la ferita non sarebbe stata mortale se l'uomo fosse stato soccorso subito. Ornella Rota Un colpo di lupara contro la vittima che cercava la fuga Chiusero l'amante in auto con il morto m I tre sotto accusa: Hans Peli Gianluca Vaglia e Andrea Cipani L'auto dove fu ritrovato il cadavere

Luoghi citati: Brescia, Gardone Val Trompia, Leno, Milano