Prega dove è morto il figlio, un'auto la falcia

Prega dove è morto il figlio, un'auto la falcia Dall'estate scorsa, quando era deceduto il ragazzo, ogni giorno portava i fiori sul luogo dell'incidente Prega dove è morto il figlio, un'auto la falcia Savona: uccisa sotto gli occhi del marito, investito di striscio SAVONA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non si dava pace da quando, l'estate scorsa, il suo unico figlio era morto cadendo dalla Vespa. E quasi ogni giorno, accompagnata dal marito, si recava a deporre qualche garofano nel puìito esatto dove il suo Giuseppi! aveva perso la vita. Quel gesto le dava un po' di conforto anche se ripeteva eh-5 la sua esistenza era finita il giorno in cui era morto suo figlio. Lo ha fatto anche ieri. Si è inginocchiata, ha chiuso gli occhi e forse non si è neppure accorta che un'auto le stava piombando addosso. Investita in pieno e trascinata per alcuni metri è morta poche ore più tardi, senza ìver ripreso conoscenza, nel reparto rianimazione dell'ospedale di Savona dopo essere stata sottoposta a un complesso quanto inutile intervento chirurgico. Si chiamava Caterina Guarnaccia, aveva 59 anni, abitava al Santuario, una frazione alla periferia della città, lungo la strada che porta alla basilica della Madonna di Misericordia, mèta ogni anno di migliaia di fedeli. Anche lei andava spesso a pregare al Santuario, a cercare consolazione al suo inconsolabile dolore. Voleva farlo anche ieri pomeriggio dopo la consueta sosta in quel punto di strada dove il suo unico figlio, Giuseppe Scirocco, un muratore di 36 anni, nell'agosto scorso aveva incontrato la morte. Il giovane rientrava a casa dal lavoro in sella a uno scooter. All'improvviso aveva perso l'equilibrio, era finito in una cunetta e l'urto contro uno spigolo gli era stato fatale. Da quel giorno Caterina Guarnaccia era diventata un'altra donna, viveva solo nel ricordo di quel suo figlio tanto bravo quanto sfortunato. E il marito, Antonio Scirocco, un pensionato di 66 anni, si era rassegnato, assecondandola in quella sua innocente mania del rito dei pochi garofani posati, con tanto affetto dove il loro ragazzo era morto. L'accompagnava quasi ogni giorno prima al cimitero, a pregare sulla tomba del figlio, e poi in quel breve rettilineo di via Santuario dove Giuseppe aveva tragicamente concluso la sua esistenza, stravolgendo quella dei genitori. Ma il destino stavolta era in agguato. E mentre Caterina Guarnaccia stava mormorando, in ginocchio sull'asfalto, ai margini della strada, una breve preghiera, ecco sopraggiungere una Fiat 126 guidata da Barbara Sogno, una savonese di 21 anni. La ragazza, per cause anco¬ ra imprecisate, ha perso improvvisamente il controllo dell'utilitaria che ha centrato in pieno la donna e sfiorato appena il marito. L'uomo, colto da choc, è stato ricoverato in osservazione al Pronto soccorso dell'ospedale. Per alcune ore ha sperato, ha chiesto notizie ai medici che stavano operando la donna, alla quale l'auto aveva anche tranciato quasi di netto una gamba. Poi ha letto sul volto dei medici e degli infermieri che l'intervento non era servito a strappare la moglie alla morte. Ha intuito la tragica verità, si è abbandonato a un pianto dirotto e disperato, ripetendo all'infinito, la stessa frase, quasi per esorcizzare la sventura che l'ha colpito: «Maledetto destino, maledetta quella strada». Ivo Pastorino

Persone citate: Antonio Scirocco, Caterina Guarnaccia, Giuseppe Scirocco, Ivo Pastorino

Luoghi citati: Savona