Al bazar di Zhirinovskij, il duce a tassametro di Cesare Martinetti

Al baiar di Zhirinovskij, il duce a tassametro MOSCA Nella sede della destra folla di giovani in cerca di souvenir, giubboni in pelle, adesivi, magliette Al baiar di Zhirinovskij, il duce a tassametro Per ottenere un'intervista di 3 minuti si pagano cento dollari MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Adesivi con la falce e il martello, ragazze in giarrettiera sadomaso, giubbotti in pelle nera, cassette di musica metallara, magliette, cinghie, anelli col teschio. Che scorpacciata per gli occhi dei ragazzi di Zhirinovskij che vorrebberro comprare tutto e non possono. Sono venuti qui a sognare un brandello di look rockettaro da appiccicarsi addosso, se ne vanno senza nemmeno aver potuto vedere il loro leader. Vladimir Volfovich oggi non può ricevere il suo popolo: troppi impegni. L'incubo nazionalista del nuovo duce russo condiziona il vertice della Nato che si apre domani a Bruxelles; gli strateghi del Cremlini) temono una provocazione in grande stile martedì, quando si terrà la prima seduta del nuovo Parlamento russo e ancora non hanno de¬ ciso se Boris Eltsin interverrà alla Duma oppure no. E invece qui, nel fango di vicolo Rybnikov numero 11, nel quartier generale di Vladimir Zhirinovskij, gli affari vanno a gonfie vele. Al piano terreno c'è il «rock magazin», il negozio del rock, dove i simboli più contraddittori si aggrovigliano dando forma e colore a quello stato d'animo di sberleffo che ha portato tanti voti al partito di Zhirinovskij. I giubbotti di pelle nera costano 120 mila rubli, 150 mila lire; gli adesivi con la falce e il martello 150 rubli; le magliette 20 mila. Gli altri affari si fanno al piano superiore, dove si entra squadrati e interrogati dai ragazzi del duce. «Volete parlare con Vladimir Volfovich? Ogni 3 minuti, cento dollari». Zhirinovskij è un leader a tassametro, vincere le elezioni rende bene. Il lungo corridoio e l'anticamera del suo ufficio sembrano la sala di attesa di una Usi: gior¬ nalisti di tutto il mondo che si guardano con un po' di imbarazzo. «Hai pagato? Quanto?» Un guardione con la camicia nera e la cravatta di cuoio fa entrare e uscire i clienti e ognuno si porta a casa la sua stravaganza perché Vladimir Volfovich è generoso, ad ogni ora ne spara una diversa: sarò il presidente della Russia nel '95, farò il ministro degli Esteri, dichiarerò guerra al Giappone... Serghej Zharikov, ex solista del gruppo rock Dk, è stato fino a qualche settimana fa il suo addetto stampa e uno dei suoi suggeritori. Adesso se n'è andato a fondare il Partito radicale di destra e ha consegnato alle Izvestija un piccola aneddotica sul leader: «E' capace di afferrare al volo un'idea e subito rilanciarla al pubblico nel modo migliore. Un anno fa a Murom mi ero mescolato alla gente durante un comizio e ho alzato un cartello: America, ridacci l'Ala¬ ska. Lui ha rilanciato lo slogan al volo e la gente applaudiva». Ci avevano detto che ieri mattina avrebbe ricevuto la sua gente; ma troppi giornalisti affollano ancora la sala d'attesa della sua Usi. Il popolo di Zhirinovskij deve aspettare. Per fortuna in bacheca sono appesi i telegrammi degli elettori da cui distillare lo stato d'animo della sua gente. «Compagno Zhirinovskij - gli ha scritto Aleksander Denisov, 40 anni, russo, ex fotoreporter - siamo orgogliosi delle sue idee nazionali: restituisca alla nostra patria la grandezza perduta». Dalla Investbusinessbank di Mosca sono arrivati gli «auguri per l'anno nuovo». Dalla sede di Vienna della ditta Oweka, Piotr Ivanovich invoca la «salvezza del popolo slavo» e gli chiede un «appuntamento urgente». Aspetterà anche lui. Cesare Martinetti

Luoghi citati: America, Bruxelles, Giappone, Mosca, Russia, Vienna