«Eltsin deve rassegnarsi» di F. Sq.

«Eltsin deve rassegnarsi» «Eltsin deve rassegnarsi» II testo «top secret» della risoluzione 11 'MgMiMmMAilMmM IL DILEMMA DELL'OCCIDENTE BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «La nostra Alleanza conserva la sua validità ed il suo carattere indispensabile. Essa riposa su un legame transatlantico forte, espressione di un destino comune». Così inizia il documento che, messo a punto dal Consiglio atlantico, dovrebbe essere approvato martedì, con poche modifiche, dai capi di Stato e di governo dei 16 Paesi Nato. Ancora fresca del timbro «top secret», una copia integrale del «Progetto di dichiarazione finale del vertice» è pervenuta a «La Stampa», che ne anticipa i contenuti. Allargamento della Nato alle nuove democrazie dell'Est. «Noi riaffermiamo che l'Alleanza resta aperta ad altri Paesi europei. L'allargamento della Nato agli Stati democratici, ad Est, è una prospettiva che noi consideriamo favorevolmente e che si inscrive in un processo evolutivo». Su questo punto pende però la «riserva» di alcuni Paesi. Rapporti con Russia e Ucraina. Il documento presen- ta due versioni discordanti. La prima si rallegra semplicemente per «la ferma volontà del governo russo di operare nel senso della democratizzazione, del passaggio all'economia di mercato e della riforma della politica estera». La seconda reclama invece «un miglioramento del dialogo politico» con Russia e Ucraina, in particolare «sulle questioni di politica nucleare, sull'allerta rapida e la prevenzione dei conflitti, sulla partecipazione alle operazioni di mantenimento della pace e su altre questioni di sicurezza internazionale di interesse comune». Partenariato per la pace. Proposta dagli americani, è una specie di promessa di adesione futura fatta ai Paesi dell'Europa dell'Est, senza però escludere la Russia. «La partecipazione attiva al partenariato svolgerà un ruolo importante nel processo evolutivo d'allargamento della Nato», recita infatti il documento. I partner «saranno invitati a partecipare ai lavori degli organi politici e militari della Nato riguardanti le attività del partenariato». L'Al¬ leanza «terrà consultazioni con tutti i partecipanti attivi al partenariato che percepiscano una minaccia alla propria integrità territoriale, la propria indipendenza politica o la propria sicurezza». Tenendo conto «della volontà di ciascuno», la Nato opererà per il controllo democratico dei ministeri della dife¬ sa, ed inviterà i partner a parecipare ad operazioni di mantenimento della pace congiunte già «a partire dal 1994». Ex Jugoslavia. L'Alleanza riafferma la disponibilità «a sferrare colpi aerei per impedire lo strangolamento di Sarajevo, delle zone di sicurezza e delle altre zone minacciate del¬ la Bosnia». Per lanciare l'aviazione contro i serbi, resta però necessaria una richiesta del Segretario generale dell'Onu Boutros Ghali. Rafforzamento del ruolo della Comunità europea. Entrato in vigore del Trattato di Maastricht, che riconosce alla vecchia Ueo (Unione europea occidentale) il ruolo di «braccio armato» della Cee, la Nato prende atto del ridotto impegno americano in Europa, dando «pieno appoggio alla formazione di una identità europea di sicurezza e di difesa». L'Alleanza è «pronta a mettere a disposizione i propri mezzi collettivi per operazioni della Ueo che gli alleati europei portino avanti in applicazione della loro politica estera e di sicurezza comune». Sono previste dunque delle «strutture europee integrate e multinazionali», «separabili ma non separate» dalle strutture Nato. Queste forze cioè, denominate «gruppi multinazionali interforze», assumerebbero il comando delle strutture Nato, nei casi in cui gli Stati Uniti non vorranno partecipare ad azioni volute dagli europei. [f. sq.]

Persone citate: Boutros Ghali, Eltsin