Parlano i supermanager

Parlano i supermanager Parlano i supermanager Jack Smith, Trotman e Eaton: come vanno Gm, Ford e Chrysler DETROIT DAL NOSTRO INVIATO Jack Smith, Alex Trotman e Bob Eaton, presidenti di General Motors, Ford e Chrysler, sorridono. E hanno molte buone ragioni per essere contenti. Il mercato americano, secondo i primi dati, ha chiuso il '93 con un eccellente risultato: 14 milioni e 100 mila auto e veicoli commerciali leggeri venduti (era dal '90 che non si raggiungeva un simile traguardo), uno in più sul '92. Questo aumento è finito in pratica nelle mani dei tre big di Detroit che hanno totalizzato 10.369.987 consegne (contro 9.396.392), pari a quasi il 74%. I giapponesi sono scesi al 23%, contenendo le perdite nella seconda metà del '93 per un'aggressiva politica commerciale. La GM è al primo posto con 4.713.254 vendite, poi la Ford (3.608.911) e la Chrysler (2.047.822) con incrementi rispettivamente del 5,9, 12 e addirittura 19,9%. Le Case americane dominano, in particolare, il settore dei trucks (hanno in mano l'83% del mercato). E, come chicca finale, la Ford Taurus ha battuto ancora una volta la Honda Accord nella classifica delle auto più vendute negli Usa. E' un bilancio roseo per Detroit. Ma non è finita. Smith, Trotman ed Eaton ritengono che la festa continuerà anche quest'anno. «Tutte le previsioni - dicono - indicano che nel '94 il mercato toccherà quota 15 milioni». E aggiungono che le loro Case cresceranno ancora, approfittando della positiva congiuntura economica. I bilanci si raddrizzano, la cura per guarire l'industria americana dell'auto ha dato i suoi frutti. Afferma Smith: «Fra il '91 e il '92 la GM ha perso dieci miliardi di dollari. Nel '93 abbiamo raggiunto il pareggio, esclusi interessi e tasse, nel '94 avremo dei profitti. E' un cambiamento spettacolare. Abbiamo lavorato con efficacia, riorganizzando i sistemi gestionali e di produzione, utilizzando meglio le nostre risorse e rinnovando i modelli. Abbiamo migliorato la qualità, contenuto i costi e rivisto i rapporti con i fornitori. Stiamo andando verso un processo di integrazione globale fra i prodotti Usa e quelli realizzati nelle altre parti del mondo. Ad esempio, adopereremo motori Opel». Smith, che non ha voluto parlare del caso Lopez-Volkswagen («La questione è in mano ai tribunali»), è convinto (come Eaton) che il varo del Nafta, il mercato comune tra Stati Uniti, Canada e Messico, porterà notevoli vantaggi all'industria americana. Ed ò sicuro che il mercato del futuro sia la Cina («ma non posso rivelarvi i nostri piani»). Incerto, invece, sull'auto elettrica. Nessun accenno a quella Impact che alcuni anni fa fece grande scalpore. «Il problema delle batterie - spiega - non è ancora risolto. E' probabile che si scelgano soluzioni di trazione ibrida». Sulla Cina punta anche Trotman. «Stiamo cominciando ad aprire punti di vendita e lavorando a operazioni di componentistica». Il presidente della Ford sottolinea alcuni punti: «La nostra quota di mercato oggi è negli Usa la più alta dal '75; stiamo attenti ai giapponesi, perché la bilancia commerciale è a favore di Tokyo per 57 miliardi di dollari e continua ad aumentare; nel '93, nel mondo, c'è stata una sovraccapacità produttiva di 10.600.000 auto; vogliamo attuare un programma globale di design e sviluppo e la Mondeo, che vergeremo anche negli Usa, ne e un valido esempio». Chi sorride più di tutti è Eaton, l'uomo che ha sostituito il mitico Jacocca al timone della Chrysler. «Per noi - afferma - il '93 sarà un anno indimenticabile. Abbiamo raggiunto una quota di mercato del 14,5%, la più alta dal 1970. Però, la strada da percorrere è lunga: dobbiamo risparmiare su tutto, meno che sul prodotto. Nei prossimi cinque anni investiremo 19,9 miliardi di dollari in questo campo. Ora la nostra marca è quella con i modelli più giovani. Ed altri sono in arrivo. Dopo la Neon, il Pick Up Dodge Barn e la Vision avete visto la Chrysler Cirrus e la gemella Dodge Stratus». «La qualità - precisa Eaton - è il nostro obiettivo numero uno, ma abbiamo anche aumentato la produttività: oggi riusciamo a fare mille auto in più al giorno negli stessi stabilimenti rispetto a due anni fa e a consegnare una vettura al cliente a trentotto giorni dall'ordine, contro i settanta di una volta. Così siamo più vicini al mercato. Sapete, dobbiamo prepararci bene per quando arriverà la prossima recessione». Come dire che si è fatto tesoro della dura lezione degli anni scorei. [m. fe.l A Detroit la Saab presenta le versioni coupé e convertibile (foto) della 900: la cabrio, con capote a scomparsa totale, è disponibile con 3 motorizzazioni