L'atroce segreto di baby Lindbergh

L'atroce segreto di baby Lindbergh USA Secondo lo scrittore Noel Behn il trasvolatore sapeva, ma preferì tacere L'atroce segreto di baby Lindbergh Un libro accusa: lo uccise una zia per vendetta NEW YORK. Noel Behn, il famoso romanziere, autore fra l'altro di «Lettera dal Cremlino», ha riaperto clamorosamente il caso Lindbergh, uno dei più discussi casi criminali della storia, sul rapimento e sull'assassinio del figlioletto dell'eroico trasvolatore dell'Atlantico, dando di colpo un nuovo significato alle ultime parole di Bruno Richard Hauptmann, l'uomo che salì sulla sedia elettrica nel penitenziario di Trenton nel New Jersey la notte del 3 aprile 1936 dichiarando al prete che lo accompagnava: «Credono che quando morirò il caso morirà con me. Che sarà come un libro che si chiude. Ma non sarà così, perché quel libro resterà aperto per sempre». Secondo Behn il piccolo Lindbergh junior non fu mai rapito dalla sua culla il primo marzo del 1932 e ucciso pochi giorni dopo dal suo rapitore, bensì fu assassinato dalla zia Elisabeth, diversi giorni prima del presunto ra¬ pimento, e l'intera storia fu costruita dal trasvolatore atlantico per proteggere la famiglia e salvare la pelle alla cognata che aveva agito per un irrefrenabile impulso di vendetta e gelosia contro la sorella Anne Morrow Lindbergh. Nel libro Behn spiega che non ha le prove documentali, ma che la sua opera è «basata sulla logica ricostruzione degli eventi» fatta con una lunga serie di interviste con un avvocato che era stato all'epoca assunto per indagare minuziosamente sul caso dopo che Hauptmann era già stato condannato. Secondo la ricostruzione, basata in questo caso anche su diari c lettere della donna che accusa, Elisabeth, una giovane instabile, spesso malata e rosa dalla gelosia, era convinta che la sorella le avesse rubato l'uomo che doveva essere suo. Elisabeth ebbe anche una crisi nervosa dopo l'annuncio del fidanzamento e addirit- tura un lieve attacco cardiaco dopo la nascita di Charles, cui fu dato il nome del padre, sicuramente l'uomo più famoso del mondo in quegli anni. E, sempre secondo la ricostruzione, dopo la nascita di Charles nella casa delle Sourland Mountains nel New Jersey, ci furono anche segni premonitori: il piccolo fu buttato da qualcuno nella spazzatura, il cane di casa fu trucidato, e sempre i sospetti caddero su Elisabeth. Per questo Charles Lindbergh e la moglie Anne ordinarono alla seivitù di non lasciare mai solo il bimbo per un momento. Ma per una fatale distrazione, un giorno, il bimbo di appena venti mesi scomparve dalla culla. Il corpo fu poi trovato qualche mese dopo, sepolto in un bosco poco lontano dalla villa, ucciso con un colpo in testa inferto con un oggetto pesante. Subito dopo la condanna a morte di Hauptmann, l'autista di casa Lindbergh fece una dichiarazione giurata in cui accusava Elisabeth, ma l'avvocato che l'ottenne non potò far riaprire il caso, e nello stesso periodo Elisabeth morì, per cause mai rivelate dalla famiglia. Qualche giornale all'epoca fece la stessa ipotesi sulla fine del bambino, ma alla fine la versione ufficiale ebbe il sopravvento. La vedova dell'uomo giustiziato per il rapimento e l'assassinio, Anna Hauptmann, che è ancora viva, ha 94 anni ed è sempre stata convinta del fatto che il vero colpevole era la zia. lAdnKronos]

Luoghi citati: New Jersey, New York, Trenton