I Caschi blu scendono in guerra

Un tiratore serbo ucciso, il generale Cot: questi vigliacchi ora la pagheranno Un tiratore serbo ucciso, il generale Cot: questi vigliacchi ora la pagheranno I Caschi blu scendono in guerra Sarajevo, caccia ai cecchini ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Aveva terrorizzato per settimane gli abitanti di Marijin Dvor, uno dei quartieri centrali di Sarajevo. La sua ultima vittima è stata una donna uccisa alla vigilia di Natale davanti alla porta di casa. Prima di lei erano stati colpiti alcuni bambini e dei passanti occasionali. Era uno dei tanti cecchini di Sarajevo che dall'inizio della guerra seminano morte e terrore tra la popolazione della capitale bosniaca. La sua macabra opera è stata stroncata il giorno di Natale. E' morto nello stesso modo in cui faceva fuori le sue vittime innocenti, freddato con una pallottola da un agente delle Unità speciali del contingente francese dei Caschi blu di stanza a Sarajevo. L'episodio è stato confermato ieri dal comandante in capo delle Forze di pace dell'Orni nell'ex Jugoslavia, il generale francese Jean Cot. «Non vogliamo pubblicità intomo a questa vicenda. L'Unprofor ha messo in piedi un sistema per fermare i cecchini. D'ora in poi questi luridi vigliacchi che sparano su donne, vecchi e bambini dovranno pensarci bene prima di premere il grilletto», ha detto il gen. Cot. Il cecchino, un serbo, è stato ucciso da un soldato delle Unità speciali francesi giunto sul posto con un gruppo di commilitoni e un tenente, chiamati dal Consiglio di difesa del quartiere. Mentre i Caschi blu tentavano di mettere in piedi una barricata protettiva, ammucchiando vecchie automobili, il cecchino ha sparato due volte sull'ufficiale che dirigeva l'azione. A questo punto il tenente ha dato ordine a uno dei suoi uomini di rispondere. Il cecchino è stato ucciso al primo colpo. Il gen. Cot ha nuovamente ripetuto che farà pressione sui negoziatori di Ginevra affinché le parti in guerra cessino con gli attacchi insopportabili ai Caschi blu sul terreno. Per quanto riguarda il possibile ritiro delle Forze di pace dall'ex Jugoslavia, Cot ha detto che «è loro dovere morale rimanere fino alla fine dell'inverno per alleviare le sofferenze della popolazione». Commentando la partenza anticipata del gen. Briquemont da Sarajevo, Cot ha affermato che il generale belga che comanda i Caschi blu in Bosnia ha dato il meglio di se stesso. In realtà Briquemont sarebbe stato richiamato per le sue critiche sempre più aperte al Consiglio di sicurezza dell'Onu che «vota un sacco di risoluzioni, ma poi non fa nulla per realizzare sul terreno quel che è deciso sulla carta». Intanto l'artiglieria pesante serba continua a bombardare Sarajevo, è stato colpito l'Holiday Inn, quartier generale dei giornalisti, e l'aeroporto è stato nuovamente chiuso ai voli urna- nitari per i cannoneggiamenti intensi di tutta la regione. La città è nuovamente senza luce, ma questa volta sarebbero stati i musulmani a staccare una delle centrali di rifornimento, perché in questo modo hanno potuto togliere l'elettricità alle zone croate di Kiseljak, Kresevo e Fojnica. L'offensiva musulmana in Bosnia centrale, dove 70 mila civili croati sono accerchiati dall'esercito bosniaco musulmano, continua infatti malgrado gli accordi raggiunti a Vienna dal premier di Sarajevo, Silajdzic e il mini¬ stro degli Esteri di Zagabria, Granic. I due hanno annunciato un imminente incontro tra il presidente bosniaco musulmano Izetbegovic e il presidente croato Tudjman. «A parole sembrano tutti d'accordo per terminare gli scontri, ma sul terreno si combatte più che mai», ha dichiarato Lord Owen, uno dei due copresidenti della Conferenza di pace sull'ex Jugoslavia, che non si fa più illusioni sulla pace in Bosnia. A Zagabria è arrivata Madeleine Allbright, ambasciatrice Usa presso le Nazioni Unite. «Sono qui per confermare che gli Stati Uniti riconoscono l'indipendenza e l'integrità territoriale della Croazia», ha detto la Allbright all'inizio della sua tournée di tre giorni in Croazia in cui intende visitare anche Vukovar, ma ha subito precisato che se Zagabria non cambierà la sua politica nei confronti della Bosnia, potrebbe essere a sua volta colpita dalle sanzioni dell'Onu. «Ne parlerò con il presidente Tudjman». Ingrid Badurìna Bombardato l'albergo che ospita i giornalisti e l'aeroporto L'ambasciatrice Usa al Palazzo di vetro minaccia sanzioni ai croati «Non aggredite più i bosniaci»

Persone citate: Granic, Holiday, Ingrid Badurìna, Izetbegovic, Jean Cot, Lord Owen, Madeleine Allbright, Silajdzic, Tudjman