Bossi in aula: quei soldi ci servivano di Susanna Marzolla

Interrogati il leader leghista e l'ex tesoriere Patelli. Duro scontro tra Di Pietro e Spazzali Interrogati il leader leghista e l'ex tesoriere Patelli. Duro scontro tra Di Pietro e Spazzali Bossi in aula; quei soldi ci servivano «E li avrei incassati anch 'io» MILANO. Udienza nervosa, ieri «giorno della Lega» (interrogati Patelli e Bossi) al processo Cusani. Battibecchi tra il presidente Giuseppe Tarantola e Antonio Di Pietro sul modo di interrogare. Ma lo scontro più pesante è tra Di Pietro e l'avvocato Giuliano Spazzali. La «miccia» è la richiesta di Tarantola se Cusani voglia rispondere. Spazzali: «Il nostro interesse è che al conto totale non manchi neppure una lira, che non ci siano buchi neri. Se per caso qualcosa non risultasse chiaro, lo faremo risultare». Di Pietro (urla): «Questo non è ammissibile. Cusani deve dire se vuole essere interrogato o no. Questo è un ricatto alla giustizia». Spazzali (alza la voce anche lui): «Non glielo consento...». Presidente (conciliante): «Io non lo interpreto come un ricatto». Spazzali: «Io devo dire al pm che ha davanti a sé chi non ha mai fatto ricatti a nessuno». Presidente (brusco): «Tolgo la parola a tutti e due». Il processo va avanti e la «pace» tra gli eterni duellanti torna nel pomeriggio. Uno scambio di battute sul bar Doney di Roma è l'occasione che permette a Di Pietro di stringere la mano a Spazzali: «Dovevo farlo - dice -, se no sarei stato male». Del Doney si parla durante l'interrogatorio di Alessandro Patelli, ex tesoriere della Lega. E' lì infatti che nel '92 riceve i famosi 200 milioni da Marcello Portesi, manager della Montedison. Di Pietro: «Cosa ha fatto di questi soldi?». Patelli: «Li ho portati a Milano, nel mio ufficio alla Lega; li ho messi in un cassetto». Di Pietro: «Ma lei sapeva che la legge prevede la doppia dichiarazione, non l'ha chiesta?». Patelli: «No. Pensavo di farlo dopo: avevo tre mesi di tempo». Di Pietro: «Quanti erano questi soldi, li ha contati?». Patelli: «Non li ho mai contati». Di Pietro: «Ma era abituato a vedere tanti soldi insieme?». Patelli: «No, non li avevo mai visti». Di Pietro: «Un evento straordinario, quindi?». Patelli: «Sì». Di Pietro: «E avverte Bossi di questo?». Patelli: «No». Di Pietro: «Perché?». Patelli: «Non c'era necessità; e poi c'è stato il furto». Di Pietro: «Ma questo avviene dieci giorni dopo. Nel frattempo lei tiene i soldi in un cassetto e non ne parla con Bossi?». Patelli insiste nella sua versione. Interviene il presidente: lei è indagato di reato connesso e quindi può dire ciò che vuole. Certo è strano che di un evento così straordinario non parli con il segretario politico... Inutile. Patelli non si smuove. Neppure alla domanda di Spazzali: Eravate in piena campagna elettorale. Possibile che non avverta che sono arrivati 200 milioni? Patelli: Può sembrare strano, ma è così. A questo punto Bossi, interrogato subito dopo, ha facile gioco nel confermare che di quei soldi non aveva saputo niente. Di Pietro: «Quando ha saputo dei 200 milioni?». Bossi: «Quando l'ha detto Sama in tv». Di Pietro: «Ma è mai capitato che qualcuno portasse 200 milioni alla Lega?». Bossi: «No, un evento unico». Di Pietro: «E Patelli aveva titolo per operare da solo su un evento così unico?». Bossi: «No. Però le spiego. Io ero stato male alla fine del '91, avevo saltato alcune riunioni...». Di Pietro: «E questo che c'entra coi 200 milioni?». Bossi: «Con Patelli ci vedevamo poco». Di Pietro: «Ma potevate sentirvi». Bossi: «Certe cose non si dicono per telefono». Di Pietro: «Dopo il furto Patelli le ha detto qualcosa?». Bossi: «No, ma era un periodo di crisi per lui, si stava separando dalla moglie». Di Pietro: «Vuol dire che era "scoppiato"?». Bossi: «E' così». Per il resto un continuo «Non ricordo»; «Può darsi» su come ha conosciuto Portesi, sui colloqui con Sama. E infine un riconoscimento al fedele e «scoppiato» segretario. Bossi: «Avrei fatto come lui, avrei preso il finanziamento. Per noi era questione di vita o di morte; ci finanziava solo chi credeva nella linea della Lega». Di Pietro: «Ma Sama mica vi ha dato i soldi perché credeva alla vostra linea... Li ha dati a cani e porci». Finisce il pm e tocca a Spazzali. Sorpresa: Non abbiamo interesse alle risposte di Bossi. Ma perché, avvocato? «E' il peggior rappresentante del vecchio regime. Talmente disgustoso e vecchio... Cosa volete che risponda? Scarica tutto sul segretario». Susanna Marzolla Alessandro Patelli ex segretario amministrativo della Lega Nord

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