Eni-Sai, i verbali di Craxi
Eni-Sai, i verbali di Craxi Eni-Sai, i verbali di Craxi «Cagliari eLigresti mi accusavano perché rivolevano la libertà» MILANO. Un solo interrogatorio e una raffica di «no». Una raffica di «no» che non ha salvato Bettino Craxi dalla richiesta di rinvio a giudizio per corruzione per lo scandalo Eni-Sai. Oltre che per l'ex segretario del garofano, il pm De Pasquale ha chiesto giorni fa il rinvio a giudizio anche per il finanziere Sergio Cusani, l'imprenditore Salvatore Ligresti, Aldo Molino e poi altri ancora. Tutte persone che Craxi, in queir interrogatorio del 18 dicembre davanti a De Pasquale, nega di aver mai frequentato per quella storia da 17 miliardi, legata all'assicurazione dei dipendenti Eni attraverso la Sai di Ligresti. Fa mettere a verbale quel giorno Craxi: «Non ricordo assolutamente che Gabriele Cagliari mi abbia mai parlato della vicenda Eni-Sai». Dell'ex presidente dell'Eni morto suicida in carcere Craxi dice ancora: «Mi dispiace dirlo ma la dichiarazione dettagliata che mi è stata let¬ ta sui miei atteggiamenti e sulle mie valutazioni circa quell'affare mi sembra dettata da uno stato d'animo di particolare prostrazione e dal desiderio di riacquistare rapidamente la libertà». Stesso discorso Craxi lo fa su Salvatore Ligresti. E dice: «Devo ripetere quanto ho già detto su Cagliari. Non è escluso che in qualche forma occasionalmente lui possa avermi accennato a un discorso assicurativo. Se Ligresti dice che ero scocciato e infastidito può ben darsi che sia accaduto per il semplice motivo che in quel modo io posso aver manifestato il mio disinteresse e la mia totale incompetenza». Ancora meno Bettino Craxi dice sugli altri due protagonisti della vicenda. Cusani viene definito solo un «consulente Ferruzzi» mentre per Molino, secondo il magistrato la mente dell'operazione, Craxi dice di non conoscerlo e di sapere solo «che ha una vasta rete di amici tra cui l'ex ministro Maccanico». [f. p.J
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