Ciampi sale Barucci lo segue e Prodi ha fatto tombola di Valeria Sacchi

Fiat, le parti ritornano da Giugni NOMI E GLI AFFARI Ciampi sale, Barucci lo segue e Prodi ha fatto tombola L'ultimo botto dell'anno è avvenuto in Spagna, a Madrid. Dove un buco da 6000 miliardi ha messo in ginocchio la terza banca del Paese, il Banesto, e il suo presidente, Mario Conde. In un crack che ricorda quello dell'Ambrosiano di Roberto Calvi. Il botto è spagnolo, ma anche un po' italiano. Perché il trampolino di lancio del play-boy Conde fu quell'operazione Antibioticos, che vide il gruppo farmaceutico iberico finire tra le braccia della Montedison di Mario Schimberni. All'epoca, l'affare fece molto discutere, sul dove, sul quanto e sull'a chi. E chissà che gli uomini mandati a districare la matassa dal governatore del Banco di Spagna, Miguel Angel Rojo, non rieSchimberni scano u dare il toreador una mano per Un'Elisabetta da Guinness chiarire i molti, insoluti, misteri di Foro Bonaparte Anni Ottanta. Gli ispettori guidati da Alfredo Sàez Abad potrebbero, forse, aiutare il pool Mani pulite a districarsi tra i giri e i rigiri di quei 500 miliardi che, attraverso la solita holding svizzera, uscirono dalle casse della Montedison, versione Schimberni e Giuseppe Garofano. A Madrid un bello scandalo, a Londra un primato. Nel secondo anno di vita, il Liffe ha superato la soglia dei cento milioni di contratti. Per brindare all'evento, Daniel Hodson, presidente del mercato delle opzioni e dei futures, ha ordinato dei distintivi rossi e gialli. Un crack e un Guinness per salutare la fine del 1993 «Annus Horribilis». Come sagacemente l'aveva definito, fin dai suoi albori, Elisabetta d'Inghiterra, alle prese con i tradimenti del figlio Carlo e gli isterismi della nuora Diana. Anno a doppia faccia, naturalmente. Ma lasciamo da parte chi è sceso, e sono tantissimi, imperi grandi e piccoli, grandi e piccoli uomini. Qualcuno ò salito. Primo fra tutti Carlo Azeglio Ciampi. Un uomo che, rovesciando il vecchio detto, ha dimostrato che: l'abito fa il monaco. Chi riconoscerebbe sotto il presidente decisionista quel Governatore corretto ma un po' grigio e, a volte, tanto timoroso? Anche Romano Prodi ha marciato in salita. Chiamato all'Iri col preciso mandato di «vendere tutto», Valdo Spini tra sorrisetti ministro operaio perfidi e increduli, è partito a passo di carica, sbaragliando nemici dell'Opv e fautori dei noccioli duri. Il successo della vendita della Bin presieduta da Natalino Irti, che dovrebbe rad¬ doppiare tra poche settimane con la cessione dell'istituto guidato da Sergio Siglienti, ha incoronato il presidente Iri «uomo dell'anno» dei mercati, nostrani e non. Né si può dimenticare Piero Barucci. Quel professore toscano cui i banchieri attribuivano scarse conoscenze di banca e di moneta, ha tirato fuori, nella conduzione del Tesoro, virtù probabilmente più preziose: ostinazione e pragmatismo. Cosicché non è da escludere che, nella prossima Nave Italia, i tre ricompaiano con incarichi di governo. Se mai, potrebbe esserci dualismo tra Ciampi e Prodi per la presidenza del Consiglio, mentre Barucci dovrebbe rinunciare a raggiungere al Credit gli amici Piercarlo Marengo e Giuseppe Egidio Bruno. Fuori da strategie politiche, ma non per questo meno vincente, il presidente dell'Eni, Franco Bernabè, l'uomo che in un anno ha toccato il record del licenziamento di dirigenti, oltre mille. Molto aiutato, in questo, dalle inchieste della squadra di Francesco Saverio Borrelli. Anche il presidente dell'Eni ha un nutrito carnet di dismissioni, non sempre facili. L'ultima, il Nuovo Pignone, sta procurandogli qualche grana. Colpito da virus retro, il sindaco di Firenze, Enrico Guido Rossi Morales, ha lo stratega infatti deciso di cavalcare la tigre della protesta operaia. Un'operazione che avrebbe il sostegno del socialista Valdo Spini, e che si risolverà con ovvio danno finale per i poveri operai. Ma si sa, si avvicinano tempi elettorali. Come resistere alla tentazione del nome su giornali e telegiornali? Per l'anno nuovo, Bernabè ha un altro compito non facile: trovare da sposare, magari con due mariti differenti, quella tragedia che si chiama Enichem. Pretendenti possibili: Union Carbide e British Petroleum. Un percorso reso più urgente dal recente accordo di joint-venture con Shell, firmato venerdì scorso per la chimica del polipropilene di Montedison dal presidente Guido Rossi. Un altro personaggio di cui si favoleggiano mire politiche di altissimo livello. Insomma, gira e rigira, largo agli uomini dell'Economia! Il 1994 non comincia bene per tutti. Sta in ansia, ad esempio, l'amministratore delegato di Alitalia, Giovanni Bisignani. Il suo piano di ristrutturazione è passato, ma i sindacati non gli perdonano l'ottimismo di sei mesi fa, e chiedono la sua testa. A Milano, dove il sindaco Marco Formentini e le opposizioni sono in rissa costante, è viceversa decollato il programma «Verde in Comune», lanciato otto mesi fa da un'idea semplice di Gigi Lazzaroni e Renato Minetto: gestire il verde con l'aiuto di sponsor. Bayer, Bracco e Rotary Club hanno già rimesso a nuovo tre piazze. Altre tredici sono ai nastri di partenza. Valeria Sacchi Franco Bernabè il taglia-teste Schimberni il toreador Un'Elisabetta da Guinness Valdo Spini ministro operaio Guido Rossi lo stratega Il trionfo di Prodi Piero Barucci H I I banchiere» Franco Bernabè il taglia-teste

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