I limiti del vero di Antonio Lo Campo

I limiti del vero I limiti del vero Che cosa rimarrà di Popper o pper e foto, o inger a minazione di Heisenberg sono state superate da sviluppi successivi. Ci sono ipotesi nell'ambito scientifico che possono essere solamente verificate e non falsificate. Ad esempio la fusione fredda sarebbe stata verificata se Fleischmann e Pons ASTRONAUTICA scorie e pone la scienza al sicuro dalle irruzioni del paranormale. Popper prosegue con un tentativo di costruzione della «Teoria delle teorie» (metateoria) e con una serie di critiche sia al concetto corrente di probabilità sia alla meccanica dei quanti. Nessuna di queste disquisizioni mi ha convinto; volendo essere generoso, posso dire che mi hanno annoiato. La costruzione di una metateoria fiproporrebbe sotto mentite spoglie quel principio di induzione aborrito dallo stesso Popper. Grazie a Popper la parola «falsificare» è oggi di moda, sia pure con un significato molto diverso da quello ordinario, con una connotazione negativa. Rendiamoci conto, tuttavia, che falsificare una teoria non vuol dire necessariamente distruggerla, ma più semplicemente eseguire una potatura che la rinvigorisce. La falsificazione della gravitazione universale ha condotto alla creazione della relatività generale, di portata ben più ampia, che contiene nel suo interno come approssimazione valida nella maggioranza dei casi la teoria di Newton. Ho incontrato personalmente Popper una sola volta in occasione di un congresso dedicato alla cultura scientifica svoltosi ,a Lugano alcuni anni or sono ed ho conversato con lui durante avessero avuto successo ma non è possibile eseguire alcun esperimento che la falsifichi. Discorsi simili valgono per l'ipotesi della vita extraterrestre. Infine, il concetto di falsificabilità deve essere riveduto per la matematica. Nonostante questi contributi Popper non può essere considerato uno scienziato, come sostiene ingenuamente Lloa; il suo messaggio non è diretto al mondo scientifico ma piuttosto ai colleghi filosofi. Di grande utilità e importanza dialettica è il principio di demarcazione: per Popper una asserzione è scientifica se e solamente se è in linea di principio falsificabile; se non lo è l'asserzione appartiene alla metafisica. Ad esempio il principio antropico è pura metafisica in quanto non può essere falsificato: infatti se non valesse noi non esisteremmo. La non falsificabilità è la regola in tutte le manifestazioni del paranormale. L'applicazione sistematica del criterio popperiano ripulisce il dialogo dalle un volo aereo Milano-Napoli. Popper era un ometto gentile e cordiale che amava moltissimo il cioccolato e detestava il fumo: divorò quindi senza sforzo una corposa barra di cioccolato durante l'attesa nell'aeroporto ma si innervosì quando il personale di bordo cominciò a fumare senza ritegno e, credo, in barba al regolamento. Per evitare una scenata dissi agli incalliti fumatori che Popper, poveretto, soffriva di una grave forma d'asma e poteva morire da un momento all'altro se inalava fumo; in questo modo riuscii a farli smettere. A complicare le cose giunse uno sciopero improvviso del personale di terra che costrinse l'aereo a una lunga attesa in volo. Durante il viaggio mi raccontò l'avventurosa fuga del Nobel austriaco Schroedinger da Vienna in Italia al tempo dell'Anschluss hitleriano. Schroedinger era un oppositore del nazismo e correva gravi pericoli a rimanere in patria; fuggito in Italia, dove nessuno sapeva chi fosse ad eccezione di pochissimi fisici, riuscì infine a contattare il premier irlandese De Valera, a entrare in Svizzera e a rifugiarsi a Dublino. Fortunatamente, o forse. volutamente, non toccammo argomenti di filosofia. Chiediamo ad Elena se ricorda l'impresa di Valentina Tereskhova. «Sì, ero bambina e il suo volo mi colpì: dimostrava che anche una donna poteva svolgere un ottimo lavoro su una capsula spaziale. All'epoca c'era un certo scetticismo in materia. Sono cresciuta a Kaliningrad, e dopo l'Università, quando ho fiutato la possibilità di entrare nel gruppo dei cosmonauti ci ho provato ed è andata bene. Anche perché vi erano pochissime donne in addestramento». «Quando si farà il volo su Marte sarò troppo vecchio per andarci - dice invece Poliakhov, primatista assoluto con 14 mesi in orbita -, resterà comunque la soddisfazione di avere contribuito, con le nostre ricerche mediche, a questa futura grande impresa. Noi vogliamo tentare tra non molto una permanenza orbitale di 18 mesi, un tempo vicino ai due anni per la missione a Marte». Però quando si rientra a Terra sono dolori. «All'inizio è terribile - dice Valerji -, già quando si rientra nell'atmosfera senti i primi effetti di una grande pesantezza del corpo e i movimenti sono difficili. Nei primi giorni testa, mani e gambe pesano quanto un macigno. Poi si torna gradualmente alla normalità: dopo 4 giorni tutto si alleggerisce. Cominci a camminare, non hai più il forte mal di testa, non hai più vertigini quando chiudi gli occhi, e se sei particolarmente in forma puoi già iniziare a correre». Lassù com'era la vita? Monotona? «Mica tanto. Con il lavoro scientifico da svolgere e la ginnastica per tenerci in forma le giornate passavano in fretta. Ci si svegliava e poi via alla ginnastica sulla cyclette. Dall'una alle due c'era il pranzo, e poi si riprendeva il lavoro. Naturalmente anche per noi c'erano i giorni festivi, stabiliti da Mosca». Tullio Regge Isi, Istituto Interscambio Scientifico I cosmonauti Valerji Poliakhov ed Elena Kondakova, che detengono il primato di permanenza in orbita - e comunque se in futuro ci saranno missioni di lunghissima durata si pensa di inviare coppie sposate, non coppie di colleghi di lavoro». Antonio Lo Campo

Luoghi citati: Dublino, Italia, Lugano, Milano, Mosca, Napoli, Svizzera, Vienna